Utin, 10 anni sono troppi, Csag si rivolge a Procura

Utin, 10 anni sono troppi, Csag si rivolge a Procura

Il Comitato per lo sviluppo dell’area gelese (Csag) ha notificato e depositato, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, un atto di esposto con oggetto la mancata attivazione dell’Unità di terapia intensiva neonatale (Utin) a Gela. 

«A distanza di dieci anni dalla sua individuazione – osserva il coordinatore del Csag, Filippo Franzone (nella foto) – da parte dell’assessorato regionale alla salute, dell’Utin all’ospedale “Vittorio Emanuele III” di Gela non si vede nemmeno l’ombra». 

In questa lunga attesa «ogni scusa è stata buona» – si legge nella nota – per ritardare i tempi. Una volta il problema erano i locali, poi i macchinari. Quindi, ristrutturati i locali ed ottenute pian piano le attrezzature, la criticità è diventata il vuoto nella pianta organica, vale a dire l’assenza di personale preposto. E le tante promesse a risolvere tali problematiche, fanno notare dal comitato, «sono rimaste vane». 

A questo punto «riteniamo in quanto cittadini – prosegue il comunicato stampa – che dieci anni siano veramente troppi, tanto da indurci, appurate la mancanza di volontà e l’inadeguatezza della componente politica locale e di quella burocratica nissena, a presentare l’esposto sopra menzionato affinché vengono effettuati i dovuti accertamenti da parte della Procura della repubblica». Insomma, innanzi al lassismo politico locale, sovente complice anziché nemico dell’ostruzionismo burocratico nisseno, ai cittadini del Csag non è rimasto che allargare le braccia nel prenderne atto, affidandosi in ultima istanza alla procura. 

«Tutto ciò è inaccettabile – conclude la nota - dopo oltre dieci anni dall’individuazione ufficiale, le mamme e i bambini gelesi e del comprensorio non possono essere garantiti in loco, nonostante l’alta incidenza di malformazioni neonatali». 

Vale la pena di ricordare che nelle unità di terapia intensiva neonatale, i pazienti sono i bambini nati prematuri o comunque sotto peso, ovvero colpiti da malformazioni, sepsi ed altro. Insomma cure specialistiche per nati prematuri o con problemi. 

Diventa quasi inutile ripetersi su quanto sia importante e necessario un tale servizio ospedaliero in una realtà come Gela, dove l’indice di malformazioni neonatali è correntemente sopra la media. 

Anzi, ciò che non è dato ancora sapere con certezza, per diversi motivi, riconducibili anche alla propensione delle famiglie di proteggere il nascituro, nascondendone il più possibile il “difetto” di nascita, è quanto alto sia tale indice.

DOCUMENTI

All’Eccellentissimo Procuratore dellla Repubblica presso

il Tribunale di Gela

Atto di esposto

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I cittadini di Gela, componenti del comitato spontaneo per la difesa dei servizi denominato Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese  (Csag)  firmatari del presente atto,

espongono quanto segue

Il presente atto ha quale scopo di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica  accadimenti che si inseriscono nell’ambito di una vicenda pubblica, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti.

Descrizione cronologica

degli accadimenti

L’argomento è la mancata istituzione dell’Utin presso il Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele III di Gela.

Sin dal 2009 gli scriventi cittadini hanno più volte richiesto verbalmente   al manager Asp 2, l’individuazione, presso l’ospedale Vittorio Emanuele III di Gela, dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (Utin). Il 7 maggio 2010, viene inviata una missiva, contenente anche la richiesta di istituzione dell’Utin a Gela, alle maggiori cariche istituzionali (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro della Sanità, Presidente della Commissione sugli Errori Sanitari, assessore regionale alla Sanità).

Il 18 giugno 2010 finalmente viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana (Gurs) l’assegnazione all’ospedale gelese dell’Utin. Nessuno si aspettava allora che la vicenda si sarebbe trascinata per 10 anni, senza ancora poter godere la città di un reparto così importante per l’area.

L’Utin è un reparto salvavita per neonati, chiunque tra loro ha problemi, può giovare di un supporto tecnologico e medico specialistico.

L’Utin viene individuata a Gela perché gli scriventi tra gli altri argomenti, fanno notare al Manager Asp2 del tempo che questa è la zona della provincia di Caltanissetta con il più alto numero di nascite, che l’ospedale gelese ha più parti rispetto a tutti gli altri ospedali della provincia, e che a Gela c’è una altissima incidenza di malformazioni neonatali.

Nel dicembre 2011, viene riconfermata nel riordino della Rete dei Punti Nascita, unitamente alla Ginecologia e Ostetricia di II livello. Nel giugno 2012 l’Asp determina i fabbisogni di strutture, macchinari e personale per la Ginecologia-Ostetricia ed Utin. Nel luglio 2012, il Manager Asp relaziona innanzi alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli Errori Sanitari le iniziative in atto e riceve da parte del Presidente della Commissione, On. Leoluca Orlando, sollecitato dal Csag,  la raccomandazione ad attivare l’Utin a Gela. Cionondimeno, l’Utin non decolla. Il Csag nel 2014 torna alla carica ed a gennaio 2015 scrive alla Commissione Sanità del Senato, la quale il 10 febbraio 2015 deposita una interrogazione con risposta orale da parte del Ministro alla Salute. Il 17 febbraio 2015 i componenti del Csag a seguito di una propria richiesta, partecipano ad una audizione in VI Commissione Ars Sanità, sulla problematica Utin e mancata apertura. Il 23 febbraio 2015, su richiesta del Csag, giunge a Gela la troupe di “Mi Manda RaiTre”, per verificare il perché dell’enorme ritardo dell’istituzione dell’Utin a Gela. Incassiamo la promessa - poi non mantenuta - del manager Asp 2 Carmelo Iacono che entro il 2015 sarebbe stata  attivata l’Utin a Gela. 

Il 2 luglio 2015, il ministro della Salute risponde all’interrogazione sull’Utin di Gela: il Ministro, avendo sentito gli attori in causa (Assessorato Regionale alla Salute, Asp 2, Commissione Sanità del Senato), concorda sul completamento della rete materno-infantile in Sicilia da effettuarsi entro il 31 dicembre 2016. Nonostante i tempi lunghi, Asp e Assessorato alla Salute nel frattempo reiterano a non attivare l’Utin. A distanza di anni, dopo altre sedute in VI Commissione Ars e pressioni continue, l’Utin a Gela non è ancora attiva.

Dopo oltre 10 anni dall’individuazione ufficiale, le mamme ed i bambini gelesi non possono essere garantiti in loco, nonostante l’alta incidenza di malformazioni neonatali. 

Al fine di sentire le persone informate sui fatti sopra descritti si indica:

- Franzone Filippo, residente in Gela, via Paganini,8 

tel. 340-6444307 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per quanto sopra esposto e motivato i sottoscritti cittadini di Gela, chiedono che l’Ecc.ma Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuando i possibili responsabili e procedendo nei loro confronti.

Chiedono di essere avvisati ex art. 406 c.p.p. in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari ed ex art. 408 c.p.p. in caso di richiesta di archiviazione.

Con osservanza. Gela, 23 settembre 2020

Comitato per lo Sviluppo  dell’Area Gelese