traordinario. Esemplare, anche nelle scelte pedagogiche. Attivo, specialmente nel campo della formazione. Umile e coraggioso. Animato da una profonda sensibilità sociale. Stiamo parlando di don Emiliano di Menza (nella foto), figura sacerdotale molto vicina ai giovani.
Con la sua rilevante capacità d’ascolto, unita alla concreta prontezza d’intervento in chiave metodologica e culturale, questo giovane presbitero ha portato un chiaro rinnovamento sia nella sua città natale (che è Butera) sia a Niscemi, dove opera tuttora nella chiesa di San Giuseppe.
In realtà, si può dire che parecchi gelesi ne hanno apprezzato le qualità educative, poste sempre ad aiutare chi si trova in particolare difficoltà o si sente ai margini del tessuto sociale.
Si tratta dunque di una delle personalità diocesane tra le più interessanti e preparate che va ad aggiungersi, nell’insieme, ad altri grandi formatori quali Fausciana, Cafà, Di Dio, Celona, Ventura e Giuliana. Di fondamentale importanza risulta la sua predisposizione nel porre al centro di ogni sforzo collettivo la persona sempre e comunque, soprattutto in presenza di problemi reali, attraverso un atteggiamento ricco di tenerezza e teso ad evidenziare la misericordia del Signore. Una pedagogia fresca, giovanile e mai scontata, che invita ad amare tutti e a non giudicare nessuno.
Una proposta di fede vera, vicina all’azione dello Spirito Santo e capace di attrarre in termini di bellezza e contenuto. Serio e disponibile, in passato ha realizzato con scrupolosa attenzione diverse attività ed iniziative oratoriali e d’animazione in grado di rispondere efficacemente ai bisogni emergenti dei ragazzi. Fratello, amico e padre quando le circostanze lo richiedono ed immerso costantemente nei percorsi di crescita parrocchiale, è ancora oggi un attento osservatore della realtà ecclesiale aperta ai bisogni del prossimo e indirizzata alla promozione dei valori cristiani e religiosi.
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