Proprio in questi giorni il neo deputato grillino Nuccio Di Paola (a destra nella foto)  durante un convegno organizzato a Caltanissetta incentrato sulla prevenzione delle malattie cardiocircolatorie,

ha rispolverato nel suo intervento l’importanza per il territorio gelese di dare attuazione pratica alla zona franca sanitaria.
«E’ un nostro diritto – afferma il parlamentare – con la legge regionale n. 5/2009 a cui ha fatto seguito il decreto assessoriale di attuazione n. 549/2013, Gela-Milazzo e Augusta-Priolo, sono state riconosciute aree ad alto rischio ambientale in Sicilia, e in quanto tali beneficiarie di  interventi specifici  in ambito sanitario».


 Anche Virginia Farruggia (al centro nella foto), presidente della commissione Ambiente e Sanità – si dimostra sensibile al tema. «Nell’ambito del tavolo tecnico apertosi in Regione – ci ha detto – grazie alle proposte dei direttori generali delle Asp coinvolte, sono state tracciate le linee da seguire, puntando soprattutto sulla prevenzione ma anche sulla diagnosi, la cura e la riabilitazione. Da qui è nata la proposta della zona franca sanitaria di cui l’Asp di Caltanissetta  è capofila».  


L’associazione gelese Corsa per la vita, presieduta da Silvio Lisciandra, è da anni che porta avanti questa battaglia, sin dai tempi  della giunta Fasulo con la commissione Sanità allora presieduta da Costantino Napolitano che ancora oggi continua il suo lavoro  affiancando la Farruggia insieme alla Pingo. Proprio martedì scorso, Lisciandra è stato convocato in commissione al fine di far ripartire una virtuosa collaborazione tra l’associazionismo e le istituzioni avendo di mira entrambi un obiettivo comune che è quello di tutelare la salute della popolazione gelese.


«La Zona franca sanitariaaggiunge la Farruggia – prevede un aumento del 2%  della quota capitale che sono i fondi che la Regione trasferisce alle Asp a seconda della popolazione. Ciò significa che l’Asp della provincia di Caltanissetta, che conta circa 110.000 abitanti, riceverà  3.700.000 euro in più ogni anno».
Sì, perché è giusto che il nostro territorio venga risarcito dopo più di mezzo secolo di scempio ambientale.


Dice Lisciandra: «Bisognerebbe innanzitutto garantire a tutti  lo screening gratuito per le patologie tumorali, ma anche rafforzare le strutture e fare un serio investimento in macchinari all’avanguardia».


Anche l’onorevole Giuseppe Arancio, del Pd, da operatore del settore ritiene importante acquisire strumentazione ad alta risoluzione che consentirebbe una prevenzione più efficace perché capace di diagnosticare le lesioni cancerose anche di pochi millimetri.
Secondo Arancio, «E’ proprio ciò su cui insiste la proposta delle Asp che sottolinea la necessità, altresì,  di acquisire personale sanitario e tecnico aggiuntivo oltre che di introdurre nelle scuole l’ educazione sanitaria».


Il decreto di finanziamento però non arriva. Le somme non sono state ancora impegnate. «Eppure – riprende la Farruggia – le Asp hanno presentato all’assessore sinanche una bozza di decreto ma sarà rimasto sopra la sua scrivania. Poi ci sono state le elezioni e ora vediamo che succederà».
Ma il punto dolente è dove la Regione possa trovare i soldi per coprire questa spesa.


«La cosa più semplice – secondo Arancio –  è togliere una percentuale molto piccola, tipo lo 0,2%, ad ogni fonte di spesa, sempre all’interno del capitolo sanità”».
Il capitolo Sanità incide in bilancio per il 70% circa della spesa regionale. Il segreto sarebbe, quindi, ottimizzare le uscite.
«Basta ridurre gli sprechi – conclude Virginia Farruggia –. Fino a quando la politica rimarrà all’interno della sanità, quest’ultima sarà sempre considerata merce di scambio e i processi virtuosi verranno bloccati».
Sperando nel nuovo assessore regionale...