Niscemi, commemorato dall’Arma il Carabiniere Roberto Ticli

Nel pomeriggio del 2 ottobre scorso, a Niscemi, presso la Chiesa Maria Santissima del Bosco, celebrata da Don Mario Raneri, Cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia, e Don Lino Puzzo, ha avuto luogo la commemorazione religiosa del 27° anniversario della cruenta uccisione del Carabiniere Roberto Ticli, Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla memoria”.

Alla commemorazione hanno partecipato, oltre al padre, il fratello ed altri familiari del Carabiniere Ticli: il comandante Provinciale di Caltanissetta, Colonnello Gerardo Petitto, il comandante del Reparto territoriale Carabinieri di Gela, Ten. Col. Antonio De Rosa, con i Carabinieri dei cinque comandi stazione di Niscemi, Riesi, Mazzarino, Butera e Gela, dipendenti dal Reparto territoriale, una rappresentanza del Consiglio di rappresentanza dei Carabinieri, il sindaco di Niscemi Conti con una rappresentanza dell’amministrazione comunale; i rappresentanti delle forze di polizia locali e della Capitaneria di Porto; i presidenti dell’Assoziazione nazionale Carabinieri di Niscemi e Gela ed alcuni soci, i presidenti e soci delle varie Associazioni d’Arma presenti sul territorio nonché.

 

La cerimonia religiosa, particolarmente sentita sia dai militari che dai civili presenti, è stata seguita dalla raccolta e sentita deposizione di una corona di alloro presso il cimitero di Niscemi, ove sono stati resi gli onori militari ai Caduti ed i familiari hanno ringraziato l’Arma e tutti i presenti per la vicinanza dimostrata. 

Il Carabiniere Roberto Ticli, nato il 3 ottobre 1965 a Catania, si arruola nell’Arma dei Carabinieri e, come ultima destinazione prima dell’estremo sacrificio, prende servizio presso la Stazione Carabinieri di Luino (Varese).

 

Nella notte del 1° ottobre 1990 si trovava, in qualità di capopattuglia di servizio perlustrativo, ad effettuare, unitamente a parigrado, il controllo di un individuo sospetto a Porto Ceresio (Varese), a poche centinaia di metri dal confine con la Svizzera. Durante il controllo il Carabiniere Ticli veniva attinto mortalmente da un colpo di pistola esploso dal rapinatore fermato, al momento dei fatti latitante ricercato dalla polizia elvetica, la quale poco dopo lo trarrà in arresto, bloccandolo prima che potesse prendere un treno che lo avrebbe portato a Milano.

 

Il gesto fermo, valoroso e di altissimo senso del dovere dei militari ha portato alla concessione della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione:

 “Capopattuglia in servizio perlustrativo, mentre effettuava, unitamente a parigrado, il controllo di un individuo sospetto, veniva da questi fatto segno a proditoria azione di fuoco.

Benché mortalmente ferito, con coraggiosa determinazione si poneva all'inseguimento del malvivente, contro il quale reagiva con l'arma in dotazione, finché giunto allo stremo delle forze, si accasciava esamine al suolo. Chiaro esempio di elevate virtù militari e di altissimo senso del dovere spinti fino al supremo sacrificio." Porto Ceresio (Varese), 1 ottobre 1990.»

 

Il Comandante provinciale di Caltanissetta, Col. Gerardo Petitto, al termine della celebrazione in cui è stato rievocato il tragico evento, ha sottolineato come i fulgidi esempi che sono rappresentati da Carabinieri come Roberto Ticli, debbano e vengano ricordati poiché l’Arma non abbandona mai i Suoi “figli” e servano, tutt’oggi, a distanza di tanti anni, soprattutto a “noi vivi” quali esempi su cui riflettere nel momento in cui occorre fare determinare scelte per portare a compimento il proprio dovere al servizio della cittadinanza e dello Stato.

 

(fonte: Comando Reparto terrritoriale  Carabinieri di Gela)