La seduta consiliare del 19 dicembre 2017 passerà alla storia come la seduta verità ed un capolavoro di tecnica e di azione politica

che mai consiglio comunale abbia saputo o potuto  fare. I consiglieri, tra un emendamento ed un altro, chiarimenti tecnici del dirigente, relazioni tecniche dell’assessore Morello, proposte del sindaco ed altri tipi di  spiegazioni, hanno potuto esprimere il proprio voto con cognizione di causa. Un voto libero, dettato solo dalla necessità di raggiungere l’obiettivo di evitare il commissariamento e sicuramente non per fare un favore al sindaco.

 

Alla fine una valanga di sì, tranne il voto negativo e coraggioso dei dem Ascia e Siragusa, suggella l’idea che il consiglio comunale esiste ed è pronto a sfiduciare un sindaco che non è riuscito o forse non ha voluto trovare uno straccio di maggioranza o minoranza in Consiglio. Ma andiamo per ordine. La seduta ha una durata di poco meno di due ore mezza.

 

Poca compostezza e molta rumorosità, tanto che costantemente la presidente Ascia è costretta a richiamare all’ordine tutti i consiglieri. Però quel che ne vien fuori dalla seduta è il risultato di un autentico capolavoro, in quanto vince l’obiettivo generale che è quello dell’approvazione del bilancio al di là di ogni steccato politico. Presenti al completo sindaco e giunta. E’ Salvatore Gallo ad incaricarsi i presentare con l’ironia che gli è propria, vecchi e nuovi assessori. Una frecciata al sindaco per avere realizzato il falso azzeramento mantenendone in vita due assessori della vecchia giunta, Siciliano e Morello.

 

«Questi sono giochetti – aggiunge Gallo – che si possono fare con qualcuno che non capisce di politica. Bastava avere il coraggio di mandare via i quattro assessori e quindi rinominare una nuova vera giunta,  che il sindaco sarebbe uscito da questa situazione come un uomo forte come un uomo carismatico, come un uomo che ha il coraggio di fare delle scelte nel bene e nel male».


Duro anche l’indipendente Cirignotta che ha apostrofato spesso il sindaco con sferzanti frasi. «Buon lavoro alla nuova giunta. E’ doveroso farlo. Ricordate quando il sindaco era andato in televisione a strombazzare che avrebbe fatto una giunta politica? Nobili idee. Invece che ha fatto? Ha nominato due vecchi assessori e tutti gli altri non indicati dai partiti. Lei sindaco intende andare avanti per altri due anni mezzo con una giunta scollegata col consiglio comunale? Lei ha sbagliato completamente modi e tempi perché ha realizzato una giunta che ha creato forti contrapposizioni  con il massimo organo elettivo che è il consiglio comunale. Abbiamo pochi giorni ancora e poi ci liberemo di lei che è stato un sindaco arrogante».


Dopo un chiarimento tecnico richiesto da Casano, la presidente Ascia passa la punto successivo: documento unico di programmazione presentato dal sindaco. Fioccano subito le richieste di chiarimento da parte di Casano, Di Modica e Malluzzo.  Si tratta di tre milioni di euro da destinare alle manutenzioni di edifici scolastici ed impianti sportivi. Le maggiori critiche, accompagnate da motivazioni tecniche serie e corrette, provengono dalla consigliera Di Modica che accusa sindaco e giunta di mancata programmazione.  Interviene quindi Guido Siragusa per rilevare che il sindaco è incorso in un errore nell’individuazione della normativa prevista, sistemato successivamente dopo che Messinese ha fatto proprio l’emendamento a correzione,  proposto da Siragusa. L’emendamento assieme a tutti gli altri passano.


Ciascun consigliere nel proprio intervento fa rilevare la incapacità di programmazione di una giunta che non ha riferimenti in consiglio, ma denuncia anche la lentezza con cui gli uffici esperiscono gli atti, il mancato riscontro a tutti gli emendamenti degli anni precedenti. Non mancano neppure le critiche dei futuristi che per bocca di Peppe Ventura accusano l’amministrazione di non essere stata coerente nel cacciare via la Tekra impedendo nuove proroghe . E’ il momento in cui il consigliere Sammito chiede la verifica del numero legale e la seduta viene sciolta per il numero insufficiente dei presenti.