L’Ars approva la Riforma Irsap, dimezzati i prezzi delle aree

L’Ars approva la Riforma Irsap, dimezzati i prezzi delle aree

A distanza di quasi dieci anni dalla istituzione dell'Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap), in riforma del sistema delle ex Asi, voluta dall'allora governo Crocetta ed approvata dall'Ars con legge regionale 8/2012, si cambia di nuovo registro con il Sì di Sala d'Ercole a Palazzo dei Normanni, sulla riforma dell'istituto, con l’obiettivo ritenuto strategico per il governo Musumeci, attualmente in carica e ad un anno dalla scadenza del mandato, di rendere più funzionali e attrattive le aree produttive, tanto industriali quanto artigiane, in termini di servizi e infrastrutture, agevolando al contempo gli investimenti che saranno determinati dalle Zone economiche speciali (Zes). 

«Accogliamo con favore – commenta in prima battuta l’assessore allo sviluppo economico e vicesindaco, Terenziano Di Stefano – la notizia dell’approvazione da parte del parlamento regionale della legge di riforma dell’Irsap. Due sono gli strumenti normativi che ci consentono di guardare con fiducia nel futuro in termini di rilancio dell’area industriale gelese. Uno è la possibilità del cambio di destinazione d’uso dei terreni dopo 3 anni e non più 5 come prima stabilito.

Il secondo strumento è ancor più importante perché permette nelle aree industriali ricadenti nelle aree di crisi complessa – prosegue l’assessore comunale alle attività produttive – di dimezzare il prezzo di mercato nell’acquisto dei terreni.

La possibilità di rilancio di queste aree non è indifferente perché nell’area industriale abbiamo molti ed estesi lotti liberi, ma ad un prezzo veramente esagerato. Ciò – conclude il vicensindaco Di Stefano – rende questi lotti più appetibili nell’ambito di un quadro più generale di rilancio della zona industriale e dell’economa, specie con l’entrata a regime delle Zes».

La riduzione fino alla metà (50%) del prezzo di mercato fissato per i terreni dell’area industriale è frutto di un emendamento al testo in esame in aula e definitivamente approvato nella sua stesura finale.

I firmatari dell’emendamento presentato sono il capogruppo parlamentare del “Movimento 5 Stelle”, Giovanni Di Caro, il deputato grillino di Termini Imerese, Luigi Sunseri e la deputata gelese del movimento pentastellato, Ketty Damante, che hanno agito come degni esponenti e rappresentanti dei loro territori, oltre che del soggetto politico d’appartenenza considerato che la norma si applica alle aree di crisi complessa di Gela e Termini: «non era la prima volta che insieme all’on.

Sunseri presentavamo questo emendamento – confessa l’on. Ketty Damante – anche perché questa riforma dell’Irsap, è stata ripresa e ripetutamente discussa in commissione ed in aula dove è arrivata più volte, sotto mentite spoglie. Addirittura ci fu anche il tentativo di collegarla alla legge finanziaria.

Da tempo, insomma, la aspettavamo al varco perché non abbiamo mai visto un atto di indirizzo politico del governo Musumeci verso queste due aree di crisi, che invece per loro natura necessitano di azioni politiche collettive al fine di appetire nuove iniziative economiche e mantenere, nonché sviluppare, quelle già esistenti al loro interno. Ebbene – continua la deputa gelese del movimento 5 stelle – uno dei fattori più importanti che avevamo individuato ed attenzionato con analisi accurata e comparata, era proprio il costo esorbitante dei terreni industriali, gestiti dagli ex “consorzi asi” in liquidazione, anche rispetto altre aree industriali isolane. 

Con la riforma il prezzo sarà regolamentato dall’Irsap». Secondo l’on. Damante, questo passaggio andava necessariamente fatto con un atto politico e quindi con legge: «prima di questa legge – sottolinea - la valutazione di un terreno industriale veniva operata secondo dei parametri cui si informava il genio civile che per attestare però il valore di mercato si atteneva ad ulteriori parametri oggettivi, come quello che risultava fuori dall’Agenzia delle entrate.

Ne derivava un prezzo di mercato per i terreni dell’area industriale gelese di circa 22 euro a metro quadro: un prezzo fuori mercato, invero.  Ma non solo. Accadeva che in altre aree industriali, come Caltanissetta o Enna, il prezzo al metro quadro era di circa 10 euro: una differenza anche questa improponibile in termini di concorrenza.

