Le frasi ad effetto “stonato” non mi sono mai piaciute, specialmente quelle che feriscono nell’animo e non trovano sfogo nei mari sicuri.

Agosto è quasi alle porte e tutti vogliono godersi le meritate vacanze, ma c’è chi ancora ironizza sul modo di vestire o di essere degli altri. Brutta abitudine scontata, presente da anni nel patrimonio genetico dei gelesi, cittadini di stile sarcastico pronti a “sparare” battute volgari o insinuazioni maligne su chiunque capiti sotto tiro. I riflettori dell’invidia, del pressappochismo e  delle febbri acide rimangono puntualmente accesi e superano enormemente le alte temperature di questa stagione estiva. In fondo, non mi preoccupa il degrado ma l’individuo che lo crea, così come non mi scandalizza l’offesa ma colui che la pronuncia.

 

Davanti a tanta banalità, vorrei solo augurare alla mia città una buona estate, un momento di tranquillità dopo tanto divagare, una lunga pausa che la porti lontano da preoccupazioni e malumori. Sarebbe bello vedere un’estate di sole che non provochi scottature intrise di sciocchezze vuote e gesti discriminatori, ma che abbia la forza di credere, lottare e ricominciare, con volontà e pazienza. Oppure, sarebbe ancora più interessante aprirsi ad un’estate di uomini veri, che sappiano cos’è il rispetto per la dignità altrui e possano evitare giudizi molesti.

 

E senza alcun offesa per la categoria in questione, sarebbe davvero opportuno un confronto con un giornalismo che, prima di scrivere notizie, sappia riconoscere e “salutare” i volti, i luoghi e le persone, sistemi di un tessuto sociale vivo e presente. Allora, speriamo sia una buona estate per Gela e per tutti coloro che vogliono credere ancora in essa.