Il Palazzo dei veleni

Il Palazzo dei veleni

Il termine per l'approvazione del pef, documento propedeutico all'innalzamento della tariffa sui rifiuti, scade sabato 31 marzo, coincidente, quest'anno, con la vigilia di Pasqua, benché tecnicamente si potrebbe lasciare aperta la seduta di venerdì e chiuderla il 3 aprile, nel rispetto comunque dei termini di legge.

Davvero difficile ipotizzare un esito al riguardo, anche perché la posta in gioco è più alta, in un clima che ne deriva, a dir poco avvelenato, tra sospetti dietro le quinte e dispetti in aula. Insomma, in una fase peraltro in rapida evoluzione, non tutti i consiglieri si fidano di chi è seduto al proprio fianco ed il caos regna sovrano. Non solo, ma il clima in aula si fa sempre più avvelenato


Una non approvazione del Pef sarebbe la terza sberla di fila subita in pochi giorni dal sindaco, dopo essersi visto costretto a ritirare l'atto presentato sulle modifiche dello statuto della Ghelas e dopo essersi visto recapitare pubblicamente un invito a dimettersi votato da ben 20 consiglieri comunali, sui 24 presenti. Dei 4 contrari, Bennici, Pingo, Cascino e Sammito, questi ultimi due hanno negato di voler dare un sostegno a questa amministrazione.

Chi ha manifestato chiaramente l'apertura di un dialogo con la giunta è stata l'esponente di Sicilia Futura, Sandra Bennici, che ha palesemente non condiviso il documento redatto da Ventura, sconfessando di fatto l'operato del suo capogruppo consiliare.


La percezione che il sindaco ed il suo vice stiano lavorando sottobanco per ottenere il sostegno di 12 apostoli, se non meno almeno per ora, è diffusa tra gli scranni del civico consesso. Non ne fa mistero il consigliere grillino Enzo Giudice. «Spero di sbagliarmi – ci svela – ma secondo me hanno già un minimo di consiglieri pronti a sostenere l'amministrazione, a partire dall'approvazione di questo Pef.

A mio avviso hanno già un numero di consiglieri fidati. Io non voterò mai questo Pef e uscirei dall'aula per far cadere il numero legale se fossi uno dei 12 consiglieri presenti, con il rischio di veder approvato l'atto grazie al voto favorevole di soli 7 consiglieri. In tal caso, sarebbe – conclude l'esponente pentastellato – la conferma di come questa amministrazione abbia distribuito nomine ed incarichi solo per sostenersi e sopravvivere».


Non le manda certo a dire il consigliere di Noi con l'Italia-Udc, Enzo Cirignotta: «E’ inaccettabile l’atteggiamento del sindaco che dopo tre sedute, non appena ha capito che ci apprestavamo a votare lo schema dell’atto sulla Ghelas, articolo per articolo, si è alzato e lo ha ritirato. E' chiaro che per lui la priorità rimane il Pef e l’assillo di aumentare la Tari del 47%. Si tratta di un documento che non dovremo approvare – prosegue l'esponente centrista – premesso che metteremo tutte le strategie politiche necessarie per evitare un salasso alla città. Questa è una giunta politicamente sprovveduta, senza una visione complessiva della città. Una giunta che naviga a vista e che in tre anni non è mai riuscita a trovare una condivisione con il consiglio su nessuno dei temi importanti”.


A rincarare la dose, non esita poi il dem Guido Siragusa. «Mi pare evidente che il duo Messinese-Siciliano non riesca a trovare un gruppo di consiglieri comunali che abbiano il coraggio di appoggiare alla luce del sole le scelte importanti di questa amministrazione. Sulla Ghelas, ad esempio, abbiamo assistito ad una sceneggiata napoletana che ha mostrato come non sappiano quel che fanno.

Sul Pef – prosegue Siragusa – sono dell'avviso che non si può condividere un piano che ha come unica finalità, quella di imporre alle famiglie gelesi un aumento della tariffa del 45%, in un documento che non fa chiarezza su come sono stati spesi in un anno 4,2 milioni in più rispetto a quelli previsti contrattualmente.

Una scatola chiusa in cui non c'è sufficiente chiarezza documentale. Siciliano è molto attivo nel cercare di convincere quanti più consiglieri, trasversalmente, con risultati che a breve appureremo. Tutto ciò è frutto dell'incapacità di selezionare classe dirigente dal parte del M5S che con Messinese prometteva il cambiamento ed invece ha rifilato ai gelesi la classica sola».


Più conciso, ma non meno diretto, infine, il forzista Totò Scerra. «Inutile girarci troppo attorno, quello che stiamo vedendo in questi giorni in aula è la conferma ennesima di come ci troviamo di fronte ad un'amministrazione composta da gente semplicemente impreparata e che lavora in modo approssimativo, con la città che ne risente in una inevitabile cattiva gestione.

Per essere chiari – precisa il capogruppo di Forza Italia – il documento sulle dimissioni l’ho votato per coerenza, ma non l’ho firmato perché Io sarò disposto a firmare solo un documento di sfiducia, ma che sia di vera sfiducia. Invero, c’è troppo caos e molti consiglieri sono senza guida di partito. Noi ci auguriamo che questa avventura promiscua Movimento 5 stelle/Messinese e company, finisca il prima possibile. Forza Italia – chiosa Scerra – è e sarà sempre all’opposizione”.