Coronavirus, città desertificata (con qualche furetto di troppo)

Coronavirus, città desertificata (con qualche furetto di troppo)

Salgono a due i casi accertati in città di positivi al coronavirus.

Entrambi non sono in gravi condizioni e quindi non sono stati ospedalizzati, ma messi in quarantena domiciliare. Un operaio è stato trasferito dapprima a Caltanissetta e poi a Caltagirone per sospetto contagio e si è ancora in attesa dell'esito definitivo del tampone e degli esami accessori. Purtroppo, invece, in Lombardia due lavoratori gelesi contagiati sono morti. E' questo il bilancio dell'epidemia parainfluenzale covid-19 riguardante la nostra città nel momento in cui andiamo in edicola. Nel nisseno i casi di decessi sono due: un biologo di Caltanissetta ed un medico di Riesi. Circa una quarantina i casi positivi, grossomodo la metà ricoverati e l'altra metà in isolamento abitativo. Sul piano delle cure è stato somministrato ad alcuni pazienti il farmaco contro l’artrite reumautoide, che diverse Asp stanno già utilizzando con risultati in diversi casi davvero incoraggianti.

Un'analisi lucida porterebbe a considerare cinicamente questi numeri, a fronte di una comunità urbana di oltre 70 mila anime, come irrisori. Ma quel che si temeva è arrivato: il coronavirus che sta attanagliando il mondo e l'Italia in particolare, ha messo piede anche a Gela. Sale dunque la tensione e la paura che, come è oramai noto da queste parti, è in gran parte rivolta alla capacità di risposta sanitaria e, soprattutto, ospedaliera del Vittorio Emanuele III. Non a caso, sul nosocomio gelese si è aperto letteralmente un duro scontro tra il sindaco gelese Lucio Greco ed il manager dell'Asp, Alessandro Caltagirone. Severo l'attacco del primo cittadino gelese, che dopo essersi recato al presidio ospedaliero locale, per controllare con i propri occhi lo stato dell'arte, non le ha mandate certo a dire al vertice dell'Ap nissena.

A seguito della sua ispezione a sorpresa, Greco si è apertamente lamentato, con tanto di diretta facebook, del fatto che «i lavori del reparto malattie infettive fossero fermi. Non c'era nessuno, tantomeno gli operai della ditta che doveva eseguire i lavori il prima possibile, per come era stato assicurato». Greco ha affermato altresì di aver «constatato che i medici fossero privi dei dispositivi di sicurezza», il che lo lasciava alquanto perplesso.

Un sindaco arrabbiato per i tempi e per i ritardi, nella speranza che il picco a Gela non arrivi mai, perché «in queste condizioni non saremmo preparati ad affrontarlo come si dovrebbe», secondo il sindaco. Accuse pesanti e gravissime che hanno provocato la piccata risposta del manager Caltagirone, lesto a puntare l'indice contro il primo cittadino gelese, tacciato di fare campagna elettorale. Per cosa? Le elezioni alla presidenza del libero consorzio? Caltagirone, che ha mal digerito il blitz di Lucio Greco in ospedale, non lo ha evidentemente specificato.

Per il capo dell'Asp nissena, invece, il quadro del presidio gelese è tutt'altro che desolante. Tanti reparti sono pronti, a partire dal pre-triage infettivologico, la terapia intensiva e l'area della medicina generale, con 20 posti letto dedicati ed i pazienti trasferiti alla clinica Santa Barbara. Posti letto che saranno integrati da altri 14 e quindi in totale 34. Vanno ultimati solo i lavori in malattie infettive che sono però in dirittura d'arrivo. Negata assolutamente, infine, la circostanza secondo cui i medici sarebbero privi di dispositivi di sicurezza che vengono per contro forniti quotidianamente come testimonierebbe il registro curato dallo stesso direttore sanitario Fiorella.

