Ventura (Italia Viva): «Gela è una città alquanto problematica»

Ventura (Italia Viva): «Gela è una città alquanto problematica»

Si dice a ragion veduta che la politica, a tutti i livelli, dal centro alla periferia, è lasciata sovente nelle mani di gente anagraficamente attempata, per lo più avanzata negli anni.

Sarà pure un caso, ma è una politica che spesso non attenziona a dovere il mondo giovanile mentre quest'ultimo, per tutta risposta, a sua volta si mostra decisamente poco interessato alla politica. Due mondi che sembrano ignorarsi senza dispiacersene affatto, purtroppo. Una delle eccezioni in questi ultimi anni, a livello locale, è rappresentato dall'avv. Giuseppe Ventura, (nella foto, a sinistra) oggi quarantacinquenne, felicemente sposato ed orgoglioso padre di un bimbo di tre anni. 

Il suo percorso lo testimonia fedelmente. Già impegnato politicamente ai tempi dell'università a Catania, con l'elezione al senato accademico, aderisce ai "Ds" nel 2007 ed è tra i protagonisti locali durante il passaggio al "Pd", con ben tre elezioni di fila al consiglio comunale ed un assessorato con deleghe all'ambiente, sport, turismo e spettacolo nella giunta Fasulo. Considerati i ruoli nel frattempo esercitati, viene inevitabilmente coinvolto nella diaspora cittadina dei dem che anticipa di netto quella renziana a livello nazionale. Ne consegue il passaggio al movimento regionale "Sicilia futura", creato ad hoc per la Sicilia dall'on. Cardinale, federato con il Pd e molto vicino a Renzi. 

Coerentemente, con la nascita di “Italia viva”, lo ritroviamo responsabile provinciale del nuovo partito dell'ex segretario Pd ed ex Presidente del consiglio: «pochi giorni prima l'uscita ufficiale di Renzi dal Pd e quindi - ci racconta - intorno al mese di ottobre dello scorso anno, sono stato contattato dal deputato regionale Luca Sammartino, il quale mi anticipava quanto sarebbe successo da lì a poco e mi chiedeva se ero disponibile ad aderire al nuovo progetto renziano.

Non ero convinto inizialmente perché avevo deciso di prendermi del tempo per staccare un po' la spina, seguendo solo da osservatore esterno la politica, ma poi con il ritorno ad insistere di Sammartino, ho deciso di aderire col ruolo di segretario provinciale, anzi co-segretario provinciale perché tale responsabilità è condivisa con Laura Greco. Alla fine - e non ne faccio assolutamente mistero - la scelta che ho maturato è dettata dal fatto che, considerata la scena politica attuale, rimango dell'idea che Renzi sia ancora una spanna sopra tutti gli altri leader politici che al momento vanno per la maggiore. Non ho alcun dubbio in merito». 

É, insomma, la conferma di un'iniziativa, quella renziana, che non vuole fermarsi ad un'operazione precipuamente parlamentare, ma che si vuole strutturare nei territori e piuttosto alacremente: «ci siamo già incontrati – ci spiega - con il coordinatore organizzativo nazionale, l'on. Ettore Rosato, per delineare gli aspetti essenziali del nuovo assetto, con una prima novità rappresentata dallo statuto che prevede l'assenza di coordinatori regionali e cittadini. Esistono solo coordinatori provinciali che si interfacciano direttamente con il coordinatore nazionale. Ne derivano contatti più diretti e procedure molto più snelle, con soluzioni più veloci». 

Non a caso ed un po' a sorpresa, Renzi (nella foto piccola, in basso) ha recentemente dichiarato che il suo partito presenterà una propria lista alle prossime regionali. Presupponiamo che tale eventualità sarebbe stata proposta anche se le prossime consultazioni regionali avessero riguardato l'isola: «certo e – ci svela – posso già affermare, mantenendo opportunamente nascosti nome e cognome, che abbiamo già un nostro candidato alla prossima corsa per la presidenza regionale. In Sicilia organizzativamente Italia viva è stata avvantaggiata dalla presenza e dall’operato svolto da Sicilia futura. A parte il sostanziale "ritiro" di Totò Cardinale, tutto l'ex gruppo dirigente di Sicilia futura ha aderito. Da Sammartino a D'Agostino, passando attraverso Picciolo, Tamajo, Scala, Cafeo e via discorrendo». 

A questo punto diventa d'obbligo capire chi a livello locale ha aderito, atteso che Sicilia futura ha partecipato alle scorse elezioni amministrative, contribuendo con quattro forti candidature alla formazione di "Un'altra Gela", lista ammiraglia di Lucio Greco: «quasi tutta Sicilia futura – replica - ha aderito anche a livello locale e se ne sono aggiunti altri che vedono comunque in Matteo Renzi un punto di riferimento. L'esempio più eclatante è la co-coordinatrice provinciale Laura Greco che ha aderito a Italia viva senza fare parte precedentemente di Sicilia futura. E' vero, in fase di ballottaggio, la componente di Sicilia futura indicò in giunta Cristian Malluzzo che però, è giusto ricordarlo, non fu designato assessore dal sindaco in prima battuta, ma più avanti. Posso dire che sia lui che il consigliere Giuseppe Morselli, pur provenendo da Sicilia futura non hanno ufficialmente aderito a Italia viva e rimangono, pertanto, espressione di "Un'altra Gela", altrimenti avremmo già detto di essere in maggioranza ed al governo della città. Ma non è così. 

Per quanto ci riguarda, ci siamo appena riuniti e ci siamo detti di continuare a vederci in questi mesi estivi, fissando l'appuntamento per una direzione cittadina di partito per il prossimo settembre, svelando in quell’occasione anche le generalità di chi ha già aderito e chi, come del resto aspiriamo, nel frattempo si aggregherà». 

A settembre dunque, anche nel panorama gelese, Italia viva ufficializzerà la propria presenza, rendendo noti iscritti e gruppo dirigente. Ma all'ex amministratore ed ex conigliere comunale, per chiudere, non potevano non chiedere conto sulla condizione politica attuale della città: «Gela – ci risponde – è una realtà alquanto problematica e molto difficile da gestire, sia nella funzione di governo che in quella di indirizzo e controllo consiliare. Te ne accorgi davvero e compiutamente già pochi giorni dopo l'insediamento. Quindi comprendo appieno le difficoltà iniziali. L'unico limite che mi sento di sottolineare è il poco dialogo tra le diverse anime della maggioranza. Sappiamo tutti che è stata costruita una coalizione coesa, con sensibilità politiche differenti.

Ciò, peraltro, comporta un certo imbarazzo nel rapporto e nel confronto con i governi, sia regionale che nazionale. Ci sono forze nella coalizione, cioè, che sono al governo a Palazzo Chigi ed all'opposizione a Palermo, affiancate da altre forze che sono opposizione a Roma e governo a Palazzo d'Orleans. A queste forze si aggiungono espressioni di movimenti civici, senza riferimenti ai livelli superiori. Proprio per queste ragioni, sarebbe stato auspicale un maggiore dialogo tra queste forze, con continui incontri, a prescindere dall'iniziativa del sindaco. Ma considerata l'inerzia dimostrata in queste mesi da parte delle stesse, a questo punto probabilmente spetta proprio al primo cittadino rompere gli indugi ed agire in tal senso, da capo della coalizione, convocando le riunioni di maggioranza periodicamente».