La diaspora renziana, l'ex sindaco Fasulo: «Torno se serve alla gente»

La diaspora renziana, l'ex sindaco Fasulo: «Torno se serve alla gente»

Nasce “Italia Viva”, il nuovo partito di Matteo Renzi che abbandona il Pd e conta già 25 fedelissimi alla Camera, più altri 15 al Senato.

Un addio, quello di Renzi, di cui si vocifera da anni e non è affatto peregrina la considerazione secondo cui, verosimilmente, Renzi è stato, alla fine, l’ultimo dei "renziani" a dire effettivamente addio al Pd, giacché moltissimi militanti dem che si rivedevano nella leadership renziana, fecero già tale scelta allorquando tale leadership venne meno.

Gela, per fare un eclatante esempio, è stata realmente antesignana in tal senso. La diaspora nel Pd tra renziani e non, a Gela si verificò oltre tre anni fa, diventando un caso politicamente scomodissimo a livello regionale, successivamente un caso quantomeno controverso, sul piano delle regole interne al partito, anche a livello nazionale.

Ne abbiamo parlato con chi, incarnando allora il ruolo di primo cittadino gelese, rappresentava l'esponente di spicco tra i renziani in salsa locale e cioè l’avv. Angelo Fasulo (nella foto).
«Ci furono – ricorda l’ex sindaco – ripetuti scontri che iniziarono, per quanto mi riguarda, già quando ero candidato all'Assemblea nazionale del partito.

Proseguirono per la candidatura a sindaco e poi fino a quando si formarono due blocchi veri propri ed a quello renziano non furono concesse le tessere provinciali, con tanto di “doppio congresso” ed una diaspora che anticipò di fatto quella che in questi giorni ha ufficializzato lo stesso Renzi in Parlamento ed a livello nazionale.

A distanza di anni – prosegue Fasulo – si continua a parlare del famigerato protocollo, sul quale c'è la mia firma nella veste di sindaco e quella di Renzi nella veste di presidente del Consiglio. E’ stato bollato come nefasto, peggiorativo e via discorrendo. In questi giorni ho letto che fu frettoloso. Si dimentica, però, che ci fu un incidente in fabbrica, che una linea era già ferma. Si dimenticano, troppo facilmente, che c’erano le prescrizioni Aia».

Oggi – prosegue Fasulo – mi basta solo segnalare che a Sannazzaro si è verificato il terzo episodio di blocco della Raffineria, a sconfessare una tecnologia che evidentemente tanto futuro non ha e che avrebbe invece dovuto prolungare la vita della Raffinazione convenzionale a Gela. Magari domani si ritroveranno altrove senza una neanche una bioraffineria che a Gela invece sta, seppur con qualche ritardo, per partire. Una svolta green, di prospettiva, poco apprezzata ancor oggi ma il tempo darà le sue risposte.

E ragionare in prospettiva è il mio modo di vedere la politica, per cui – sottolinea l’avvocato gelese – non nascondo di nutrire interesse verso un'area moderata dove l'agibilità politica, che ragiona come dicevo in termini di prospettive ad ampio respiro, è praticabile tanto al centro quanto nei territori periferici e locali. Sfido chiunque a trovare qualcuno che abbia fatto più primarie di me in Italia. Sono passato sempre attraverso elezioni e nessuno mi ha regalato una poltrona.

E quando si è trattato di uscire fuori dalla scena e fare da spettatore, l'ho fatto. La politica mi piace, la considero una cosa importante ma per un mio nuovo coinvolgimento, oltre che piacermi deve veramente servire alla gente, a cui deve saper dire la verità ed elaborare proposte.

Quel che mi sento di affermare è che spero ancora in un'area moderata mentre mi convince molto meno l’accordo alla base di questo “governo giallorosso”. Quando Renzi rimase nel partito, non ho condiviso. La frattura attuale non ha senso se parliamo di "maggioritario". Altro è il discorso in una logica “proporzionale”. Probabilmente siamo entrati in un contesto di ritorno definitivo al proporzionale. Gli italiani però devono decidersi: non possono invocare uno spirito maggioritario ma in testa continuare ad alimentare un pensiero proporzionale».

In effetti, l'aver anticipato di netto una diaspora avvenuta solo adesso a Roma, ha portato diversi “precursori” renziani gelesi, nel frattempo, a sparpagliarsi. Il blocco principale passò a “Sicilia Futura” di Totò Cardinale, per poi subire diverse defezioni.

Giuseppe Licata, segretario del circolo renziano che aveva come riferimento Angelo Fasulo, ha lasciato i compagni di viaggio, rompendo in particolare la lunga collaborazione con l'ex assessore e consigliere comunale Giuseppe Ventura, accettando l'assessorato nella giunta Messinese. Oggi viene dato vicino a Musumeci e tra i papabili ad un assessorato nella giunta Greco.

Il “segretario bis” allora eletto nel congresso renziano, il già consigliere comunale Fabio Collorà, si è defilato nei mesi a seguire, assumendo una collocazione ben lontana dai riflettori. Rino Licata, per fare un altro esempio, ha abbracciato il progetto civico del vicesindaco Terenziano Di Stefano ed è l'attuale segretario del movimento locale "Una Buona Idea".

Il gruppo Sicilia Futura, che ha fornito propri candidati nella lista "Un'Altra Gela", tra cui l'eletto ed attuale capogruppo consiliare Giuseppe Morselli, esiste ancora e ne fanno parte un altro dei papabili assessori nella giunta Greco, il già consigliere comunale Cristian Malluzzo, il sopra citato Giuseppe Ventura ed il già consigliere comunale Antonino Biundo. A confermarcelo è lo stesso pneumologo.

«Il gruppo – ci assicura Biundo – è ancora vivo ed è in una situazione di "responsabile" attesa, consigliata dalle contingenze politiche attuali. Più avanti faremo un punto della situazione, in considerazione delle varie dinamiche che si stanno sviluppando a livello locale, regionale e nazionale. Al che decideremo sul da farsi.

La scissione renziana non ci coglie certamente di sorpresa ma non è un argomento che abbiamo ancora trattato – conclude il medico gelese – accanto altri che dovremo approfondire con la serietà che meritano».

Insomma, all’indomani della nascita del partito di Renzi, nei “territori” è ancora presto per certi discorsi, ma quando sarà l’ora di organizzarsi, con nomine a livello decentrato, non pochi inizieranno e/o ritorneranno a sgomitare, per farsi largo.