Le nuove sfide alla politica regionale

Non solo immigrazione e integrazione nella proposta Politica di Mediterraneo, Sicilia, Europa, Progetto Maurizio Caserta, l’associazione che da quasi due anni opera nel territorio regionale e dalla quale è sorto un centro studi sull’immigrazione che ha sede a Noto nei locali del consorzio universitario del mediterraneo. 

  A Gela, lo scorso 13 ottobre nella sede dell’Arci di via Ascoli, il prof. Maurizio Caserta (nella foto a sinistradocente di economia a Catania e presidente dell’associazione ha ribadito i punti chiave del suo programma socio-politico, nel corso di un nuovo incontro organizzato dall’associazione gelese Cifra che ormai rappresenta un’importante costola della Onlus catanese. I temi del convegno sono stati presentanti dal dott. Emanuele Antonuzzo (nella foto a destra), animatore del gruppo spontaneo “cittadini per la buona politica” e referente locale di Mediterraneo Sicilia Europa. 

 

L’appuntamento, ha sottolineato Antonuzzo durante l’introduzione, “voluto provocatoriamente in piena campagna elettorale per le prossime elezioni regionali, serve per presentare ostinatamente la politica come confronto di idee e proposte di azioni, piuttosto che mera ricerca del consenso elettorale”. Forse anche per questo mancavano (tranne il penta stellato Nuccio Di Paola) i candidati gelesi a Palazzo dei Normanni: “troppo indaffarati a cercare voti”.

 

Gli argomenti trattati dall’economista catanese, sollecitato da Emanuele Antonuzzo, hanno riguardato soprattutto il problema della scarsa partecipazione e della inadeguata rappresentanza politica che, non generando nuovi e più virtuosi assetti di gestione del potere politico, “conservano lo stato delle cose  a favore delle elite locali esistenti”.

 

Che, a sostenuto ancora Caserta, continuano a mantenere il potere politico garantendo le rendite economiche a pochi che a sua volta seguitano a finanziare il sistema “perverso” in atto, creando un intreccio se non proprio una complicità tra i due apparati.

 

Tutto ciò nella piena accondiscendenza della politica nazionale”. Rompere questo monolite non è certo facile, tuttavia bisogna tentarci in tutti i modi. Spronato da alcuni interventi del pubblico presente sulle possibili soluzioni da attuare per fare uscire la Sicilia dalla sua atavica arretratezza, il docente Etneo ha dichiarato: ”di non avere nessuna ricetta miracolosa, tuttavia si può affermare che, interpretando la realtà con le categorie dell’economia, il caso siciliano è l’emblema di risorse impiegate in modo inefficiente.

 

Il patrimonio naturale non viene valorizzato; il capitale umano viene continuamente dilapidato, sempre più giovani vanno via dall’isola; il capitale finanziario non arriva perché gli investitori non puntano sulla Sicilia, nonostante le sue risorse straordinarie i vincoli rimangono tanti, la burocrazia è elefantiaca soprattutto quella regionale”. 

 

La sfida è avvincente, per questo ha concluso  Maurizio Caserta, per quanto ci riguarda stiamo cercando di perseguire una strada molto ambiziosa: “mettere o rimettere la Sicilia al centro del Mediterraneo e quindi dell’Europa, perché anche le sorti del vecchio continente sono molto legate a ciò che sta succedendo nel nostro mare, con i suoi flussi epocali di uomini e donne.

 

All’associazione ho voluto associare  il progetto che porta il mio nome, non certo per civetteria, a significare di voler metterci la faccia in prima persona”. 

 

A margine dell’incontro Emma Averna  e Agata Gueli,  rispettivamente responsabile operativa dei progetti della Onlus e  dirigente scolastico del comprensivo Gela-Butera, hanno ricordato il progetto d’integrazione a favore dei minori non accompagnati che l’associazione e la scuola hanno svolto nei mesi scorsi a Gela.

 

L’iniziativa, finanziata da Fondazione Sicilia, è il segno tangibile  di qualcosa fatte bene in una terra difficile ma pur sempre possibile. Una piccola sfida, vinta, di Mediterraneo Sicilia Europa che continuerà a lanciarne tante e continue. Alla società e alla politica siciliana il compito di raccoglierle.