Mentre la città sprofonda, la politica litiga

Mentre la città sprofonda, la politica litiga

Una pessima immagine per la politica locale.

Tutto è sacrificabile sull’altare del protagonismo politico, anche in piena emergenza sanitaria, economica e sociale. Ogni occasione è buona per apparire, tra accuse, repliche, presunti meriti e demeriti. Un clima avvelenato, nel quale per accendere lo scontro basta un attimo, fino ad arrivare poi al punto di chiedere, da parte dell’opposizione, addirittura le dimissioni di Salvatore Sammito dalla carica di presidente del consiglio comunale.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso per le minoranze è stato il ritardo, ritenuto volutamente omissivo e quindi colpevole, di un documento stilato dalle forze d’opposizione e condiviso dalla stessa maggioranza in una riunione dei capigruppo. Il documento conteneva una serie di richieste ed istanze, in larga parte raccolte tra i gelesi, che il presidente del consiglio ha trasmesso all’asp cl2 ed all’assessorato regionale al ramo, in ritardo.

Intanto, Eni dirama un comunicato stampa in cui dichiara di finanziare l’allestimento di un’unità di terapia intensiva presso il “Sant’Elia” di Caltanissetta, sicchè l’intera provincia, compresa Gela, ne potranno usufruire in contrasto al Covid-19. Apriti cielo, insorgono i social ed è lo stesso manager dell’Asp nissena, Caltagirone, a chiarire l’equivoco, con l’Eni che rettifica e dichiara invece che l’unità di terapia intensiva sarà destinata al “Vittorio Emanuele III” di Gela. Nella maggioranza è piena corsa alla primogenitura nell’aver convinto la multinazionale a correggere il tiro. Ed in quel cielo che si era aperto, si vedono volare gli asini.

Nel giro di poche ore, ben 2 milioni di euro sono ballati tra l’ospedale di Caltanissetta e quello di Gela. Alla fine Eni li destinerà per un’unità di terapia intensiva al presidio ospedaliero gelese, in favore del quale è inoltre in corso l’approvvigionamento di una sterilizzatrice ospedaliera. L’equivoco, chiamiamolo così, era stato immediatamente chiarito dal manager dell’asp nissena, Catanzaro, mentre nel frattempo le reazioni dei cittadini gelesi trovavano terreno fertile nei vari social.

Alla notizia della rettifica da parte di Eni, il primo cittadino si è detto contento di aver sollecitato il “cane a sei zampe” ad intervenire. Ma tale rivendicazione è stata espressa anche da altri esponenti della maggioranza, con il segretario cittadino del Pd, Peppe Di Cristina che aveva persino anticipato il primo cittadino. Fino a creare ingiustificate ed ingiustificabili, considerata la fase che si sta attraversando, tensioni nei rapporti tra alleati e sindaco, oltre che all’interno delle stesse forze di maggioranza.

A partire giusto dalla stessa lista del sindaco, “Un’altra Gela”, nel quale il consigliere Trainito pur non menzionandola, secondo i più maliziosi ce l’avrebbe con la collega Romina Morselli per aver aizzato il sindaco contro di lui, accusandolo di volersi prendere meriti nella vicenda, dopo una dichiarazione esternata da presidente di commissione.

Insomma, chiacchiere. Fuffa. Lo stesso contesto che ha animato in settimana la polemica tra opposizione e maggioranza riguardo alle informazioni sull’evolvere dell’epidemia in città e la richiesta di dimissioni di Sammito.

Polemiche che hanno avuto una coda anche in consiglio comunale in videoconferenza. Ne abbiamo chiesto conto allo stesso Sammito (foto sopra, a sinistra) a cui siamo riusciti a strappare uno striminzito commento che getta acqua sul fuoco: «non è successo niente di così grave che non sia recuperabile, ma che rientra – osserva il presidente del consiglio - nella normale dialettica politica. Vorrei liquidare così questo malinteso, perché di malinteso si tratta.

Ho tramesso un atto dopo qualche giorno mentre le opposizioni volevano che lo facessi subito. Tutto qui. Un malinteso, in un momento già teso per i motivi che conosciamo e che ha causato un piccolo scollamento, ma nulla – ritorna a dire – di irrecuperabile».
Abbiamo provato allora di capire le ragioni di una tale situazione chiedendo ad esponenti di entrambi i fronti. Chi nella maggioranza è decisa a prendere le distanze da questo di cose è Valeria Caci,(a destra, sopra) eletta al civico consesso nella lista “Impegno Comune/Pdf”: «Ci può stare un diverbio, un confronto – ammette la consigliera Caci – anche accesso, ma alzare il livello dello scontro perennemente è un qualcosa che non mi appartiene e, soprattutto, non è questo il momento.

Così come ci possono stare degli errori, nessuno è infallibile e non nego che mandare un atto in ritardo sia stato un errore, ma ci sono anche altri impegni istituzionali che non ti fanno trasmettere in tempo un atto e, in ogni caso, chiedere le dimissioni di Sammito, è servito solo a sollevare il classico ed inutile polverone. L’opposizione – prosegue – un giorno dice di abbassare i toni e cinque minuti dopo è già sui social, nella stampa ed in tv ad attaccare la maggioranza ed il sindaco. Nessuno vieta loro il diritto di critica, ma colpevolizzare fino alle conseguenze estreme dell’invito a dimettersi – conclude – per un errore che ci poteva benissimo stare, ad esempio, diventa già ben altro che critica politica».

