«Mi sono innamorato di Gela fin dal primo momento».
Esordisce così il comandante della Capitaneria di Porto, Pietro Carosìa (nella foto), nel corso del nostro incontro di mercoledì. Sono trascorsi quasi tre anni da quel 5 settembre del 2014. In questi anni, il comandante e la sua squadra sono stati impegnati su più fronti. Lo abbiamo incontrato per parlare di questa sua esperienza e per tracciare un bilancio dell’attività svolta.
«Quello che abbiamo realizzato in questi anni – ha affermato Carosìa – è stato, intanto, una maggiore trasparenza. Abbiamo razionalizzato tantissimo i servizi del porto, ad iniziare dai mezzi anti-inquinamento. Sono subentrati due mezzi molto innovativi, della ditta Lorefice e Ponzio, dotati di un radar che consente di scoprire eventuali macchie di petrolio e di inquinamento in mare.
Anche il mezzo delle guardie dei fuochi è stato sostituito e migliorato, così come i rimorchiatori. Stiamo lavorando tantissimo – ha proseguito – con il reparto ambientale-marino della Guardia Costiera – del comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, con la Procura della Repubblica di Gela, per la salvaguardia dell’ambiente, non soltanto a mare, anche a terra. Stiamo ottenendo ottimi risultati. Ne parleremo meglio più avanti quando chiuderemo determinate attività di indagine. Facciamo continuamente esercitazioni antincendio e, ogni anno, le esercitazioni "Pollex", (la prossima sarà a luglio), dove simuliamo una condizione di inquinamento proveniente dalle piattaforme. Quest’anno la novità sarà che la faremo anche da terra, con lo spiaggiamento del petrolio. Vedremo come si effettua la pulizia ed il disinquinamento della spiaggia. Le camere coke sono state rimosse, anche se le hanno dovute tagliare. Abbiamo lavorato con i vigili del fuoco, il genio civile, l’assessorato regionale Territorio ed Ambiente per far sistemare il pontile, soprattutto la parte finale. La raffineria sta effettuando lavori importanti sul pontile che tengono impegnati tanti operai del posto».
«A marzo – ha continuato Carosìa – sono iniziati i lavori per togliere tutti i rifiuti, (vecchi rottami ferrosi e altro), che c’erano sulla diga foranea dopo la mareggiata del 2004 e ripulirla da possibili inquinanti. Proseguono i controlli sulle piattaforme. Abbiamo fatto dei rilievi e devo dire che stanno sistemando molto bene le piattaforme sia internamente sia esternamente. Abbiamo ripreso i controlli anti-terrorismo con le nostre motovedette che, purtroppo, erano rimaste bloccate in porto. In questo momento escono da Licata. Ci sono tante cose ancora in corso. Dovrebbero iniziare – ha aggiunto – i lavori dell’Argo Cluster: sarà una piccola piattaforma, vicino al Prezioso, per estrarre gas naturale. Tutta la zona del nostro porto, che è stata liberata dalle camere coke, potrebbe essere sfruttata, eventualmente, come deposito di materiali da portare in mare. Sarebbe molto importante. Sarei più propenso ad uno sfruttamento turistico della nostra città e del porto specialmente. Ridarlo ai diportisti. Fare rientrare tutte le barche che si sono trasferite a Licata. Ma, per fa questo, per invogliare la gente a tornare, dobbiamo offrire dei servizi. Anche il turista, quando arriva deve trovare delle strutture ricettive».
– Ci sono stati, in generale, dei cambiamenti nel modo di operare e in relazione alla chiusura della raffineria e alla riduzione del transito delle navi?
«Anche se, purtroppo, abbiamo avuto una riduzione delle navi, abbiamo una qualità ed una sicurezza superiore all’interno del porto. Per quanto riguarda i traffici navali, siamo nell’ordine di 4-5 navi al mese quando tutto va bene, però ci sono delle ottime prospettive. A parte la Green Refinery, che è un ottimo progetto. Ho notato un forte interesse per poter prendere a noleggio i serbatoi della raffineria. Sappiamo che il prezzo del petrolio oscilla molto e in questo momento la situazione è particolarmente delicata. Ci sono delle petroliere enormi che non fanno mai scalo. Tengono petrolio a bordo per evitare che ce ne sia troppo in giro e le compagnie, a seconda della oscillazione del prezzo, lo immettono sul mercato. Gela potrebbe diventare un hub: i serbatoi della raffineria possono essere noleggiati ad altre compagnie petrolifere, che li usano per deposito. Questo significherebbe, un maggior apporto di navi "pulite", (perché la raffineria non entrerà in funzione finché non diventerà green), e ci potrebbe essere un incremento del traffico navale. Incremento che dovrebbe avvenire anche a breve perché hanno chiuso il deposito costiero dell’Eni a Palermo, quindi le 5 navi che arrivavano a Palermo, a quanto pare, dovrebbero dirottarle su Gela. Ma questo è ancora in forse».
– Dopo aver illustrato per grandi linee l’attività effettuata ed in corso, passiamo alla nota dolente: il porto.
«Dopo 27 riunioni tra protezione civile e varie commissioni parlamentari, l’altro giorno sono iniziati i lavori di escavazione del canale che sarà profondo m 2,50 e largo m 30 per permettere ai mezzi di entrare ed uscire; riavere anche dei mezzi turistici e riuscire a fare di nuovo la pesca turismo. Entro ottobre, dovrebbero iniziare i lavori veri e propri di escavazione del porto a m 4,50 filo banchina. Questa è stata la promessa e ho deciso di fermarmi a Gela un altro anno, anche se sarei dovuto andare in Costa Smeralda, proprio per questo motivo, perché desidero seguire in prima persona questi lavori e non vorrei mai vedere sfumare il lavoro che abbiamo svolto fino adesso con la mia squadra».
– Arriva l’estate e riparte l’operazione "Mare Sicuro". Se e quali novità ci saranno rispetto all’anno scorso?
«Mare Sicuro inizia questo sabato. Saranno incrementati i controlli sia a terra che a mare. Tolleranza zero per quanto riguarda i problemi che ci possono essere con la sicurezza nella navigazione e per i bagnati. Cureremo molto i controlli su acquascooter e barche. Anche sulla spiaggia avremo ogni giorno una squadra, che sarà rafforzata durante li fine settimana».
Le battute finali sono rivolte alla nostra città. «Per me – ha concluso il Comandante – questa è stata un’esperienza bellissima. Non mi dispiace non essere andato via. Vorrei lasciare un ricordo che si possa toccare con mano. Ho iniziato un progetto molto importante e voglio portarlo a termine, in particolar modo quello del porto. Fin dal primo momento, ho provato un grande amore per questa città, che secondo me, è stata bistrattata, non è mai stata sfruttata a pieno, è sempre stata usata come capro espiatorio e quant’altro. Chi non è mai venuto a Gela parla male di questa città, perché non sa quello che c’è. Sono felicissimo di essere qui e sinceramente, non vorrei andare più via».
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