«Siamo in piena emergenza, ogni settore della nostra città è abbandonato a se stesso;
i principi sani di una gestione mirata al benessere del cittadino sono oramai una chimera, tanto che l’auspicato “cambiamento” è stato ridotto ad una mera alternanza di nomi dettati dalla logica della spartizione e dell’interesse personale. La città nei suoi lunghi anni di progressivo decadimento politico, morale ed economico, è stata sempre utilizzata per consolidare gruppi di potere che, pur di sopravvivere, hanno stretto scellerati patti affaristici che hanno avuto come diretta conseguenza l’inesorabile declino del territorio e la rassegnazione di quegli attori privati che, soprattutto oggi, costituiscono l’unica sana risorsa utilizzabile dal nostro popolo.
Nel Nuovo Psi Sicilia permane la ferma convinzione che la strada dell’incompetenza e della “questua politica”, che hanno contraddistinto questi lunghi anni di fallimenti amministrativi e di governo locale, di “Rinascimenti” annunciati e mai attuati, nonché di “Strade aperte” tramutatesi in vicoli ciechi, debba essere abbandonata adesso, prima che sia troppo tardi.
La totale mancanza di coscienza civica e di amore per la cosa pubblica ha portato un’intera città a credere che i propri rappresentanti all’interno e fuori di “Palazzo di Città”, non siano i momentanei gestori della vita amministrativa, ma una sorta di divinità mitologiche, metà uomo e metà accattone, che di tutto si occupano tranne che dei reali problemi della cittadinanza, secondo il “leit-motiv”, ormai stantio, che “i pannolini non hanno colore politico”.
Dinanzi a questo inaccettabile stato di cose, non è più possibile restare a guardare e abbassare la testa. Il Nuovo Psi Sicilia non intende farlo e non vuole essere complice di un “modus operandi” che ci ha portati tutti a vivere in una realtà dove non si cerca più la persona capace e competente che potrebbe risollevare le sorti della città, ma il lupo che, travestito da pecora, può farci entrare nel pollaio degli incarichi, delle nomine e soprattutto dell’ingiustizia: il che, porterà inevitabilmente alla morte di Gela.
Il sindaco e la sua giunta si sono proposti in campagna elettorale come l’unica alternativa a tutto ciò, ma di fatto il meccanismo perverso del clientelismo non è stato sradicato, bensì utilizzato scientemente per prolungare una sopravvivenza politica che, fin dall’inizio, era quantomeno traballante.
Ci rivolgiamo a Lei, dunque, sindaco Messinese. La invitiamo a dare un segnale forte che sia in linea con quanto sembrava essere l'originaria intenzione sua e della sua giunta. Proprio in questi giorni è sul tavolo la questione “Ghelas”. La risolva non attraverso i soliti “giochetti” per puntellare la sua Giunta, ma pensando a dare un esempio concreto di trasparenza e professionalità. La invitiamo a non servirsi più del metodo delle nomine dirette, che sa tanto di “do ut des”, ma di indire per ogni incarico pubblico un bando per titoli richiedendo, altresì, come requisito fondamentale la presentazione da parte di ogni aspirante di un dettagliato piano aziendale che preveda definizione di obiettivi, tempistiche e risorse necessarie per la sua attuazione, di modo che l’amministrazione di una partecipata, come nel caso specifico la Ghelas, possa essere finalmente approntata secondo i criteri della efficienza, della trasparenza e della economicità, cosa che fino ad adesso non è mai accaduta.
La invitiamo a non ricorrere ad incarichi professionali per calmierare qualche “barone” locale disposto a girare la testa, ma di avvalersi delle nostre risorse professionali con continui incontri tecnici aperti a tutta la città per poter condividere le capacità che nel mondo sono riconosciute ed affermate. La invitiamo a lavorare senza sosta per poter istituzionalizzare questo modo di fare e poi, con la coscienza pulita, presentare le sue dimissioni da primo cittadino; perché in questo momento i nemici di Gela non sono più alle porte, ma si stanno riorganizzando e ristrutturando, spesso cambiando semplicemente simbolo.
La invitiamo, egregio Sindaco, a dare a Gela ed ai gelesi quello di cui hanno bisogno: un esempio che possa far vedere la luce in fondo al tunnel».
Bruno Antonuccio - coordinatore provinciale Nuovo Psi
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Fuga dall’Aula anche quando non scappa< Indietro
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