Sulla stessa linea, il collega di maggioranza e capogruppo di “Libera mente”, Vincenzo Casciana (nella foto sotto, a adestra): «le polemiche tra maggioranza e opposizione – asserisce i Casciana – il più delle volte sono espressione di una politica che vuole separare anziché unire, recriminare anziché suggerire. Con i consiglieri Grisanti ed Iaglietti, abbiamo fatto nascere un gruppo allo scopo di evitare che le polemiche avvelenino il clima della politica locale, distogliendola dal suo fine ultimo che non è la supremazia, ma la condivisione e la costruzione.

Polemiche che ci fanno impantanare e ci impediscono di convogliare le forze verso l’obiettivo dell’unione che non solo è la soluzione, ma è anche l’unica via da seguire, in una fase storica come quella attuale. La richiesta delle dimissioni di Sammito risponde a questa logica divisoria tra maggioranza e opposizione. Sammito, in questo tempo pieno di emergenza, è chiamato ad un carico di lavoro non indifferente, per cui non credo che il ritardo nella consegna di un documento, seppur istituzionale, possa essere causa di dimissioni. Alla città, ai cittadini, non interessano i malcontenti interni alla politica, non se ne occupano nemmeno».

Chiudiamo il ciclo degli interventi del fronte di maggioranza con il giovane eletto nella lista ammiraglia del sindaco Lucio Greco, “Un’altra Gela”, Rosario Trainito: «da consigliere comunale e da presidente della commissione sanità, ho trovato nel primo cittadino una persona disponibilissima e sempre pronta ad ascoltarci e non solo. Abbiamo proposto l’ospedale da campo, i ventilatori portatili, la sanificazione, la richiesta di un albergo per isolare medici, personale infermieristico e chi è in quarantena.

Quasi tutto ha avuto seguito grazie all’impegno del sindaco Greco. In merito alla richiesta di dimissioni di Sammito, il presidente del consiglio ha solo avuto un imprevisto che ha causato il leggero ritardo nella trasmissione dell’atto. La richiesta da parte dell’opposizione a tal fine è stata quindi inopportuna, specie in un momento in cui si dovrebbe collaborare. Ed è falsa anche l’accusa che la maggioranza sia privilegiata nelle informazioni. L’amministrazione riceve le informazioni dall’Asp e li riporta a tutti indistintamente perché ognuno di noi può avere un’idea brillante da mettere in campo.

Vanno abbassati i toni ed iniziare a concentrarsi davvero per il dopo, quando si tratterà di riavviare l’economia – chiosa Trainito – e la vita sociale della nostra comunità, già in grosse difficoltà prima dell’epidemia del covid-19».

Sul fronte dell’opposizione ci siamo rivolti al consigliere eletto nella Lega di Salvini, Emanuele Alabiso (nella foto al centro, sotto): «paventare la richiesta di dimissioni – puntualizza Alabiso – non è stato esagerato ma un qualcosa di dovuto e, magari sarà stato un caso, ma dopo tale invito la trasmissione di quel documento che tardava a partire, ha subito una forte accelerazione. Un atto votato democraticamente dai capigruppo di tutte le forze presenti in consiglio. In verità, qualche consigliere molto vicino al sindaco non lo riteneva un atto opportuno.

Nessuno mette in discussione il lavoro di Sammito – precisa ulteriormente - in questi giorni di emergenza sul fronte sociale, ma egli ricopre anche la seconda carica istituzionale della città ed è garante del consiglio comunale e quindi ha il dovere di rispettare la volontà del consiglio. Stiamo vivendo un periodo in cui bisogna lottare per sopravvivere e non è certo questo il momento di avere posizioni politiche, ne avremo tempo in futuro, abbiamo sempre sostenuto la nostra volontà a collaborare e anche se non siamo mai stati chiamati in causa, abbiamo sempre proposto suggerimenti: io – conclude l’esponente leghista – ho sempre scritto personalmente e direttamente al sindaco, sia per email che attraverso i messaggi».

Alquanto severo il giudizio della consigliere indipendente di minoranza, Paola Giudice: «è avvilente assistere in piena emergenza sanitaria – esordisce la consigliera Giudice - a tanta demagogia nella politica locale. Ma l’amore per la città, il famoso bene comune di cui tutti parlano, si dimostra con i fatti e parte dal presupposto che bisogna sempre agire nella verità, senza trincerarsi dietro bugie di comodo. Il vantaggio che abbiamo avuto nel Sud – continua – è stato il tempo. Tempo per capire la gravità del fenomeno. Tempo per constatare l’impatto devastante su territori nonostante ben più dotati di infrastrutture sanitarie.

Tempo per organizzarci e rivendicare ciò che spetta anche alla nostra città. Il tempo è ora scaduto, non è stato sfruttato e anche tre giorni come quelli del ritardo nell’invio di un documento rivendicativo del consiglio comunale diventano fondamentali. Ed i “successi”, in questo momento, si misurano con i numeri: numeri di posti predisposti in rianimazione, numeri di medici specializzati per fare i tamponi, numeri di tamponi, numeri di ambulanze dedicate al Covid-19 ed anche i numeri di giorni persi per la negligenza di alcuni, compreso il presidente del consiglio che – conclude - come massima autorità del civico consesso deve (o dovrebbe) essere “super partes”, dando seguito alle decisioni prese».
Al fine di dare lo stesso spazio ad entrambi gli schieramenti, abbiamo più volte contattato e sollecitato a rilasciare una dichiarazione, l’esponente di “Avanti Gela” e, peraltro, consigliere eletto con più voti nell’assise civica, Gabriele Pellegrino, ma (?) diciamo che non ci siamo riusciti.