Gli applausi di Mattarella a Pupi Avati alla Prima romana de “Il Dante che incanta”

Gli applausi di Mattarella a Pupi Avati alla Prima romana de “Il Dante che incanta”

«Quando nel 1999, mi trovai a Todi ad intervistare Pupi Avati sul set de “La via degli Angeli”, non avrei mai immaginato che la nostra collaborazione si sarebbe sviluppata per oltre 20 anni sino ai nostri giorni.

Una collaborazione divenuta presto amicizia affettuosa, proficua, profonda,  basata sulla stima e il reciproco rispetto. Con Avati si può dire che è iniziativa la seconda parte della mia carriera e da lui ho imparato tantissimo. Sono felice che l'approdo di questo felice percorso, senza peraltro escludere altri traguardi, sia stato questo straordinario film su Dante Alighieri.

A questo progetto sul divin poeta Avati ha lavorato per oltre 20 anni e finalmente, quando forse lui stesso cominciava a disperare, ecco che si è concretizzato con risultati a dir poco commoventi, per la bellezza, la poesia, ma anche le asprezze che emergono da questa opera sua cinematografica”.

Questa la testimonianza di Gianni Virgadaula (nella foto con Pupi Avati) ad una settimana dalla prima istituzionale di “Dante” svoltasi il 16 giugno a Città del Vaticano presso l'Auditorium di Via della Conciliazione. Una serata di gala, elegante, raffinata, che ha visto la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche i presidenti della Camera e del Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, i quali con la loro presenza hanno voluto rendere i più alti omaggi al cineasta bolognese, oggi certamente il più rappresentativo dei nostri registi. 

Un uomo che a dispetto dei suoi 83 anni conserva una energia e un entusiasmo incredibili, non a caso sta già preparando il suo prossimo film. Ma è indubbio che con “Dante” egli abbia raggiunto il più alto dei suoi traguardi, la summa di un percorso artistico lungo 54 anni. Da qui si comprende quando possa essere stato professionalmente importante per Virgadaula abitare la corte di “mastro Pupi” per oltre 4 lustri. 

Una “scuola” che ha consentito al regista gelese di “specializzarsi” con ciò che sul set non si vede, con i dietro le quinte. Non a caso anche in “Dante” egli ha realizzato uno special, incentrato in particolare sulle prime settimane di lavorazione svoltesi in Umbria.

Complessivamente sono state 11. Il backstage, intitolato “Avati racconta Dante, appunti dal set” è già stato presentato a maggio alla settimana delle Comunicazioni sociali organizzata dall'Arcidiocesi di Catania. E prossimamente sarà presentato a Roma alla Casa del Cinema. Ma intanto si avvicina il 2023, l'anno che per Virgadaula segnerà i 40 anni di carriera. Gli abbiamo chiesto dei suoi programmi. 

«Sto per pubblicare un manuale di cinematografia che avrà la prefazione di don Giuseppe Costa. E ho due film in programma, di cui preferisco non dare approfondimenti per... scaramanzia.  Per il resto, posso dire di avere esordito a Cinecittà nel 1985 con un signore che ha vinto 5 premi Oscar e che si chiamava Federico Fellini.

Ora come Pupi ha prodotto il suo “Dante”, anche io vorrei realizzare il film della mia vita...senza dovere attendere necessariamente gli 80 anni. Mi piacerebbe pure – io che sono nato a Milano sebbene figlio di siciliani – di potere avere un giorno la “cittadinanza onoraria” gelese, dato che a Gela penso di avere dato tanto, più di quanto si possa credere.

  In 40 anni credo comunque di avere fatto delle cose interessanti e non mi sono mancati i riconoscimenti da parte di personaggi che veramente hanno fatto la storia del cinema. Sul mio modo di essere? Sono tradizionalista, legato a tutti quei valori che mi sono stati trasmessi dai miei genitori, dai miei buoni insegnanti e da santi sacerdoti. Sono cristiano e voglio a tutti bene, anche ai miei nemici, non solo perché questo è il più importante insegnamento evangelico lasciatoci da Cristo, ma anche perché chi ti ostacola, ti insegna l'arte della difesa, e quindi se voleva indebolirti finisce infine per fortificarti». 

Tornando invece alla pellicola di Avati, prodotta da DUEA e Rai Cinema, c'è da dire come dopo gli applausi riscossi alla prima romana – bravissimi gli interpreti Sergio Castellitto (Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante) e Carlotta Gamba (Beatrice) – l'opera verrà distribuita nelle sale a partire del 29 settembre, con la prestigiosa etichetta 01.

Ma la pellicola non parteciperà a Venezia e a nessun altro importante festival. Una decisione quella di Avati e dei produttori che sta facendo discutere, ma che trova una sua logica nelle parole del regista: «Dante è un film che ha un suo specifico, uno strumento di divulgazione della nostra cultura, un 'opera da tutelare, e non può seguire le logiche festivaliere o del mercato. Sarebbe riduttivo e si verrebbe a tradire lo spirito per cui quest'opera è nata».