E’ quasi Natale ma il sindaco Messinese e i suoi fedeli non se ne sono accorti:

i pochi addobbi che si intravedono per le vie del paese stentano ad ornare un centro storico già fortemente depresso a causa della ztl nata sotto una cattiva stella.
Mentre i commercianti di corso Vittorio si autofinanziano al fine di fornire un po’ di animazione per i più piccoli, c’è chi, in vico Santa Lucia, si adopera addirittura in prima persona per decorare gli spazi pubblici in prossimità dei propri negozi. Ciò fa molta rabbia specie se si considera che basta spostarsi di pochi chilometri per rimanere piacevolmente avvolti da un’atmosfera natalizia che qui latita, come ogni anno. 

 

Ad aggravare una condizione già sconfortante, quest’anno sono stati montati in piazza dei gabbiotti in legno che ospitano le merci più variegate: dalle borse, alle sciarpe passando per vari utensili di uso domestico. «Un vero e proprio mercatino rionale che non ha alcuna attinenza col Natale – come dichiara Ivana Donegani, titolare dei negozi Benetton e Alcott –  che ha fatto partire la polemica sui social, e che aggiunge: «Sarebbe stato più logico e più utile coinvolgere i tanti artigiani presenti in città come succede in qualsiasi paese civile, e invece in questo mercatino di “fatto a mano” non c’è proprio nulla».


Sulla stessa linea d’onda è Valentino Granvillanoneo assessore e presidente del consorzio Gela C’entro – il quale rileva, peraltro, un problema di concorrenza sleale sollevato da più di un associato e causato dall’omogeneità delle categorie merceologiche presenti nei gazebo e quelle vendute nei loro esercizi commerciali.  Granvillano è pronto a chiedere spiegazioni alla giunta perché «se l’assessore D’Arma o chi si è occupato del Natale ci avesse resi edotti della programmazione natalizia – dice Granvillano – avremmo quantomeno potuto consigliare un mercatino a tema».


Le polemiche suscitate per la mancanza in città di addobbi natalizi ha risvegliato nelle associazioni datoriali – Confcommercio e Confesercenti –  antichi malumori. Il problema, infatti, non è la mancanza di risorse in cui versa il Comune, perché basterebbe lavorare con un minimo di programmazione e buon gusto per ottenere risultati soddisfacenti a costi ridottissimi.


«Da quando c’è il sindaco Messinesedichiara Francesco Trainito – presidente Confcommercio – noi non riceviamo più comunicazioni di alcun tipo. Anche il nuovo PUC  (Piano urbanistico commerciale – ndr), vincolo di Prg, non è stato approvato in consiglio a dicembre 2016 proprio per il vizio di questa amministrazione di calare dall’alto strumenti che invece vanno adattati al territorio e a seguito di concertazione con le parti interessate. Peraltro, questo ha determinato la perdita di un finanziamento regionale. Qualche mese dopo il consesso civico ha approvato il Piano con riserva, a condizione cioè che esso venisse ripubblicato per valutare le osservazioni degli interessati. Solo dopo sarebbe avvenuta l’approvazione definitiva. La pubblicazione del PUC non ha mai avuto luogo e quindi è come se non esistesse. Questa inadempienza protrattasi ormai da un anno fa pensare che si preferisccono interventi in deroga e conseguenti favoritismi.

 

Assistiamo – aggiunge Trainito – impotenti al sacco di Gela per paragonarlo alla speculazione selvaggia avviata a Palermo ai tempi di Ciancimino. E’ verosimile, quindi,  che la ragione per cui a Gela non sia stato ancora aperto un centro commerciale nonostante sia la sesta città della Sicilia per numero di abitanti,  risieda proprio in questo inghippo. Le varianti in deroga abbisognano infatti di tanti, troppi pareri che scoraggiano anche gli imprenditori più coraggiosi. La Lidl – ribadisce il presidente di Confcommercio – è da anni che va dietro a tutte le autorizzazioni necessarie».

 

Neanche il PUT  (Piano Urbano del Traffico) è stato ancora approvato in consiglio  ed in ogni caso esso avrebbe, anche qualora approvato, una valenza nulla se non collegato al PUM (Piano Urbano di Mobilità). «Ecco perché – conclude Trainito – per noi la Ztl è illegittima e come Confcommercio abbiamo inviato una diffida al Comune. Un esperimento di cui la città non è contenta e non solo perché i suoi abitanti sono restii a cambiare abitudini e vizi ma perché inadeguato, in questi termini, a portare benefici all’economia».


«Nessuno – dichiara Rocco Pardo, presidente di Confesercenti – è contrario alla ztl o addirittura alle isole pedonali ma prima è necessario garantire alla cittadinanza i servizi utili a non far deprimere l’economia gelese già fortemente compromessa dalla crisi globale». E tra i servizi richiesti non possono mancare le aree destinate a parcheggio servite da bus navetta che vi transitino con cadenza regolare, nonché le attrazioni tipiche di un centro storico che si rispetti: panchine, aiuole e  sistemi moderni di illuminazione d’atmosfera.


«Solo così  – continua Pardo – il centro storico può acquisire la sua vocazione di centro commerciale naturale».
Per le associazioni datoriali la mancanza di risorse per attuare i servizi è solo una scusa. «Intanto – conclude Pardo – è necessario che l’amministrazione ci coinvolga anche perché è plausibile che gli imprenditori sarebbero disposti a contribuire economicamente qualora si prospettasse un ritorno economico». Ed esso è immaginabile solo a seguito di una programmazione che scongiuri l’improvvisazione al potere.


Non sarebbe peregrina l’idea di utilizzare una parte dei 32 milioni di euro dei fondi di compensazione che il Comune deve ancora incassare da Eni. Suggeriamo pertanto all’amministrazione di presentargli un progetto che preveda lo sviluppo e la crescita del nostro territorio attraverso la predisposizione dei servizi accessori ad un’isola pedonale degna di un paese civile.