Condanne a dirigenti Eni per l’amianto in Raffineria

Condanne a dirigenti Eni per l’amianto in Raffineria

Tre anni di istruttoria dibattimentale per arrivare alla sentenza.

Il Tribunale di Gela, all’udienza conclusiva del 25 scorso, si è finalmente pronunciato: c’è stato smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, tra cui amianto, nella vasca 4 nella Raffineria Eni di Gela, reato per il quale il giudice monocratico, Miriam D'Amore, ha condannato l'ex amministratore delegato della raffineria Bernardo Casa e i due responsabili tecnici, Biagio Genna e Arturo Anania, a quattro mesi di reclusione, con pena sospesa. Condanne lievi, ma significative.

E non finirà così, perchè i 26 lavoratori costituitisi parte civile (foto di repertorio), avranno diritto al prepensionamento e al risarcimento dei danni subiti a causa dell’esposizione alla fibra killer, presente – come è emerso dal dibattimento in aula – in dose massiccia all’interno della Raffineria, così come provato all’esito dell’intera istruttoria dibattimentale, durata come detto circa tre anni.

«Finalmente, dopo tanti anni di impegno, siamo riusciti ad avere giustizia con una sentenza penale a fronte della quale agiremo con l'azione di risarcimento dei danni». Esprime così la sua soddisfazione l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Ona (Osservatorio nazionale Amianto).

Prezioso anche il lavoro del sostituto Procuratore della Repubblica di Gela, Mario Calabrese che, nel corso della sua requisitoria, ha chiesto la condanna degli imputati da due a tre anni di reclusione, ritenendo provata la responsabilità di tutti gli imputati.

Tra le richieste avanzate da Bonanni, anche quella del prepensionamento dei lavoratori esposti che, in Sicilia, è stato possibile solo grazie alle azioni giudiziarie e alle numerose sentenze di condanna dell'Inps. Ora l’auspicio è che, grazie a questa sentenza, il ministero del Lavoro emetta gli atti di indirizzo ministeriale di concerto con la Regione Sicilia.

Nel frattempo, prosegue l'impegno della sede Ona di Gela, coordinato da Salvatore Granvillano, per la sorveglianza sanitaria e la tutela legale dei numerosi lavoratori esposti e vittime ad amianto nel petrolchimico e in altri siti, anche per coloro che non hanno ancora contratto la malattia.