Elezioni Ars.5/La stagione dei lunghi coltelli

A Gela il centrodestra vince, anzi stravince. In particolare, Forza Italia diventa il primo partito, ma perde il suo deputato uscente: il dott. Pino Federico(nella foto con Pellitteri, Mancuso e Tallarita).

Per contro, invece, un centrosinistra locale palesemente dilaniato, sembra sul punto di sfilacciarsi ma proprio con il Pd che regge a stento, conserva comunque la deputazione attraverso la conferma dell'uscente dott. Giuseppe Arancio.

Dal canto loro, infine, i grillini gelesi si difendono bene rispetto all'exploit di 5 anni fa e, addirittura, stavolta mettono il proprio cappello sul seggio che va ad appannaggio dell'ing. Nuccio di Paola. Quali saranno i risvolti di questi esiti sulla fisionomia e sugli equilibri interni al consiglio comunale, nonché sui rapporti tra il civico consesso e l'amministrazione retta dal sindaco Messinese, non dovremo aspettare molto per scoprirlo.

 

Ci lasciamo alle spalle una campagna elettorale anonima. Eppure c'erano 10 candidature gelesi in campo e ne abbiamo scoperto un'undicesima (d'adozione) con quella del candidato di Milena, Mancuso. In un tale clima soporifero, ci siamo svegliati durante lo spoglio con il resoconto della contesa interna a Forza Italia. A Gela Federico è stato il più votato in assoluto ed ha staccato Mancuso di almeno 1.600 voti. A Caltanissetta, Mancuso ha staccato Federico di quasi 1.300 voti. recuperando il gap e sorpassando di oltre 1.000 voti il deputato uscente lungo il resto del collegio, sfruttando a dovere il ruolo di coordinatore provinciale fino all'ultimo ricoperto. 

 

Ma che il neodeputato Mancuso, a cui è stato attribuito il seggio scattato al partito di Berlusconi, abbia preso a Gela più consensi di Caltanissetta non può passare inosservato. Parimenti non può passare inosservato che ambienti forzisti locali abbiano sostenuto la candidatura di Pepe nell'Udc con discreto risultato a Gela ma modestissimo a Caltanissetta (un centinaio di voti) dove diversi sponsors politici avevano così tanto spinto per candidarlo.

 

Guarda caso, poi, nella lista di appartenenza, l'Udc, Pepe finisce dietro al sindaco di Mussomeli, Catania. Così come dietro l'evergreen Ricotta finisce la consigliere comunale Anna Comandatore nella lista Diventerà Bellissima,  sostenuta da almeno altri due colleghi appartenenti allo stesso gruppo consiliare. Una candidatura che evidentemente non è decollata del tutto, senza riuscire ad intercettare e sfruttare l'enorme flusso di consensi in città all'indirizzo di Musumeci, padre putativo del movimento.

 

Al di sotto delle aspettative anche l'esito della candidatura dell'ex assessore ed attuale capogruppo consiliare di Sicilia Futura (che vanta altri 3 consiglieri comunali), Peppe Ventura, mancato soprattutto nella sfida sull'arena politica locale, lasciando campo aperto alla riconferma di Arancio nel Pd nella cui lista non aveva rivali (senza un candidato forte del capoluogo: scelta azzardata ma azzeccata).

 

Un risultato ben diverso di Ventura a Gela, invece, avrebbe portato la creatura di Cardinale, che ha visto il nisseno Miccichè riconfermare il risultato di 5 anni fa (oltre 3.500), ad insidiare veramente il terzo seggio in lizza, poi ottenuto – benché in sofferenza - dal Pd gelese, che con Arancio – anche a Gela come nel resto del collegio -, ha tenuto botta altresì al buon risultato gelese incassato da Ennio Di Pietro sostenuto dal capogruppo piddino Cirignotta e dai fedelissimi di Crocetta. Ci sarà, a questo punto, la resa dei conti dai tanti ipotizzata o ci saranno i margini per una ricomposizione? Difficile ipotizzarlo al momento.

 

Ed infine i grillini: nonostante il “pasticcio Messinese”, al primo appuntamento elettorale utile, fanno meglio di 5 anni fa in termini di consensi ed in termini di seggio che ottengono con Di Paola. E nel paragonare il risultato conseguito dalla candidatura di Caci nella lista di Alfano, sponsorizzata dal vicesindaco Siciliano così voglioso di misurarsi in qualche modo, siamo pronti a scommettere che in tanti fra i grillini gelesi stanno ridendo sotto i baffi.