Rifiuti, Ghelas subentra alla Tekra? Per ora solo un affiancamento

Rifiuti, Ghelas subentra alla Tekra? Per ora solo un affiancamento

Ad occuparsi della raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti a Gela, da 6 anni e mezzo, è la Tekra srl che si aggiudicò il servizio nell'estate del 2014, durante il mandato a sindaco di Angelo Fasulo, allora esponente del partito democratico.

Una gara ponte che prevedeva una durata semestrale + altri 6 mesi di proroga, in attesa del completamento dell'intero iter per la gara pluriennale. Nelle more, la Tekra presentava una proposta migliorativa del servizio previsto nel capitolato d'appalto, con un potenziamento di alcuni servizi e relative risorse materiali ed umane. Servizi diventati “aggiuntivi” e tradottisi, puntualmente, in debiti fuori bilancio. Milioni di euro a sfiancare le casse comunali. 

Dopo il primo anno, la Tekra ha infatti continuato in proroga fino ai nostri giorni per ben 5 anni e mezzo, passando anche attraverso le esperienze amministrative di Domenico Messinese, allora eletto da candidato del Movimento 5 stelle, del commissario straordinario Rosario Arena e dell'attuale primo cittadino, il “civico” Lucio Greco

Il cattivo rapporto con la cittadinanza, i continui battibecchi con le amministrazioni, le vertenze con le maestranze e la recente vicenda giudiziaria che ha coinvolto il vertice, hanno evidentemente convinto l'azienda, che si è aggiudicata nel frattempo altri appalti nell’isola, in città come Siracusa e Acireale ad esempio, a desiderare di chiudere questo rapporto con Gela quanto prima. 

Conferma indiretta è la circostanza che ha visto la Tekra non partecipare a nessuna delle 5 gare ponte, andate peraltro tutte deserte. Ma come ha intimato la prefettura, ribadendolo ogniqualvolta veniva posto il quesito, non se ne parla di un addio della Tekra, impossibilitata per legge ad interrompere un servizio pubblico. Senza una delibera della Srr 4 che preveda un soggetto che subentra alla Tekra nell’affidamento e gestione del servizio, quest’ultima non può andarsene.

E chi potrebbe subentrare alla Tekra, allorquando ben 5 gare vanno deserte? La partecipata multiservizi. Quella che da anni chi scrive ha ripetutamente ed in tutte le salse suggerito, oggi diventa una soluzione ovvia, perché l’unica possibile in campo. E’ chiaro che l’avvicendamento con la Tekra allo stato dell’arte è impossibile. La Ghelas non è pronta. Più saggio, secondo quanto del resto trapelato nei corridoi di palazzo di città, concretizzare un avvicendamento graduato, che vede in una prima fase la partecipata comunale affiancare di fatto il gestore. 

In pratica, la Tekra continuerebbe, in regime di proroga, a fare quello che attualmente garantisce, ossia i servizi minimi. La Ghelas la affiancherebbe in tutto il resto, cioè servizi senza i quali, già col passare di un paio di settimane, la città si appresta a tramutarsi in un autentico letamaio urbano. Ci riferiamo, fra gli altri, allo spazzamento automatico e manuale, al lavaggio ed al diserbamento. 

Servizi per i quali, durante questa prima fase, si ricorrerà presumibilmente al noleggio dei macchinari, all’allestimento di una direzione tecnica ed all’iscrizione presso apposito albo. Sono due però i punti sui quali rimaniamo piuttosto dubbiosi. Il primo concerne l’atto deliberante: a nostro avviso, un’ordinanza del sindaco rischierebbe seriamente di non passare in prefettura. E’ probabile, invece, che il prefetto esiga una delibera della Srr 4. Eppoi, c’è la questione del personale: ricorrere alle agenzie interinali ci sta, ma quest’ultime non possono non attingere dal bacino di ex lavoratori tekra, recentemente riconosciuto anche in sede prefettizia. In caso contrario, i sindacati non rimarrebbero inerti e per il sindaco, che ha sponsorizzato questo bacino, equivarrebbe ad una fustigazione a tutti gli effetti. 

Intanto, giusto a proposito di beghe sindacali per il gestore, continua lo stato di agitazione sui dpi e le altre forniture in materia di sicurezza. Il rappresentante della Tekra ha rassicurato che a breve si provvederà in tal senso. Se così non fosse, la minaccia dello sciopero potrebbe anche non rimanere tale.