Rileggendo il Corano/L’arma del terrore

Gli islamici che in Italia da diversi anni crescono i figli pretendendo di conservare le tradizioni musulmane in un paese come il nostro cattolico, si ritrovano figlie troppo occidentalizzate e non ubbidiscono né ai propri genitori né al Corano, vivono un conflitto religioso molto forte.

Le famiglie sono divise e conflittualizzate, ed a volte accadono tragedie enormi.

I padri islamici delle povere ragazze uccise in Italia perché non osservano le sure del Corano trovano nel libro sacro la giustificazione divina del loro modo di fare. Il Corano è ridondante e ripetitivo, ossessivo, ingenuo, semplice, quasi patetico, certamente paranoideo e tirannico, visto da un europeo cristiano del 2016. 

Poiché è scritto in versetti di poche righe si capisce perché gli imam pretendono che i ragazzi musulmani lo imparino a memoria e lo applichino alla lettera, e là dove è generico o impreciso ci sono loro, gli imam che aggiungono, tolgono e precisano i particolari.

Allah, unico Dio, espressione di un Io ipertrofico del padre padrone arabo, quindi Dio che non dà amore, non cerca amore, ma sottomissione per via del terrore che incute il suo potere monoteista, esige che il sottomesso cerchi per tutta la vita di convincere i non sottomessi con le buone o con le cattive a sottomettersi a loro volta (da li le guerre di conquista e da li l'Isis, che alla lontana trovano una giustificazione del loro modo di operare nel Corano), e una volta sottomessi, cioè convertiti all'Islam, devono anche versare la decima,  una forma di pizzo mafioso dell'epoca.

Insomma una sottomissione, oggi diremmo "lavaggio del cervello", psichica, fisica e materiale.

 

E' il sogno di ogni padre padrone. In effetti è quello che vado ripetendo da un pò, che l'Islam è la religione dei padri, che esprime, sancisce e santifica il potere dei padri, con un copia ed incolla tratto largamente, ma non solo, dal vecchio testamento degli ebrei. In fondo Allah, il Dio  islamico del Corano, è del tutto simile a Javè, il Dio ebreo della Bibbia, da cui è stato scopiazzato Maometto, che per circa 20 anni lavorò come stalliere nelle carovane dei ricchi ebrei, crebbe e si nutri di odio verso gli ebrei.

Semianalfabeta, conobbe la Bibbia, e quando riusci a sposare una donna vedova e ricca cominciò, a casa sua, a tramare con la moglie, i figli ed i parenti più stretti individuando gli ebrei ricchi da uccidere ed a cui sottrarre beni, mogli e figli. Insomma da viscerale, paranoideo e vendicativo, si fece capo di una banda di mafiosi, era la mente di spedizioni punitive, magari ordinava, o a volte partecipava di persona, ma sempre esigeva la sua parte di bottino.

Da questa prima fase passò alla fase mistico-religiosa, magari dilaniato dai sensi di colpa per quello che andava facendo, ritirandosi per qualche tempo sul monte (d'altronde sapeva di Mosè) ed alla sua maniera cominciò dicendo che lui era un altro messaggero, l'ultimo, colui che tutti li riuniva e li ricapitolava (Abramo, Mosè, Giacobbe, Gesù), il migliore e dopo di lui nessuno più. Il ciclo è terminato. E con i versetti in una mano e la scimitarra nell'altra, cercò amicizie, strinse alleanze, dichiarò guerra ai ricchi ebrei della Mecca, li sterminò, li sottomise, dichiarò guerra a Medina, la sconfisse e la sottomise. Il resto è storia.

(2- Continua)