Autostrada Siracusa-Gela: lezione dai ragusani

Autostrada Siracusa-Gela: lezione dai ragusani

Giorni fa il Consorzio per le autostrade siciliane, più comunemente conosciuto con l’acronimo “Cas”, ha inaugurato l’apertura di due nuove corsie lungo l'interminabile autostrada “Siracusa-Gela”.

Un momento che dalle nostre parti rimane agognato, ma che per l'ex provincia di Ragusa si è tradotto in una sorta di evento storico, giacché quello ibleo era rimasto l'unico ente intermedio italiano senza un tratto o collegamento autostradale. Il percorso in questione, che da Rosolini finisce fino al casello per Ispica (e Pozzallo), collega ora i liberi consorzi di Siracusa e Ragusa. 

A tagliare il nastro dell'inaugurazione di quella che è stata ribattezzata per l'occasione come la nuova “Autostrada del sud-est”, ha provveduto in prima persona il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, presente assieme all’assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone, ai vertici del Cas, ai rappresentati dell’impresa “Cosedil spa”, ai delegati del Ministero delle infrastrutture, nonché autorità civili, militari e religiose, parlamentari e sindaci di comuni del sud-est siciliano.

Un giorno straordinario, una festa, a tutti gli effetti: «dovrebbe essere una giornata di ordinaria amministrazione – ha sinteticamente commentato ai microfoni il presidente Musumeci – ma la contingenza diventa storica in una regione ed in un mezzogiorno d'Italia dove le opere, purtroppo, durano nella loro realizzazione, tanti anni». Invero, l'inaugurazione è avvenuta cinque anni dopo la posa della prima pietra, con due anni di ritardo rispetto a quelli preventivati, anche a causa delle difficoltà economico-finanziarie della “Condotta spa” che si era aggiudicata l'appalto ed a cui è subentrata nel 2019 la Cosedil Spa, che ha ultimato i lavori andati nell’ultimo biennio un po' a rilento a causa della pandemia.

«Abbiamo fatto centinaia di collaudi – ha sottolineato l'on. Falcone – affinché questo tratto autostradale fosse in regola sotto il profilo statico, tecnico ed amministrativo». Per l’assessore regionale alle infrastrutture portare l’autostrada a Ispica e Pozzallo è stato un impegno mantenuto dal governo Musumeci e che costituisce una sorta di «riscatto per il siracusano e il ragusano» oltre che per l’intera isola. L’assessore Falcone lo ha definito «un grande gioco di squadra per un obiettivo raggiunto tutti assieme». 

Ma non è tutto. Esitato favorevolmente il collaudo della commissione nazionale del Mit, con l'inaugurazione avvenuta il 3 agosto scorso, la “Siracusa-Gela” si è dotata di due corsie autostradali che attraversano i territori di Noto, Rosolini e Ispica, passando per il viadotto Scardina, ma a questo lotto numero 7, su cui i potrà transitare per ora liberamente, senza pagare alcun pedaggio, si accoderà come da programma entro l'anno prossimo (2022) anche il lotto numero 8, che porta fino a Modica ed i cui lavori sono in costruzione, per non dire in fase avanzata. 

Inoltre, fanno sapere dal Cas che è quasi attivata la progettazione esecutiva e definitiva (per un valore di circa 30 milioni) dei 25 chilometri dei lotti 9, 10 e 11 che consentiranno di allungare l’autostrada fino Marina di Ragusa, passando da Scicli: «la Rosolini-Ispica - riportano in una dichiarazione congiunta i manager del Cas - rappresenta l’inversione di tendenza che questa governance ha voluto imprimere al consorzio.

Abbiamo trovato dei lavori morenti e li abbiamo trasformati in uno dei cantieri più grandi del sud Italia, con impiegati circa 400 professionisti e dove la sicurezza sul lavoro e la qualità di esecuzione hanno rappresentato le nostre priorità sin dall’inizio, consentendoci di finire l’opera senza incidenti e nei tempi previsti. Uno dei cantieri più grandi del Sud Italia, frutto di un impegno straordinario e a tratti anche di anticipazioni finanziarie erogate dal Consorzio».

Ricordiamo che il “Consorzio per le Autostrade Siciliane” è stato costituito nel 1997, frutto della unificazione dei tre distinti Consorzi concessionari “Anas” operanti in Sicilia per la costruzione e gestione delle autostrade “Messina – Palermo”, “Messina - Catania – Siracusa” e “Siracusa – Gela”. Il Cas è succeduto, in tutti i rapporti giuridici posti in essere dai tre diversi Consorzi autostradali di cui sopra ed ancor oggi, la sua natura giuridica è di ente pubblico regionale non economico sottoposto al controllo della Regione Siciliana, con sede a Messina ed uffici di rappresentanza a Roma e Bruxelles. Per il completamento delle tre autostrade sopra citate, infatti, il consorzio si avvale dei contributi di Stato, Regione siciliana e Comunità europea, ovvero di altri enti pubblici e provvidenze nazionali, regionali e comunitarie in vigore.

