Un hub aeroportuale sul Mediterraneo, Gela rischia ancora una volta di restarne fuori

Un hub aeroportuale sul Mediterraneo, Gela rischia ancora una volta di restarne fuori

E' passato un mese dall'incontro tenutosi a Catania tra il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e i sindaci del comprensorio gelese.

Sul tavolo della discussione è stata avanzata la proposta di un'inversione di marcia nell'iter di completamento dell'autostrada Siracusa-Gela (lotti 15, 16 e 17), facendo partire stavolta i lavori da Gela, sulla base di una variante presentata dal sindaco Lucio Greco. Una richiesta sostenuta da diversi comuni, tra cui i presenti sindaci di Licata, Niscemi, Acate, Vittoria e lo stesso Comiso. 

Allo stato dell'arte esiste solo un progetto preliminare del tracciato, ma esiste e su quello si può lavorare. Parte da Gela, arriva fino all’ingresso dell’aeroporto "Pio La Torre" ed è stato realizzato da una società incaricata dal Cas. Si è stimato che per renderlo definitivo ci vogliono dai 40 ai 50 milioni di euro che dovrebbe finanziare la Regione. Ecco il perché dell'incontro con Musumeci.

«Il presidente si è detto favorevole – aveva dichiarato al termine della riunione il sindaco di Gela, Lucio Greco – e ha annunciato che si attiverà per reperire questi fondi, fondamentali per far uscire dall’isolamento il profondo sud della Sicilia. Riuscire ad avere il progetto definitivo sarebbe davvero un grande passo in avanti, e faremo il possibile per ottenerlo. Basti pensare che in 10 minuti circa, partendo da Gela, saremmo all’aeroporto di Comiso, con tutti i vantaggi logistici che ne deriverebbero. Ci auguriamo, dunque, che dalle parole si passi presto ai fatti».

Auguri finora tutt'altro che ben spesi. Nessun riscontro da Palazzo d'Orleans, mentre sempre nella città degli elefanti si è tenuto un importantissimo convegno in cui sono stati spiegati i termini del futuro "hub aeroportuale del mediterraneo" attraverso gli scali delle aerostazioni di Fontanarossa e Comiso. 

Un convegno aperto proprio da Musumeci che ha portato un breve saluto. In vista di un tale ambizioso progetto, post pandemia e di respiro internazionale, si è proceduto alla fusione delle due società di gestione: la Sac (Catania) e la Soaco (Comiso). Non a caso sull'importanza di un'unica società di gestione si sono soffermati nei loro interventi i rispettivi presidenti: «la fusione per incorporazione di queste due società – ha affermato il presidente di Sac, Sandro Gambuzza – non si riduce ad un fatto meramente amministrativo» ma di due progetti che confluiscono in un solo progetto  che «non è solo un progetto di integrazione di due società – ha aggiunto il presidente di Soaco, Giuseppe Mistretta – ma di integrazione di due territori, con l'apertura di una vera e propria porta di ingresso a sud-est». 

Fra i tanti interventi tecnici, il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, ha evidenziato come «si delineano i contorni di un’infrastruttura che servirà un bacino molto grande e con grandissime prospettive, non solo con riguardo al traffico passeggeri imponente di Catania, ma anche per la possibilità di sfruttare un prezioso patrimonio che sta attorno l’aeroporto di Comiso, con la realizzazione dell'asse viario Ragusa-Catania a nord-est e il congiungimento di Gela a Comiso, attraverso l'autostrada, a sud-ovest». 

Se a ciò aggiungiamo le potenzialità del gate portuale all’interno dell’autorità portuale della Sicilia occidentale e del riconoscimento delle “Zes”, ad esempio retro-portuali, nell’ambito della Sicilia orientale, forse ce la facciamo ad evitare di fare ancora una volta da spettatori e di uscire dall’equivoco di chi è in posizione mediana tra est ed ovest e quindi né carne, né pesce, godendo una volta tanto invece nell’essere entrambe le facce della stessa medaglia.