Elezioni ex province, ancora un rinvio

Elezioni ex province, ancora un rinvio

Da quando esiste, “il piccolo schermo”, o meglio la televisione, si è sempre dilettata ad emulare il “grande schermo”, ossia il cinema, attraverso le "serie Tv a puntate".

In Italia fino agli anni 70 erano in voga gli "sceneggiati", oltre ai cosiddetti "telefilm". Negli 80 e 90, telenovelas e soap opera dominarono il mercato ed alcune ancor oggi resistono, accanto alle attuali e sempre più cinematografiche "fiction" del terzo millennio. Format diversi con uno stesso leit-motiv nelle sceneggiature: i continui colpi di scena. Ma tutti questi format fanno solo un baffo alla (pseudo) riforma delle province in Sicilia. Una sceneggiatura che va oltre quella dei film e delle serie televisive, perché non vuole avere un finale e quindi si aggiorna puntata finale dopo puntata finale, lasciando aperta ogni possibilità, ogni opzione.

Come avevamo anticipato nel numero scorso, l'Ars aveva chiuso la seduta mettendo ai voti la proposta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl che intendeva rinviare le elezioni provinciali e metropolitane a settembre, dopo che erano state fissate con delibera di giunta presieduta da Musumeci, per domenica 19 aprile. L'Aula votò contro quella proposta e quindi positivamente per un ritorno del ddl all'esame della prima commissione che lo aveva bocciato. Una linea, peraltro, condivisa dallo stesso assessorato agli Enti Locali, ai fini di consentire una corretta rappresentanza ai comuni che vanno al voto questa primavera.

Un dietro-front che lasciava presagire quanto puntualmente successo all'inizio di questa settimana, con il ddl immediatamente incardinato ed esaminato in commissione il martedì, esitato positivamente e trasmesso a Sala d'Ercole, per essere già approvato il mercoledì in aula. Le elezioni vengono così rinviate ad una domenica da stabilire tra il 15 settembre ed il 15 ottobre prossimo.

In questa farsa, dai colpi di scena a non finire, è stata disposta la proroga ulteriore del periodo di commissariamento degli enti di area vasta, fissando il termine entro e non oltre il 31 ottobre di quest'anno. Nella legge è stato incluso anche un emendamento a firma dell'on. Giuseppe Lupo (Pd), che stabilisce già l’insediamento delle assemblee dei sindaci, tanto dei liberi consorzi comunali quanto delle città metropolitane.

«Un emendamento – secondo quanto si legge nel resoconto stenografico dell’aula – che affida ai commissari, che al momento svolgono le funzioni dei Consigli, il compito di proporre – nelle more dell’elezione dei Consigli e quindi in fase di prima applicazione – gli schemi degli Statuti che possono essere regolarmente approvati per l’ordinario funzionamento delle assemblee dei sindaci, al fine di consentire a quest'ultime di svolgere un lavoro utile in sinergia con i sindaci metropolitani a Palermo, Catania e Messina, nonché con i commissari che pro tempore reggono le funzioni che saranno successivamente attribuite ai presidenti dei liberi consorzi».

Il ddl è stato approvato dall’aula con 31 voti favorevoli e 2 astenuti su 33 presenti. Ha disertato il voto il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle: «non ci stiamo, quella in corso è una inutile pantomima che nasconde interessi esclusivamente politici e che non tiene in nessun conto i servizi al cittadino. È un gioco da cui ci tiriamo fuori». Lo hanno affermato in Aula i deputati del M5S al’Ars, annunciando la non partecipazione al voto sul ddl relativo alle elezioni delle ex province. «Siamo stati sempre contrari alle province – ha affermato Gianina Ciancio – ma abbiamo perso la grande occasione di eliminare poltrone, doppioni, stratificazione di competenze e rimpalli di responsabilità.

Quello di cui si discute da anni, ormai, a causa anche della legge Delrio, non è né carne né pesce. Fino a quando non affronteremo il problema dei servizi al cittadino, votare ora o a settembre non fa nessuna differenza. Non abbiamo partecipato alla votazione – ha aggiunto la deputata Elena Pagana – per prendere le distanze dal metodo utilizzato sia in commissione che in aula. Non è la prima volta che si rinviano le elezioni e che gli sforzi di un’intera assemblea si concentrano su questioni meramente legate ad obiettivi politico-elettorali, mentre la Sicilia aspetta risposte e responsabilità. Mi auguro che lo stesso impegno e celerità profusi per il rinvio delle elezioni lo si possa vedere anche in altre occasioni».

