A lezione in capitaneria simulando un intervento antinquinamento a mare

Forse sono stati i primi In Italia a vivere un’esperienza di questo tipo gli studenti della 2ª/G della media Romagnoli.

17 alunni giovedì scorso hanno potuto seguire da vicino la dinamica che si mette in moto nei casi di grave inquinamento ambientale, provocato da versamento in mare di petrolio, assistendo alla simulazione dell’esercitazione marittima complessa denominata “Pollex 2017”, a cura della Capitaneria di porto. Questa iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa mercoledì scorso dal comandante della Capitaneria Pietro Carosia, dal capo servizio operativo Francesco D’Istria e da Sandra Scicolone, dirigente scolastico della Romagnoli (nella foto).

 

I ragazzi non sono stati semplici spettatori, ma sono stati inglobati all’interno della centrale operativa della Capitaneria quando è scattata a cura di Enimed l’emergenza locale e nazionale simulata (ore 9) per la rottura di una tubazione che collega le piattaforme off-shore Perla e Prezioso con consequenziale sversamento in mare di greggio, 5 mila litri, per poi spostarsi sulla costa nel tratto di mare dopo la torre di Manfria, per vivere in prima persona la simulazione delle operazioni di recupero di una parte del prodotto spiaggiato, queste a cura della Protezione civile siciliana e del Comune di Gela.

 

«Gli studenti, come i gladiatori, sono stati messi al centro dell’arena, diventando parte attiva dell’esercitazione – ha detto il capitano Carosia – . Legalità e ambiente: un connubio importante, perché in questo momento stiamo curando molto l’aspetto di divulgazione delle norme basilari per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente. Per questo, soprattutto come guardia costiera, abbiamo coinvolto i ragazzi delle scuole, perché possano imparare fin da ora ad amare il loro ambiente, il loro territorio e a difenderlo, per costruire un futuro migliore, perché un giorno potranno essere loro a doverlo fare anche ricoprendo cariche istituzionali, non solo come cittadini. Sui ragazzi facciamo leva e scommettiamo su di loro».

 

L’operazione è stata molto complessa perché ha visto coinvolti più di cento persone: in Sala crisi (lpcc, cioè local pollution coordination center), costituita in Capitaneria che prevede tre figure, un coordinatore in centrale operativa, un altro coordinatore e un ufficiale direttamente sulla scena a gestire la situazione, più altro personale della capitaneria, della Protezione civile siciliana, del Comune di Gela per gestire la simulazione via terra con mezzi meccanici per la rimozione del petrolio in spiaggia e per il servizio di vigilanza.

 

Partecipazione inoltre dell’Ispra (Istituto nazionale di protezione ambientale) e dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) che hanno simulato prelievi e campionamenti. Molti inoltre i mezzi coinvolti: un elicottero da dove il comandante Carosia ha ordinato la partenza di tutti i mezzi navali e cioè due motovedette, una della polizia e una della capitaneria, i mezzi dell’Enimed, dei concessionari antiinquinamento, della Nos Aries, una nave da 80 metri che si è spostata da Pozzallo a Licata per trasportare dispositivi antinquinamento.

 

«Abbiamo l’obbligo ogni anno di fare un’esercitazione a livello complesso – ha detto D’Istria – e da un paio d’anni a questa parte l’Enimed mette a disposizione la piattaforma off-shore Prezioso. Con questa iniziativa abbiamo potuto anche testare il nuovo piano operativo locale antiinquinamento in vigore dall’inizio dell’anno».

 

L’area interessata dall’inquinamento è stata circoscritta utilizzando panne galleggianti e successivamente  degli skimmer per decontaminare la zona, assorbendo la macchia nera dell’inquinamento simulato, che ha avuto una dimensione di 100 m. x 300 m.

La preside Scicolone ha così commentato l’esperienza vissuta dai suoi studenti: 

 

«Quando il comandante Carosia ci ha fatto sapere di questa iniziativa abbiano aderito con entusiasmo perché tutto ciò è in linea con la missione educativa e di formazione della scuola. Lavoriamo tanto sull’educazione e salvaguardia dell’ambiente, sulla legalità e soprattutto sul rapporto con le istituzioni. La scuola è una pubblica istituzione come la Capitaneria che è un altro pezzo importante dello stato e quindi per noi è assolutamente prioritario mantenere rapporti e collaborazioni costanti con chi sul territorio opera anche su versanti diversi – la scuola sull’educazione, la capitaneria su altri, ma laddove è possibile incontrarci noi non possiamo non essere presenti.  Si può fare scuola, formazione, collaborando con le istituzioni e i ragazzi che ora sono testimoni, un giorno potranno essere protagonisti dello sviluppo del territorio. I nostri ragazzi sono stati già presenti in Capitaneria in altri momenti, in altre occasioni. Hanno partecipato alle operazioni di Security portuale 8 ragazzi di terza, per una funzione orientante. Per questa iniziativa ha partecipato una classe di 17 ragazzi, la 2ª G e la loro insegnante, la prof.ssa Giusy Rinzivillo, che ha curato personalmente i rapporti con la Capitaneria. Una classe entusiasta e infervorata che rappresenta uno spaccato del modello delle classi dell’istituto Romagnoli, dove sono presenti ragazzi con disabilità, con difficoltà, ragazzi in gamba, rappresentativi di tutti gli stati, una classe-modello, che è lo specchio della varia umanità della scuola».