Quest'ultimo ha precisato che degli 8 posti letto in terapia intensiva, 4 sono già funzionanti. I posti letto in totale saranno 58 attraverso una rimodulazione dei reparti della vecchia oncologia e di psichiatria accanto quello di medicina generale. Quindi l'intero primo piano dell'ospedale dedicato al covid-19. Entro la prossima settimana i ventilatori saranno 37. Il massimo dirigente dell'Asp nissena ha risposto anche al consigliere della minoranza Gabriele Pellegrino che aveva rilevato l'impossibilità al Vittorio Emanuele III di sottoporre a tampone i casi sospetti, cosa che avverrà a giorni secondo il direttore generale Caltagirone non appena il tecnico avrà messo a regime la macchina per il tampone arrivata già in ritardo dalla Germania. Dal canto suo, il responsabile nisseno del sindacato delle professioni infermieristiche, nursind, Giuseppe Provinzano ha suggerito alle autorità di requisire alloggi nelle strutture alberghiere e ricettive attualmente vuote per ospitare il personale sanitario ed ospedaliero che dopo aver svolto il turno lavorativo a stretto contatto con i pazienti contagiati o sospetti, non possono recarsi a casa rischiando di allargare l’eventuale contagio subito ai famigliari.

Immediata la controreplica del sindaco Lucio Greco: «le dichiarazioni rilasciate dal direttore generale dell’Asp, Caltagirone, in seguito alla mia visita all’ospedale di Gela, sono inaccettabili – osserva Greco – e offendono la sensibilità e la dignità di una intera comunità. Le criticità del nostro sistema sanitario locale e le nostre fondate e legittime preoccupazioni non possono essere liquidate con supponenza e con battute da “bar dello sport”. Il direttore dell’Asp ha il dovere di prendere atto che l’epidemia del corona virus ha messo a nudo tutte le carenze e le criticità del nostro ospedale, assolutamente non attrezzato ed impreparato, oggi, ad affrontare una eventuale diffusione del contagio. C’è a Gela – prosegue il primo cittadino - una emergenza sanitaria che, se non affrontata tempestivamente e con decisione, può produrre effetti disastrosi.

Ci sarà tempo per occuparci dopo “delle campagne elettorali” o delle ingerenze della politica nelle nomine dei vertici amministrativi e sanitari. Non è questo il momento, comunque, consiglio al direttore, di usare toni sprezzanti e derisori. È il momento invece di intervenire immediatamente per migliorare le condizioni del nostro ospedale anche perché stiamo vivendo momenti in cui bisogna “fare tutto ciò che è possibile”. Ricordo, infine, al responsabile dell’Asp Caltagirone che il sindaco, per il suo radicamento nel territorio e per il mandato ricevuto, ha l’obbligo di interpretare le preoccupazioni dei suoi concittadini, per tanto tempo mortificati nei loro bisogni essenziali. Conosco bene i miei compiti: non voglio assolutamente invadere il campo di altri, ma non consentirò a nessuno di invadere il mio. Nessuno, a qualsiasi livello, può impedirmi – conclude Greco – di occuparmi prioritariamente delle questioni della salute e della protezione sociale dei miei concittadini».

Al fianco del sindaco l’intera maggioranza. «Abbiamo letto le dichiarazioni – si legge In una nota inviata ai media a firma del presidente del movimento “Una buona idea”, Giovanni Scicolone - del direttore generale dell'Asp di Caltanissetta, dott. Caltagirone, e non le abbiamo condivise. Riteniamo che bene ha fatto il sindaco nell'esercizio delle sue funzioni a controllare e far notare i ritardi. Quello che sta accadendo oggi non ha precedenti nella storia. Tutti conosciamo la debolezza del nostro sistema sanitario e per questo riteniamo che debbano essere adottati tutti gli strumenti necessari al fine di provare a farsi trovare pronti. Noi chiediamo al Direttore generale di avere garanzie sui tempi di apertura del reparto malattie infettive, ma soprattutto i tempi necessari per adeguare il pronto soccorso al fine di fare fronte ad eventuali casi di Covid-19. In questo delicato momento non possiamo dividerci ma bisogna essere uniti ed avere un solo obbiettivo che è quello di salvaguardare la nostra comunità».