 I comitati referendari: La riforma delle ex province è una telenovela

Nel vocabolario Treccani la parola “telenovela” viene definita nel seguente modo: storia interminabile, un po’ stucchevole, caratterizzata da colpi di scena, situazioni complicate e melodrammatiche.
È un vocabolo vecchio ormai, ma calza a pennello con l’attività svolta dalla Regione Siciliana e dall’Ars in tema di riforma delle ex province, oggi Liberi Consorzi e Città Metropolitane.
Ieri all’Ars è stato votato l’ennesimo rinvio delle elezioni dell’ente intermedio siciliano, rinvio che appare come una farsa, tutta sicula.

Oramai tutti conoscono i tempi biblici dell’Ars nel produrre Leggi, eppure quando vuole… Appena il 18 febbraio è stato dato il via libera in I Commissione del Ddl che rinvia le elezioni delle ex province, il 20, due giorni dopo è approvato all’ARS. Con dichiarazioni melodrammatiche e colpi di scena tipici della telenovela.

Infatti il 4 febbraio 2020 l’assessore delle Autonomie Locali, Bernadette Grasso dichiara: che l'intenzione del governo è quella di procedere alle elezioni e porre fine alla lunga stagione dei commissariamenti delle ex province regionali. Mentre il 18 febbraio 2020, appena 14 giorni dopo, sempre in I Commissione dichiara: che il rinvio consentirebbe di superare alcune criticità di ordine tecnico emerse in relazione al correttivo del voto ponderato previsto dalla legge per assicurare parità di trattamento ai comuni della stessa fascia demografica aventi attualmente un diverso numero di consiglieri.

Infine propone di prevedere lo svolgimento delle suddette elezione in una data compresa tra il 15 settembre ed il 15 ottobre 2020.
Aldilà del fatto che i comitati di Gela, Piazza Armerina e Niscemi hanno più volte segnalato il problema del voto ponderato, cosa superata a sentire gli uffici della Regione Siciliana, ed oggi riproposta, si è perso il conto delle Leggi prodotte sull’argomento dal 2013 ad oggi.

Poi l’emendamento del deputato Lupo (Pd), un altro colpo di scena, si perché non si permette di avere una rappresentanza democraticamente eletta in seno ai Liberi Consorzi e Città Metropolitane ma, si consente l’insediamento dell’assemblea dei sindaci “per garantire collegialità e partecipazione migliorando l’attività delle ex province già prima del voto” . Una assurdità che già svela come nemmeno a settembre c’è l’intenzione di portare al voto le ex province. Del resto l’attività parlamentare a volte dura fino a pochi giorni dopo ferragosto, ma per il rientro è meglio affidarsi a “Chi l’ha visto?”, visto che prima della fine di settembre, vige la latitanza.

Di tutto si parla tranne delle variazioni territoriale scaturite dalle l.r. 8/14 e 15/15, ovvero delle volontà manifestate, nel rispetto delle leggi prodotte dall’Arse attualmente in vigore, dalle comunità di Gela, Piazza armerina, Niscemi e Licodia Eubea. Eppure, magari peccheremo di egocentrismo, abbiamo la convinzione che anni di rinvii e commissariamenti, siano legati alla nostra vicenda, alle variazioni territoriali che variano anche i collegi elettorali per le elezioni regionali.
Logorio, come una telenovela che logora i più (molti iniziano la serie per poi interromperla per le troppe puntate da seguire), la Regione e l’Ars vogliono logorarci, del resto in politica quando non si vuol fare… si rinvia.
Abbiamo speso diverse migliaia di euro in spese legali di tasca nostra, per approdare al Tar, ed ogni volta che ci arriviamo puntualmente arriva il rinvio, e tutto ricomincia.

È una vicenda indecorosa, roba da paesi latino-americani degli anni 70’-80’, eppure si continua a rinviare e a non affrontare le volontà popolari di comunità che si sono democraticamente espresse.
Che dire, abbiamo iniziato nel 2014 (il comitato gelese ha iniziato la sua attività nel 2006), abbiamo dimostrato di resistere ad ogni sopruso e soverchieria, al tempo, alla politica. Noi ci siamo, e siamo determinati a seguire tutte le puntate di questa squallida telenovela.

Filippo Franzone (coordinatore Csag)
Salvatore Murella (portavoce Comitato referendario)
Luigi Gualato (portavoce Comitato per i Liberi Consorzi)
Gaetano Buccheri (portavoce Consulta Niscemi per Catania)