Sfiducia ter a Messinese, 18 consiglieri (e non 17) sanciscono il patto

Sfiducia ter a Messinese, 18 consiglieri (e non 17) sanciscono il patto

I tempi per la mozione di sfiducia al sindaco Messinese sembrano oramai vicini. Nella riunione di ieri sera, 18 consiglieri comunali hanno sottoscritto l'impegno a firmare la mozione entro il 10 agosto. Al fine di evitare assenze in occasione della convocazione della seduta nei termini prescritti dalla normativa vigente, per le ferie ed impegni vari di non pochi "firmatari", si è preferito procastinare la presentazione della mozione, a quel punto già firmata da giorni, alla prima settimana di settembre.


Si tratta dei due consiglieri di "Noi con l'Italia", Vincenzo Cirignotta ed Antonio Torrenti; dei tre consiglieri di "Forza Italia", Salvatore Scerra, Sara Cavallo e Crocifisso Napolitano; dei tre consiglieri comunali di “Sicilia Futura”, Giuseppe Ventura, Antonino Biundo e Cristian Malluzzo; dei quattro consiglieri comunali del “Movimento 5 Stelle”, Virginia Farruggia, Angelo Amato, Vincenzo Giudice e Simone Morgana; del consigliere comunale del “Pd”, Salvatore Gallo; del consigliere comunale della "Lega dei Popoli", Salvatore Farruggia; nonché dei quattro consiglieri comunali del “gruppo misto”, gli indipendenti Carmelo Casano, Giuseppe Guastella, Angela Di Modica e Salvatore Sammito. Uno schieramento trasversale, che va destra a sinistra, passando attraverso i grillini.


Mancano in elenco, però, alcuni pezzi di entrambi i poli. Nel centrodestra, non hanno firmato pur dichiarando che, una volta in aula, voteranno favorevolmente la sfiducia, i tre consiglieri di "Diventerà Bellissima", Vincenzo Cascino, Anna Comandatore e Giovanni Panebianco. Assenti ieri come avevano del resto preannunciato, i due consiglieri comunali di "Energie per l'Italia", Luigi Di Dio e Francesca Caruso. Non c'è la firma anche degli altri quattro consiglieri comunali del “Pd”, Guido Siragusa, Romina Morselli, Carmelo Orlando e Alessandra Ascia. I dem, per bocca dello stesso segretario Giuseppe Di Cristina, vorrebbero votare favorevolmente la sfiducia, ma solo dopo aver approvato il bilancio con dentro le misure correttive imposte dalla Corte dei Conti.

Assente nell'elenco anche la consigliere comunale Sara Bonura che non dovrebbe essere però contraria a votare la mozione in aula, a differenza dell'indipendente, di recente fuoriuscita dal gruppo futurista ed avvicinatasi alle posizioni del sindaco, Sandra Bennici. Non pervenuta l'ex consigliere del “Megafono”, poi trasferitasi nel “gruppo misto”, Maria Pingo, che nel ritirare la dodicesima firma fece saltare di fatto l'allora prima mozione.

Rispetto alle due precedenti mozioni che non sono state nemmeno discusse in aula, invero, le possibilità che questa terza mozione possa essere discussa e votata, sembrano oggettivamente maggiori. Dopo un tira e molla ed uno scaricabarile tra amministrazione e civico consesso che dura dall'indomani dell'elezione, rinviare la mozione di sfiducia al prossimo anno sarebbe del tutto inutile e controproducente per gli stessi consiglieri.Considerato il clima politico attuale e le poche probabilità che esso possa migliorare nei prossimi due anni, il "colpo di coda" lo fai ora o mai più. Per cui, il dubbio che rimane è se questo ragionamento prevalga nei fatti. Il punto interrogativo che resta, cioè, è se i 18 che hanno sancito il patto ieri sera, firmeranno davvero la mozione entro il 10 agosto, senza pentirsene prima della sua presentazione che, lo ribadiamo, dovrebbe avvenire entro la prima settimana di settembre.

Se così fosse, tra i 18 firmatari e coloro che hanno dichiarato comunque un voto favorevole in aula, il risultato dovrebbe addirittura essere scontato e tutti andrebbero a casa con ritorno alle urne nella primavera del 2019. Vale la pena di ricordare, infatti, che per legge la mozione di sfiducia deve essere sottoscritta da almeno 12 consiglieri comunali e per essere approvata dev'essere votata favorevolmente da almeno 20 consiglieri comunali.

L'approvazione della mozione di sfiducia comporta non solo le dimissioni dalla carica del Sindaco, ma anche la decadenza della Giunta e del Consiglio comunale. Il classico rompete le righe e tutti a casa, come sopra accennato.
Messinese è, dunque, avvertito. Di tempo per trattare e convincere qualcuno ad un ripensamento, il primo cittadino ne ha ancora. Ma dovranno spiegarlo alla città e non solo i 18 che hanno firmato ieri, ma anche gli altri che si dicono da sempre opposizione e pronti a votare, comunque, la sfiducia. Staremo a vedere.