Wwf ammessa come parte civile nel processo contro Sikania Resort per inquinamento ambientale

Wwf ammessa come parte civile nel processo contro Sikania Resort per inquinamento ambientale

Martedì 16 febbraio, presso il Tribunale penale di Gela, si è svolta la prima udienza del processo contro il “Sikania Resort” per i reati di inquinamento ambientale di cui all'art. 452-bis del codice penale e deturpamento di bellezze naturali di cui all'art. 734 del codice penale.

Ammessa la costituzione di parte civile dell'associazione di volontariato Wwf Sicilia centrale, rappresentata e difesa dall’avv. Salvatore Patrì, del foro di Caltanissetta, con il parere favorevole del Pm Ubaldo Leo e l’accoglimento del giudice Marica Marino: «una decisione importante –- dichiara l’avv. Salvatore Patrì – perché è la prima volta che il Wwf viene riconosciuto come parte civile in un processo del Tribunale di Gela». Una decisione che rappresenta un chiaro precedente: «ci è stata riconosciuta - prosegue Ennio Bonfanti, presidente dell’associazione - l’attività svolta da anni sul tema della tutela e conservazione della natura e della biodiversità nel territorio nisseno».

L'indagine fu avviata nel 2018 dalla Procura presso il Tribunale di Gela, retta dal dott. Fernando Asaro, il quale allora affermò: «dal 2006 hanno spianato la spiaggia e distrutto le dune violando norme a tutela di quell’area e per cui il Gip ha disposto il sequestro preventivo per inquinamento ambientale. Gli imprenditori possono sviluppare attività economiche, ma nel rispetto della norme. L’economia deve rispettare il diritto e ciò vale per un petrolchimico così come per un resort». Lo stesso pm, il sopra citato dott. Ubaldo Leo, ebbe ad aggiungere: «le dune andavano superate con passerelle e questo non è mai avvenuto. La vegetazione è completamente distrutta. Il danno non è irreparabile ma i consulenti hanno ammesso che serviranno quindici anni per ripristinare quell’ecosistema».

In definitiva, secondo l'accusa, per la realizzazione dell’area balneare del villaggio turistico furono sbancate e distrutte le dune costiere e la macchia mediterranea, con grave danno ambientale, ecologico, floro-faunistico e paesaggistico all’interno del Sic (Sito di importanza comunitaria) “Torre Manfria”, area protetta e sottoposta a vincolo naturalistico. Per questo motivo il resort fu sottoposto a sequestro dalla Guardia di Finanza, che accertò anche la violazione delle prescrizioni inserite nelle concessioni ed autorizzazioni rilasciate sia dal Comune di Butera che dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia. Per tali condotte, furono denunciati l’ex patron del Messina calcio, Pietro Franza, in qualità di legale rappresentante della società Falconara s.r.l., titolare della concessione edilizia rilasciata dal comune di Butera, unitamente a Nardo Filippetti, in qualità di legale rappresentante della società Eden s.r.l., gestore del complesso turistico.