Ovviamente esiste un fondo di dotazione, a sua volta generato dai fondi di dotazione dei tre disciolti enti autostradali ed è pari a € 36.855.315,27 (cioè (71.361.841.300 delle vecchie lire). Socio di maggioranza con il 90% delle quote azionarie è la Regione siciliana. Altri soci sono le ex Province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa mentre, guarda un po’, non c’è quella di Caltanissetta.

Stesso dicasi per le Camere di Commercio di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa. Il Consorzio Asi di Messina e, quindi, i Comuni di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Patti, Catania, Siracusa, Rosolini, Modica, Ragusa e Gela (che detiene lo 0,076% delle quote azionarie a fronte di un contributo di 54.774.000 delle vecchie lire, oggi pari 28.288,41 euro). Evidentemente, siamo di fronte a quote non rimborsabili né alla scadenza delle concessioni, né in caso di recesso. 

Se le altre due tratte autostradali sono state completate, la Siracusa-Gela è ancora lungi dall’esserla. Questo giornale ne segue le vicende, praticamente, sin da quando è nato. L'intero tracciato autostradale, da Siracusa a Gela (versante est urbano), è lungo oltre 130 km. Sul piano progettuale, la tratta è stata divisa in 3 tronchi: il 1° tronco “Siracusa – Rosolini” (con i lotti 3 "Avola", 4 "Noto" e 5 "Rosolini", dopo i primi due che portano a Cassibile); il 2° tronco “Rosolini – Ragusa” (con i lotti 6 " Ispica", 7 "Viadotti Scardina e Salvia", 8 "Modica"; il 3° tronco “Ragusa – Gela” (con i lotti 9 "Scicli", 10 " Irminio", 11 "Ragusa", 12 "S. Croce Camerina", 13 "Comiso", 14 "Vittoria", 15 "Dirillo", 16 "Gela Est"). Nel 2022, pertanto, arrivando a Modica si completerebbe il 2° tronco. 

Nel 1970 il ministro dei Lavori Pubblici, allora pure presidente dell'Anas, assegnò la concessione, ma solo nel 1984 viene aperto al traffico, senza pedaggio, il tratto Siracusa-Cassibile. Poi l'articolo 18 bis della Legge Bucalossi (L. 492/75), costringe anche il Consorzio autostradale ad una lunga inattività, con la politica locale rassegnata e silente. Con la crisi della prima Repubblica e dei partiti di massa, la nuova classe politica aretusea inizia ad alzare la testa ed approfitta sul finire del secolo, più precisamente nel 1997, dell’unificazione dei tre enti autostradali nel Cas che fa istanza al Ministero dei lavori pubblici per ottenere un finanziamento di 475 miliardi, utilizzati per il completamento del 1° tronco “Siracusa-Rosolini”.

Va da sé che è stata poi la politica iblea abile a fare gioco di squadra, raccogliendo idealmente il testimone da quella siracusana per spingere intanto per il completamento del 2° tronco fino a Modica. I gelesi dovranno quindi affidarsi in futuro ai politici della “provincia babba” perché dipenderà dalla loro forza propulsiva il completamento del 3° tronco dei cui 8 lotti complessivi, solo l’ultimo è completamente in territorio nisseno.

I ragusani, ne siamo certi, non si accontenteranno di fare arrivare l’autostrada fino a Marina di Ragusa e Santa Croce di Camerina perché puntano sulla sopravvivenza dell’aeroporto di Comiso, alla cui riqualificazione (dopo la dismissione “militare” e la conversione “civile”) questa infrastruttura per il trasporto su gomma è funzionale; oltre che su quella del comparto agricolo. E per questo, quindi, mireranno ad arrivare fino a Vittoria e contrada Dirillo. A quel punto mancherebbe solo il lotto che porta a Gela.

E’ indubbio che la neo ribattezzata “autostrada del sud est” sia stata pensata non solo per servire un’allora importantissima area industriale, lungo la direttrice dell’oro nero “Siracusa-Ragusa-Gela”. Ma anche un’area di grande interesse storico, archeologico e quindi turistico. Senza dimenticare la sopra richiamata vocazione agricola e commerciale-aeroportuale. Un’area priva di grande arterie stradali. Non è un mistero che continuamente associazioni datoriali, sindacati, club services e diversi corpi intermedi ne invocano il totale completamento con l’approdo a Gela, che resta, allo stato dell’arte, solo un miraggio per l’incapacità della classe politica locale di fare quadrato, attorno un’infrastruttura vitale per uno sviluppo vero – e non solo a parole – del territorio.