Sanità, da Palermo con un pugno di mosche

Martedì scorso si è tenuta nella VI Commissione Ars per la Sanità una audizione in merito ai servizi ospedalieri di Gela.

Presenti il presidente della Commissione Giuseppe di Giacomo, alcuni componenti della stessa commissione, i deputati gelesi Federico e Arancio, i componenti della Commissione consiliare Sanità di Gela, la presidente del Consiglio comunale di Gela, Il manager Asp CL 2 insieme ad alcuni collaboratori, il sindaco di Gela accompagnato dall’assessore Salinitro,  il coordinatore del Csag.

 

Dopo un primo rimpallo per intervenire, il primo ia prendere la parola è stato  il coordinatore del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese (Csag) Filippo Franzone, il quale iniziando a confrontare una serie di dati da un documento prodotto dal Comitato con i dati pubblicati in Gurs della riforma ospedaliera del 2017 e depositato agli atti, mette in evidenza le sperequazioni tra i vari territori dell’isola, disomogeneità nell’assistenza sanitaria, investimenti in territori che continuano ad avere la più alta migrazione sanitaria della Sicilia, fino ad essere interrotto bruscamente dal presidente della VI Commissione, Di Giacomo, che evidentemente non ha gradito l’intervento ed ha fa uscire dalla stanza i giornalisti presenti.

 

I dati dello studio enunciati devono aver dato fastidio a lui ed ai propugnatori della iniqua riforma. 

A seguire, ci sono stati gli interventi di Arancio e Federico, che hanno provato a difendere la riforma, spostando l’attenzione su disponibilità economica e fondi disponibili. L’intervento del sindaco Messinese ha chiesto che Gela, visto che è una delle aree ad alto rischio ambientale, avesse la sua autonomia in campo sanitario, con l’elevazione dell’ospedale gelese ad Azienda ospedaliera con Dipartimento Oncologico di III livello e specialità in ricerca e cura per le malformazioni neonatali.

 

Singolare l’intervento del manager Asp Carmelo Iacono, che ha riferito di stare già lavorando per il polo oncologico, ma di tutta l’Asp. Quindi, se Caltanissetta da sola è un centro di III livello per l’emergenza, è da sola un Hub di I Livello; per quanto concerne l’Oncologia Gela non può avere il Dipartimento di Oncologia da sola, ma con Caltanissetta, che ha già l’Oncologia Medica con 14 posti letto (a Gela ne sono previsti solamente 8), due Ufa, la Radioterapia, la Pet-Tac, la Medicina Nucleare, l’Anatomia patologica, la Pneumologia, la Neurochirurgia, ecc, e che quindi ridurrebbe il tutto alla continua migrazione dei gelesi. Inoltre, lo stesso Iacono ha avuto la sfacciataggine di dichiararsi soddisfatto del fatto di essere riuscito a far elevare Gela a Spoke di II Livello. Certo è che se tra 8 Hub e 16 Spoke, Gela non fosse stata presente nell’elenco, sisarebbe raggiunto il culmine del ridicolo.

 

Per il Comitato per lo sviluppo dell’area gelese Franzone,  è il quinto incontro in VI Commissione, discutendo a distanza di anni, sempre delle stesse problematiche, a cominciare dall’Utin.

Nessun intervento da parte dei componenti della Commissione consiliare per la Sanità di Gela.

Il sindaco Messinese, da parte sua, dopo i sit-in davanti all’ospedale e di ritorno dal viaggio palermitano della speranza, ha fatto diffondere un comunicato stampa nel quale parla di «protesta di via Palazzi che diventa proposta a Palazzo d’Orleans». Messinese aggiunge di aver avuto a Palermo un incontro con l’assessore regionale alla Sanità Gucciardi, il quale gli avrebbe confermato «l’attenzione che merita l’ospedale di Gela», rendendosi disponibile «ad affrontare una serie di questioni a breve e medio termine per il miglioramento dei servizi ospedalieri».

 

Il sindaco, riguardo all’audizione in Commissione regionale per la Sanità ha detto di aver accolto con fiducia «l’impegno del presidente della VI Commissione Pippo Digiacomo, nel rispetto di una vecchia direttiva, a dare priorità all’ospedale di Gela per le risapute problematiche ambientali e di salute del territorio», aggiungendo un appunto diretto al manager dell’Asp. «E’ stato sgradevole – ha detto Messinese – sentire il manager Iacono nella sua relazione trionfalistica, aver definito il nostro ospedale come una ‘qasba’ prima del suo insediamento».

 

Ad affiancare la delegazione dell’esecutivo (Messinese e Salinitro) c’erano anche i consiglieri Enzo Cirignotta, Guido Siragusa e Salvatore Scerra e della Commissione Consiliare alla Sanità presieduta da Virginia Farruggia, rappresentata a Palermo anche da Giuseppe Ventura e Salvatore Farruggia.

 

Nulla di nuovo e di concreto, ma solo promesse, che con l’imminente rinnovo del governo della Regione (si voterà nel prossimo novembre) lasceranno il tempo che trovano. Aspettarsi qualcosa di buono dopo questa protesta è una pia illusione. Peccato che il sindaco e la sua amministrazione si siano accorti solo ora dello sfacelo che regna attorno alla sanità, e più in particolare all’ospedale “Vittorio Emanuele”. Per questo l’azione dimostrativa davanti al presidio ospedaliero di via Palazzi perde di credibilità. L’avessero fatta subito dopo l’insediamento o anche l’anno scorso, sarebbero stati più credibili. Averla fatta oggi lascia il sospetto di strumentalizzazione, per rendere più difficoltoso il percorso che potrebbe portare alla sfiducia del sindaco e della sua evanescente giunta.