Jack La Motta(a destra nella foto) è morto in Florida, lontano dalla sua New York dove era nato il 10 luglio del 1921.

La madre era ebrea. Il padre italiano (di origine siciliana). L’ex pugile aveva da poco compiuto 96 anni e solo una brutta polmonite lo ha beffato come un pugno che ti mette al tappeto all’improvviso. Così “Racing Bull” ha perduto il suo ultimo match, lasciando però intatto il ricordo di un grande fighter che fu campione del mondo dei pesi medi, e che è passato alla storia della boxe per i suoi fantastici 6 combattimenti sostenuti con il più grande boxeur che abbia mai calcato il ring, cioè Ray Sugar Robinson. Con il magnifico campione nero di Detroit Jack riuscì pure a vincere una volta. Perdette gli altri 5 incontri, l’ultimo il 14 febbraio 1951; un match che passò alla storia come il massacro di “San Valentino” a causa della terribile punizione che Robinson inflisse a La Motta, costringendolo alla resa nel 13° round. Chiunque si sarebbe arreso prima, ma Jack resistette stoicamente ai colpi dell’avversario sino a quando l’arbitro non lo rimandò all’angolo. L’incontro fu poi ricordato da Martin Scorsese nel film “Toro scatenato” dove Robert de Niro interpretava La Motta, ruolo che gli valse anche un Premio Oscar.

 

Personalmente, ebbi la fortuna di conoscere Jack nel suo ristorante a Manhattan, dove lo intervistai per il mio reportage “Sogno italiano” sugli italo americani di NewYork. Era il 1983...34 anni fa! Fu quello un incontro straordinario, per me emozionante. La Motta fu disponibilissimo e mi raccontò come intratteneva i clienti che venivano a mangiare nel suo locale, raccontando loro aneddoti della sua carriera e della sua avventurosa esistenza, che da giovane lo vide spesso ospite di riformatori e case circondariali. Parte di questi racconti li ho poi riportati nel mio libro I grandi pesi medi, recentemente pubblicato da Edizioni Arianna, con la prefazione di Nino Benvenuti.

 

 

La Motta combatté negli anni in cui la malavita con Frank Garbo aveva il monopolio della boxe ed egli stesso fu accusato di combine per un match perduto in maniera sospetta, ma quando Garbo gli lasciò le mani libere, egli poté conquistare il titolo in maniera pulita  battendo un altro grande pugile, il francese Marcel Cerdan,  che in quel periodo intratteneva una relazione amorosa con la celebre cantante Edith Piaf. Cerdan morì poi in un disastro aereo proprio mentre tornava negli States per la rivincita con il campione americano. La Motta avrebbe poi difeso il titolo con successo battendo il triestino Tiberio Mitri prima di lasciare la corona al suo avversario di sempre, Sugar Ray Robinson.  Quella sconfitta fu l’inizio del tramonto pugilistico. Ma egli sino alla fine dei suoi giorni è rimasto nel cuore della gente per la sua genuinità, il suo coraggio, ed anche per la sua straordinaria simpatia che dopo la boxe lo fece diventare una stella della TV americana.