Come si presentava Gela cinquant’anni fa? E anche oltre? Sfogliando le pagine di vecchi libri che narrano della Gela antica, possiamo per un attimo immaginare come fosse in origine la città. Sicuramente più bella, con i suoi palazzi, vie, monumenti, oggi in buona parte non più visibili nel loro antico splendore, vuoi perché non più esistenti vuoi perché “trasformati” nel corso degli anni.
Vogliamo porre la nostra attenzione sulle vie della città. Passeggiando non possiamo non notare le buche sul manto stradale e l’assenza dell’antico basolato originariamente presente nella città, il quale oltre ad essere una pietra di eccezionale durezza, ha sicuramente un notevole valore storico ed estetico. Ma che fine ha fatto?
Per saperne di più ci siamo rivolti al professore Nuccio Mulè, presidente dell’Archeoclub di Gela, il quale, da sempre si batte per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città.
– Qual era il tipo di basolato utilizzato in città? A quale periodo storico risale? Possiamo stabilire con certezza, se e dove, esiste ancora il basolato?
«Fino agli anni ’60 la caratteristica di Gela erano le strade basolate. Diversi autori recatosi a Gela evidenziavano proprio questo aspetto. Il basolato presente era di due tipi: la pietra lavica impiegata nelle vie principali della città quali, il Corso Vittorio Emanuele, via Cairoli, via Navarra, Via Rossini, via Navarra Bresmes, il Pontile… e la pietra ragusana calcarea utilizzata nelle vie piccole, nei vicoli, nelle piazze e per i marciapiedi dal museo fino al cimitero. Negli anni '60 la città subisce una accelerazione economica a discapito dell’aspetto culturale che rimane a zero. Lungo questa scia, inizia il processo di sbasolatura che raggiunge il suo culmine negli anni '70-'80 portando alla eliminazione dell’antico basolato, facendolo sparire quasi del tutto e all’avvento dell’asfalto. Il risultato è stato un’enorme disastro! Basti pensare che il basolato che anticamente si trovava nel centro storico risale ai primi del '900. La città ha perso il suo aspetto, la sua caratteristica, il valore estetico e artistico di un tempo. Ad oggi, purtroppo, non è possibile stabilire con certezza se e in quali vie sia possibile ritrovare ancora il basolato originale».
– Lei, da sempre, si impegna per la conoscenza, tutela e salvaguardia dei beni culturali della città. In riferimento al basolato, quali risultati ha raggiunto? Secondo lei, come mai nel corso degli anni, c’è stato questo disinteresse da parte dell’amministrazione?
«Con tanti sforzi l’idea del basolato è entrata nell’immaginario collettivo. Negli anni '90 dopo che quasi tutte le basole erano state eliminate, nelle vie e in alcuni cortili, si sono reinventati la ribasolatura. Anche se sono riuscito per così dire a “smuovere le acque”, purtroppo, siamo arrivati tardi perché del basolato originale è rimasto ben poco. Possiamo ritrovarlo in via Rossini, al Pontile… Le amministrazioni non hanno saputo valorizzare e salvaguardare le bellezze artistiche della città. L’interesse privato ha prevalso sul bene collettivo/ bene pubblico. E’ stata una città senza re e senza regno, dove ha predominato la logica del profitto, del clientelismo, della mafia. Quando si parla di beni culturali sono cinque gli aspetti che bisogna curare: la conoscenza, la divulgazione, il recupero, la tutela e la salvaguardia. Questo non c’è stato, non solo per quanto concerne il basolato».
Abbiamo sentito anche l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Casano.
– Assessore, cosa si sta facendo e si intende fare per cercare di restituire l’antica bellezza a questa città? Si procederà con la ribasolatura delle strade? A quanto ammontano i costi per il risanamento/rifacimento del manto stradale e il miglioramento della viabilità?
«Sono iniziati i lavori di riqualificazione della via Pierluigi da Palestrina che vedranno il rifacimento della sede stradale e la posa delle basole. 100 mila euro l’importo totale per la riqualificazione dell’intera via, che una volta completata, verrà chiusa al traffico ridonando bellezza al luogo. Ci sono diverse vie della città da attenzionare. Stiamo cercando di lavorare nel recupero del basolato antico. Al Borgo Pignatelli e via Buscemi sono stati investiti circa 650 mila euro per riqualificare la zona ripristinando dove è possibile l’antico basolato e procedendo alla pavimentazione. Inoltre,completati i lavori, procederemo al riposizionamento della “Santuzza”, restituendo così alla città un piccolo pezzo della sua storia. Interverremo anche in via Rossini recuperando il basolato esistente, invece in via Omero effettueremo dei lavori di ripavimentazione, il progetto prevede il rifacimento della rete fognaria, della pubblica illuminazione e ricostruiremo la scalinata per riportarla al vecchio splendore, investendo circa 800 mila euro. Ripristinare l’antico basolato costa molto di più. Dove possiamo recuperare, recupereremo. Inoltre, riguardo gli interventi di riqualificazione, abbiamo fatto un accordo con il museo archeologico e inseriremo dei pannelli con informazioni relative ai reperti archeologici trovati in prossimità di quelle zone su cui stiamo intervenendo o interverremo. Conosco il lavoro e il danno che è stato fatto in città. Oggi, fortunatamente, la cultura sta cambiando. Vogliamo recuperare il nostro passato, la nostra storia. Da pochi anni stiamo parlando di cultura. La gente inizia ad avere maggior interesse».
– Quali i progetti in cantiere?
«Vi è un progetto esecutivo in attesa di essere finanziato “Una via e tre piazze”. Sono previsti anche dei lavori di riqualificazione ed ampliamento del Lungomare di Gela tratto compreso tra la rotonda di via Borsellino ed il pontile sbarcatoio: Orto Pasqualello; riqualificazione urbana della via Francesco Crispi; prolungamento di Viale Mazara del Vallo, rotonda Viale Cortemaggiore. Inoltre Caltaqua avvierà dei lavori sulle condutture e sollecitata dalla Amministrazione provvederà al ripristino del manto stradale che coinvolgerà il 30% circa del territorio. Al riguardo,abbiamo anche stabilito le condizioni di ripristino. Stiamo investendo anche sui quartieri. Ringrazio i consiglieri comunali che mi danno la possibilità di spendere questi soldi e di lavorare per la città».
E’ evidente che questa città sia stata poco amata perdendo la sua bellezza, il suo illustre passato. Per fortuna qualcosa di buono si muove nell’aria, la città, seppur con fatica, vuole cambiare il suo volto, riscoprire la sua storia. Vecchio e nuovo possono coesistere.
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