Mulè scrive a Musumeci: Castelluccio, monumento abbandonato

Mulè scrive a Musumeci: Castelluccio, monumento abbandonato

In settimana, l’ennesima denuncia pubblica dello storico prof. Nuccio Mulè (nel riquadro) in favore di uno dei più rappresentativi beni monumentali di epoca medievale. Mulè ha scritto una lettera garbata al presidente della Regione Musumeci e a vari dirigenti di enti e istituzioni preposti alla salvaguardia ed alla valorizzazione del patrimonio artistico, cultura e monumentale dei vari territori siciliani.


Il Castelluccio – una delle più rappresentative testimonianze lasciate dal re di Sicilia, nativo di Jesi, nelle Marche – stando a quanto denunciato dallo storico gelese, è classificabile tra i «più trascurati, disastrati e abbandonati».

Mulè ne chiede il recupero prima che vandali e ladri ne facciano scempio, cominciando a sottrarre parti della struttura i ferro, ed ha invocato l’interessamento del presidente, affinchè tuteli il bene, assicurandolo alla fruizione pubblica».

Ecco la lettera di Mulè a Musumeci.

«Pregiat.mo Presidente, non La voglio tediare scrivendo della “Caporetto” dell’archeologia gelese e nemmeno voglio infastidirLa scrivendo del randagismo dei cani all’interno delle aree archeologiche dell’Acropoli e delle fortificazioni greche di Gela, ma mi permetta almeno di porre alla Sua cortese attenzione un’incredibile situazione di abbandono decennale nei confronti di un importante bene monumentale che, nonostante sia stato da tempo inserito nell’itinerario dei castelli della provincia di Caltanissetta e della Sicilia, versa in uno stato totale di abbandono.

Si tratta del cosiddetto “Castelluccio”, a sette chilometri da Gela in contrada Spadaro, un fortilizio di epoca federiciana a cui la Sovrintendenza di Caltanissetta sin dal 1987 ha destinato con diversi finanziamenti una barca di soldi per restaurarlo e metterlo in fruizione.

Il “Castelluccio” e il territorio circostante hanno anche un’importanza primaria nell’itinerario di archeologia militare regionale perché sono stati sedi di capisaldi di bunker e anche perché sono stati i luoghi della “Battaglia di Gela” nel 1943, un’ultima vana e tragica resistenza all’avanzamento degli Alleati messa in atto dalla Divisione “Livorno” che perse allora settemila suoi soldati.

Nel 1993 il Castelluccio fu aperto alla pubblica fruizione e subito ebbe una significativa quantità di presenze; però, dopo quasi sei anni fu chiuso con la motivazione che non c’erano più finanziamenti né per pagare i custodi, né per il video controllo remoto.

Da 2000 in poi, gradatamente l’edificio è stato vandalizzato ferocemente, in particolare con l’asportazione di suppellettili dagli uffici e recentemente di un cancello in ferro massiccio di accesso ad una delle due torri. Inoltre, tale vandalismo ha riguardato anche lo scardinamento dell’impianto di illuminazione con relativa sottrazione dei fili di rame e lo sfondamento delle vetrate al piano superiore della struttura.

Pertanto, prima che comincino anche a sottrarre parti della struttura in ferro all’interno del “Castelluccio”, sarebbe auspicabile un Suo interessamento risolutore alla tutela, al recupero e alla fruizione di questo bene medievale di Gela.
Voglia gradire distinti saluti».

Nuccio Mulè (storico)