Per rendere competitiva e fruibile un’area industriale come quella gelese, ricadente in area di crisi complessa, ma anche in area sin, sono necessarie diverse misure frutto di azioni politiche e non meramente tecniche. Il costo dei terreni industriali era una di queste misure, da adottare con un’azione politica.

Non mi sono mai arresa su questo punto, anche quando l’assessore Mimmo Turano mi rispondeva che non era possibile un tale abbattimento del costo dei terreni con legge, mentre sono stata sempre dell’idea, al contrario, che non avremmo mai ottenuto un tale abbattimento per via amministrativa.

Sono soddisfatta che questa misura, come altre, siano state accolte positivamente dalle associazioni imprenditoriali, nell’ambito di una riforma – conclude la parlamentare regionale – che nel complesso però non ci convince, perché trattasi in effetti di un tentativo, ben lungi dall’essere una legge organica di disciplina che innova la materia». 

Non pochi i propositi presenti nel testo definitivo approvato in aula e che vanno dallo snellimento e semplificazione dei processi di decisione, alla valorizzazione del patrimonio, passando attraverso la definitiva risoluzione delle criticità rimaste ancorate alla liquidazione dei precedenti Cconsorzi Asi:

«le modifiche e le integrazioni apportate alla legge sull’Irsap – ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – ci consentiranno di colmare alcune incongruenze normative e di accelerare il pieno e razionale utilizzo delle aree industriali dell’isola». 

«Abbiamo finalmente una revisione coerente della legge sull’Irsap – ha aggiunto l’assessore alle attività produttive, Turano – che trasforma l’ente in un’agenzia di sviluppo efficiente al servizio del tessuto produttivo siciliano. Ringrazio il Parlamento per aver colto l’importanza di varare questa legge di riforma.

La Sicilia non può più permettersi carrozzoni o enti che non funzionano così come ha bisogno di regole chiare e semplici che permettano e incoraggino gli investimenti sul nostro territorio, oggi – ha concluso l'assessore Turano – abbiamo fatto un passo importante in questa direzione».

In attesa della pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale della regione siciliana (Gurs), dal sito web istituzionale della regione apprendiamo alcune importanti anticipazioni in merito ai punti chiave della riforma dell'Irsap.

In tema di governance, viene soppressa l’elefantiaca “Consulta delle attività produttive” con potere di veto e ruolo di centralità per il “Consiglio di amministrazione” (Cda) che sarà composto da cinque componenti, di cui due rappresentativi delle associazioni di categoria. Grazie alla riforma, le opere infrastrutturali realizzate dall’Irsap – si legge nella nota del sito web – saranno cedute al Comune competente per territorio, per quanto riguarda le strade; in concessione d’uso al soggetto gestore, per quanto riguarda le reti idriche. 

La riforma interviene anche nella disciplina della liquidazione dei Consorzi Asi. La nuova norma assegna infatti all’Irsap un ruolo di supporto tecnico, utile per la valutazione economica degli immobili, sulla base di parametri oggettivi fissati dal Cda, riconducendo tutta l’attività di controllo all’assessorato regionale all’economia.

E ancora – prosegue la nota diffusa nel sito web della Regione siciliana - prevede la possibilità per il commissario liquidatore di richiedere, a Irfis FinSicilia Spa o ad altri istituti di credito, finanziamenti per far fronte alle spese di gestione, tutela e conservazione del patrimonio e per operazioni finalizzate alla liquidazione dei consorzi. I commissari liquidatori possono destinare una quota non superiore al 20 per cento dei beni immobili da alienare sotto forma di misure di aiuto a favore di microimprese, imprese giovanili, start up, imprenditoria femminile, imprese vittime di usura ed estorsione.

Il 20 per cento dei proventi eventualmente residuati al termine delle operazioni di liquidazione, confluiscono nel patrimonio dell'Irsap. Il restante 80 per cento è attribuito, nel rispetto della normativa vigente in materia di “aiuti di Stato”, alle imprese dell’area industriale di competenza secondo un piano di riparto approvato dalla giunta regionale su proposta dell'assessore per le attività produttive.

I beni, mobili e immobili, eventualmente residuati, una volta ultimate le operazioni di liquidazione, confluiscono nel patrimonio dell'Istituto. 

Viene introdotta, infine, maggiore flessibilità per le aree artigiane – conclude la nota regionale – che potranno, entro certi limiti, ospitare l’insediamento di piccole e medie imprese e viene abrogato il limite massimo del 10 per cento, della superficie complessiva di ciascuna area di sviluppo industriale, da destinare a usi commerciali.