La scommessa bio ai tempi del covid

La scommessa bio ai tempi del covid

Giovane e con le idee chiare, Giuseppe Perna 26 anni, ha deciso di investire nella propria città.

Sicilia in Bio, questo il nome del market, offre una vasta gamma di scelta tra prodotti vegani, senza glutine e adatti anche ai più piccoli. Tutto questo, rispettando anche la tradizione siciliana. All’interno dell’attività, che si trova in via Venezia 354, la possibilità di acquistare prodotti anche per pranzi veloci, per chi è impossibilitato a mettersi ai fornelli nel corso della giornata.

Una scelta, quella di Perna, inusuale, soprattutto in un periodo come questo, in cui tutti i settori dell’economia stanno risentendo dell’emergenza legata al Coronavirus, a causa delle restrizioni imposte dal Governo. A tal proposito, non è stato lasciato nulla al caso, con la possibilità di effettuare la spesa a domicilio e scegliere i prodotti anche digitalmente. Oltre ai generi alimentari, Sicilia in Bio concede la possibilità di prendersi cura della propria persona.

«L’idea di aprire un bio market in città – ha detto Giuseppe Perna – nasce da un’analisi di mercato da cui ho potuto evidenziare la mancanza di un’attività commerciale dedicata a chi soffre di problematiche alimentari o comunque a chi vuol semplicemente mangiare bene. Il settore del biologico è in crescita da più di 10 anni e con l’arrivo del Covid la gente ha dato ancor più importanza alla sana alimentazione e ai prodotti a km 0, che aiutano a rafforzare gli anticorpi. La Sicilia è la prima regione in Italia per m^2 di coltivazione biologica e soprattutto per questo importante aspetto è impensabile che la sesta città della Sicilia, ovvero Gela, non abbia un BioMarket».

Sono ormai rari, gli esempi di giovani che decidono di aprire un’attività propria e come afferma lo stesso Perna, il problema consiste nella mancanza di appoggio da parte delle istituzioni, che non danno garanzie, o meglio dire agevolazioni, a riguardo:

«L’apertura di un’attività commerciale non è mai facile, questa per me è la seconda esperienza imprenditoriale e il problema che ho potuto riscontrare è sempre lo stesso: una burocrazia lenta a tutti i livelli, oltre che una diffidenza generale bei confronti dell’imprenditoria giovanile. A mio parere occorre avere più fiducia nelle idee dei giovani che spesso vengono sottovalutate e non capite».

Il periodo, come scritto precedentemente, non è dei più semplici, ma Perna, nonostante le mille difficoltà non si è abbattuto e ha continuato a credere nel suo progetto, che potrebbe essere preso come esempio da altri, non solo per quel che riguarda la vendita di prodotti alimentari, ma anche per altri settori:

«Il Coronavirus esiste, è un problema serio ma che va affrontato, non subìto. Dall’ inizio della pandemia, il biologico è cresciuto ulteriormente del 70% secondo i dati Ismep. Quindi, perché non rischiare? Nei momenti di difficoltà sono abituato a reagire e mi piaceva l’idea di andare controcorrente. La mia speranza è che altri giovani come me possano decidere di mettersi in gioco e investire sul territorio gelese».