Moto civico: "La politica decida nella verità e trasparenza"

Moto civico: "La politica decida nella verità e trasparenza"
L'associazione “Moto Civico” riconosce alle forze politiche presenti in consiglio comunale la legittimità delle proprie decisioni, attraverso le scelte che effettueranno i consiglieri comunali sulla mozione di sfiducia. Ciò che rivendichiamo è che prevalga una volta per tutte la trasparenza e la responsabilità delle proprie affermazioni, nei confronti di una città che è al collasso, ridotta in condizioni disastrose.
Se si dice di voler RINUNCIARE alla sfiducia per tentare DISPERATAMENTE di evitare il dissesto, è un ragionamento che, condivisibile o meno, accettiamo per onestà intellettuale. Lo accettiamo perché confutarlo equivarrebbe ad una forzatura ed un processo alle intenzioni che non ci affascina e dunque non ci appartiene.

Ma se il ragionamento è RINVIARE la sfiducia per vedere cosa fa il sindaco, quali carte porta fra un mese (e mezzo), eccetera, eccetera, nella SPERANZA che si riesca ad evitare il dissesto, mentre in caso contrario poi lo si può comunque sfiduciare, non lo accettiamo perché sarebbe l’ennesima, vile, spudorata, vergognosa e colossale menzogna che si vuole rifilare alla città. Il vero fine di un tale ragionamento e vero obiettivo della “non sfiducia” diventa chiaro: arrivare a fine mandato, evitando la “vergogna” del dissesto (quinquennale) con la “dissimulazione” del Predissesto (decennale) che significa comunque la certificazione che l'ente comunale è al default, cioè al fallimento, nel tentativo palese di volerlo nascondere alla pubblica opinione. E’ mero opportunismo politico, un farsa tristemente gattopardesca, pensata non certo per “il bene della città”. Asserire che martedì pomeriggio qualcuno non sfiducerà il sindaco e non interromperà questo mandato un anno prima della scadenza naturale, perché si vuole “congelare la sfiducia” di un mese (e mezzo), giusto per dare all'amministrazione in carica la possibilità di apportare i correttivi per evitare il dissesto, nel tentativo disperato di “salvare così la città”, è una bugia grande quanto un grattacelo di mille piani. Non lo accettiamo. Consapevole o inconsapevole, in buona fede o in cattiva fede, è una bugia madornale e tale rimane. Non la accettiamo. La sfiducia, in realtà, è possibile solo adesso, più avanti non sarà più possibile. Infatti, ciò che l'amministrazione ha ottenuto dalla Corte dei conti è la proroga di un mese (da metà maggio a metà giugno) per decidere se dichiarare il dissesto oppure se apportare i correttivi in un piano da elaborare nei tre mesi successivi e da presentare alla Corte dei conti entro metà settembre. Ciò che il consiglio comunale riceverà in questo mese e mezzo, nel frattempo, sarà unicamente il rendiconto consuntivo 2021, propedeutico al piano di correttivi. Non ci saranno altre carte o chissà cosa. A metà giugno l'amministrazione non svelerà alcun correttivo, ma trasmetterà solo la propria decisione al consiglio comunale, chiamato inevitabilmente a ratificare una delle due possibili opzioni scelte dall’amministrazione: 1) il dissesto (qualora addirittura non fosse riuscito nel frattempo nemmeno a produrre il rendiconto 2021); 2) l’adesione al piano di correttivi (giustificato dal rendiconto 2021 prodotto). Il consiglio comunale dichiarerà il dissesto nel primo caso, oppure delibererà nel secondo caso il ricorso al piano di correttivi, che verosimilmente sarà un piano pluriennale di correttivi (almeno decennale), altrimenti definito PREDISSESTO: IL VERO “PATTO” CHE DA MESI L’AMMINISTRAZIONE PROPONE SOTTOBANCO ALL’OPPOSIZIONE ED ALL’INTERO CONSIGLIO COMUNALE. La delibera del consiglio comunale di ricorso alla procedura di Predissesto non approva alcun correttivo, ma è una semplice dichiarazione di adesione ad un piano di correttivi che devono ancora essere individuati, entro i 90 giorni dalla data di esecutività della delibera che saranno concessi, per legge, dalla Corte dei conti. Sicché, presentato il Piano di Predissesto (con i correttivi) a metà settembre, la Corte dei conti si prenderà almeno un mese per decidere. Ciò significa che per sapere se si è riusciti nell’intento di evitare il dissesto, si “congela” la sfiducia per CINQUE mesi e mezzo, non un mese e mezzo. E se la Corte dei conti dovesse bocciare il piano di correttivi, aprendo la procedura del dissesto, saremo già a metà ottobre e dunque nell'ultimo semestre di mandato, quando cioè non è più possibile sfiduciare il sindaco. Quand’anche già a metà settembre l’amministrazione non presentasse alcun Piano di Predissesto, la Corte invierebbe la segnalazione (che i tre mesi sono inutilmente decorsi) al Prefetto di Caltanissetta, il quale invierebbe al Consiglio comunale la diffida a dichiarare il dissesto entro venti giorni. Saremo già entrati lo stesso nel semestre conclusivo del mandato e nessuna, paventata, “sfiducia punitiva” (nei 30 giorni successivi) sarebbe più possibile. Il Direttivo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.,this)" style="color: rgb(0, 0, 204); outline: none;">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.