Politicamente scorretto/Ai drogati di telefonino

Il vizio atavico e provinciale degli italiani di riempirsi la bocca con parole e termini inglesi continua a imperversare: volete mettere come ci si sente “fighetti” a pronunciare, in mezzo a centinaia di parole in gelese stretto della Carrubbazza un termine inglese? Il nostro interlocutore potrebbe svenire o essere colpito da infarto fulminante.

Talvolta i termini inglesi hanno dei corrispondenti in lingua italiana, talvolta invece l’impresa è quasi impossibile: ad esempio, lo smartphone, che tutti ormai hanno e cambiano in continuazione col modello più nuovo, e che mettono in mano anche ai bambini di sei anni (il massimo della perversione). La traduzione italiana più verosimile sarebbe “telefonino intelligente”. E intelligente lo è per davvero, perché può gestire svariate applicazioni, si collega a Internet e via dicendo. Ma se provassimo a rivolgerci ad un rivenditore chiedendo: “Scusi, mi fa vedere i telefonini intelligenti?”, sicuramente verremmo considerati pazzi o sulla buona strada.

 

Quindi lo smartphone è un telefonino intelligente. E’ vero. Meno intelligenti, di solito, sono i suoi utilizzatori, o comunque poco educati sull’uso che di questo aggeggio si dovrebbe fare. 

Sì, perché andrebbe usato con moderazione ed educazione, e non dovremmo mai stancarci di ripeterlo.

 

Andrebbe rigorosamente spento al cinema, a teatro, in chiesa. Al ristorante andrebbe spenta la suoneria. E soprattutto non dovrebbe essere considerato quando si parla o si chiacchiera con altre persone, perché crea un muro nella discussione, o addirittura la interrompe.

 

Qualche giorno fa parlavo con quattro amici. Uno di questi stava raccontando un fatto, stava arrivando al finale, quando gli squilla il telefonino. Ci lascia in attesa e per qualche minuto ci obbliga ad attendere la fine della sua conversazione telefonica. Grande maleducazione, mancanza di rispetto per gli altri. Non ho resistito, ho salutato e me ne sono andato. Si diverta pure col telefonino, il deficiente, ma senza che io stia ad aspettare i suoi comodi.

 

I drogati del telefonino sono sempre di più e facilmente riconoscibili. Sono quelli che camminano sempre a testa bassa, con l’aggeggio in mano, immersi nel loro mondo virtuale. Preferisco chi cammina a testa alta, chi guarda dritto davanti a sé con lo sguardo sicuro. Lo smartphone può attendere.