Da Bepi Lima, distretto sanitario gelese penalizzato

Sono Bepi Lima, giornalista esperto di politiche sociali e desidero segnalare l'assurda penalizzazione subita dal distretto socio sanitario di Gela nel riparto dei fondi previsti dalla legge 328 che, stranamente, è passata senza che né l'amministrazione comunale di Gela, né gli organi di informazione sollevassero il caso.

Sintetizzo brevemente i fatti: a settembre del 2013 la giunta Crocetta inserisce fra i criteri di riparto il numero dei Comuni contenuti in un distretto (dunque più comuni, più soldi); a novembre 2013 l'allora assessore Bonafede, su suggerimento degli uffici (in)competenti, assegna a questo criterio il 28% delle risorse stravolgendo il criterio fino ad allora utilizzato, basato, come avviene in tutta Italia, sulla popolazione residente.


Il risultato è aberrante: al distretto di Taormina, che ha meno di 60 mila abitanti ma è composto da ben 22 Comuni, sono andati oltre un milione e novecento mila euro, a quello di Gela, con oltre 121 mila abitanti e appena 3 Comuni, poco meno di un milione e mezzo di euro.
Il tutto è ancora più paradossale in quanto anche i bambini sanno che a Gela e dintorni i problemi sociali sono molto più gravosi rispetto al comprensorio della "Perla ionica".


Pensando che fosse soltanto un errore materiale, dovuto a qualche funzionario regionale incompetente, ho avvertito il gabinetto di Crocetta e l'amministrazione comunale di Gela, ma nessuno ha alzato un dito e i cittadini di Gela rimangono penalizzati a dispetto della legge e del buon senso. Solo il distretto di Adrano ha proposto ricorso al TAR, che nel mese di maggio ha respinto il ricorso con una sentenza cervellotica, sostenendo addirittura che la legge 328 in Sicilia non vale e adesso si aspetta il pronunciamento in secondo grado del Cga. Ma il problema non è solo giuridico, anzi è specificamente politico: Gela è stata scippata di risorse dovute e nessuno di quelli che dovrebbero difenderla fa il suo dovere.


A sostegno di quanto affermo allego alla presente il decreto assessoriale che assegna il 28% delle risorse in base al numero dei Comuni che compongono i distretti e il decreto del Dirigente Generale della Famiglia, da cui si evincono le cifre che ho anticipato.
Spero che almeno gli organi di informazione facciano il loro dovere.


Bepi Lima