Il Gela rischia di ripartire da zero e di scomparire dalla scena

Ma a che gioco stiamo giocando? Se si trattasse di Poker potremmo parlare di un classico bluff.

Ma parliamo di calcio e quella messa in atto dai Mendola è una simulazione a tutti gli effetti. I proprietari del 40% del Gela, dopo aver trascorso oltre un mese a reclamare imprenditori, lasciano la propria parte nelle mani del sindaco. Una scelta inspiegabile, così come inspiegabile è stato tutto il modus operandi degli imprenditori gelesi. Partiamo dallo scorso anno: il Gela rischia di fallire, Tuccio alza bandiera bianca ma l'amministrazione trova nei Mendola i salvatori della baracca e la D si fa, grazie ad un impegno notevole dei fratelli gelesi, che nell'occasione affermano di essere stati intenzionati a prendere l'intero pacchetto. 

Una stagione, quella appena trascorsa, in cui i Mendola hanno recitato un ruolo da dietro le quinte: mai interviste, rara presenza agli allenamenti, nessun legame con squadra e dirigenza e un rapporto con l'amministrazione che si è incrinato col tempo. 

 

Dopo l'addio di Tuccio una città intera si aspettava un Gela al 100% del gruppo Mendola, ma così non è stato. I gelesi hanno prima affermato di voler mantenere il 40%, e poi – diramando una nota stampa – hanno dichiarato di voler rinunciare anche alla loro parte “a causa del mancato interesse reale degli imprenditori catanesi” (che i Mendola hanno incontrato solo una volta nello studio del proprio legale). Una nota che è stata smentita categoricamente dagli etnei. Resta da capire cosa chiederanno in cambio i Mendola: “abbiamo deciso di consegnare il 40% nelle mani del sindaco” presuppone un'uscita di scena gratuita ma non sono esclusi altri colpi a sorpresa.

 

D'altro canto i tre imprenditori catanesi resteranno in attesa di novità fino all'inizio della prossima settimana. Hanno smentito sia le voci che li volevano dirottati verso Agrigento o Acireale, che quanto detto dai Mendola. Con questi ultimi l'approccio non sarebbe stato dei più propositivi, anzi tutt'altro. Uno dei tre imprenditori risponde al nome di Mario Giuffrida, uno dei nomi di punta dell'industria catanese. Dopo l'incontro di lunedì scorso con i Mendola hanno deciso di dialogare solo con gli assessori Siciliano e D'Arma, gli interlocutori dell'amministrazione, ai quali avrebbero chiesto solamente la gestione dello stadio. Aspetteranno come detto fino a lunedì, ovvero il tempo necessario per consentire all'amministrazione di trovare una nuova alternativa. Non sarebbe da escludere nemmeno un'altra ipotesi catanese, per un Gela che per la prima volta nella storia non avrebbe un rappresentante locale in società.

 

L'amministrazione ha assunto una posizione chiara in settimana con un comunicato in cui si invogliavano i Mendola ad avere chiarezza, la stessa avuta sin da tutti con i catanesi, con cui la collaborazione sembra essere massima. Ora sta anche a D'Arma e Siciliano trovare eventualmente il 40%, ma prima bisogna chiarire la posizione con i Mendola.

 

Chissà cosa starà pensando Tuccio. L'ingegnere ha lasciato dopo undici anni alla guida della società biancazzurra e lo ha fatto al prezzo simbolico di 1 euro, dimostrando l'ennesimo e forse ultimo atto d'amore per il suo Gela. Anche lui sta vivendo con la passione di sempre questo momento. Vorrebbe poter tirare la sua creatura fuori dalle sabbie mobili, ma sa che non può farlo. Si fida dei nuovi imprenditori, che ha conosciuto. Ha provato a fare da tramite con i Mendola. 

 

I tifosi aspettano impazienti. Non vogliono vedere sparire la propria squadra del cuore per un dispetto o un difetto di comunicazione. Perdere il Gela oggi, senza ripartire dalla Terza Categoria, significherebbe gettare via anni e anni di chilometri, sacrifici e amore.