Politica sempre più social/ i primi 10 anni di "Gela Brainstorming"

Politica sempre più social/ i primi 10 anni di "Gela Brainstorming"

Una regola non scritta che la scienza politica, nella sua componente della comunicazione, ci ha insegnato durante l’ultima metà di secolo, in particolare nell’ultimo trentennio con l'avvento della tv commerciale, è che "si fa politica" non facendo mancare la propria presenza negli articoli di quotidiani e periodici su stampa, ma "per vincere le elezioni" devi apparire ed essere convincente nel piccolo schermo che "entra" nelle case degli elettori.

Recentemente, però, la comunicazione politica ha allargato il raggio d'azione ad internet e più precisamente ai social network e messaggistica. Non solo, per loro natura, in quanto a presa diretta ("on line"), i social come you tube, facebook, twitter, coadiuvati da canali paralleli come instagram, whatsapp e messenger (destinati a fondersi in un'unica superchat), sono diventati strumenti privilegiati di utilizzo da parte della politica, anticipando decisamente gli altri mass media. Costretti a rincorrere, media "tradizionali" giganti, come tv e quotidiani nazionali, per non parlare di quelli regionali e locali, si sono dovuti affrettare a creare un account ufficiale su queste piattaforme web. 

Già in passato, ci eravamo occupati della questione a livello locale ed avevamo registrato un paio di tendenze consolidate. Una è quella dei blog/siti web "a termine", utilizzati dai candidati alle politiche, alle regionali o alle amministrative, in cui oltre alle note biografiche e curriculari, il candidato riversa tutto il materiale propagandistico allestito. Finita la campagna elettorale, a prescindere dall'esito, il 99% di questi blog/siti personali non vengono più aggiornati, fino a cessare di fatto. 

L'altra tendenza, specie nelle consiliature durante i mandati di Crocetta e Fasulo, era quella di un approccio diffidente da parte della classe politica locale verso questi "new media". Insomma, in pochissimi ricorrevano a questi canali di comunicazione. 

Con l'avvento recente dei tablet e degli smartphone, qualcosa decisamente è cambiato ed in senso bidirezionale: tanto sul versante dei politici quanto su quello degli utenti (potenziali elettori). Un cambiamento avvertito nettamente durante la sindacatura di Messinese ed oramai acclarato durante l’attuale sindacatura di Greco. Il capovolgimento è totale: ora sono in pochi tra sindaco, relativo staff, assessori e consiglieri comunali, a non interagire sui social e messaggistica attraverso le relative “app”.

Con lo smartphone, infatti, è come avere un piccolo pc in tasca, che ti "connette" con il mondo permanentemente, consentendo in qualsiasi momento di "informare" e di "essere informato". Per dirla tutta, anche un semplice consigliere comunale, desideroso di fare conoscere un'iniziativa che ha messo in atto, nel mandare un comunicato stampa a tv o giornale, sia cartaceo che "on line", l'ha già inoltrata nel frattempo ai propri contatti su whatsapp, ai propri follower sulla pagina social e ai membri di un "gruppo" in cui è iscritto. Puoi perfino fare un video messaggio, archiviarlo sul tuo canale you tube ed inoltrarlo come sopra descritto.

Gran successo, specie a livello locale, dei "gruppi facebook", da quelli generici a quelli tematici. Gruppi con migliaia di iscritti ai quali vengono puntualmente notificati i "post" mano a mano pubblicati da altri iscritti. 

La comunicazione diventa così "condivisione", suscettibile a sua volta di essere allargata da ogni iscritto ad altri utenti o ad altri gruppi esterni, con un moltiplicarsi delle "interazioni". Ce ne sono diversi: “Gela notizie”, “Cambiamo Gela”, “Rigenerare Gela” e via discorrendo. C'è stato un gruppo creato anni prima e con pochissimi iscritti, Fuori Caltaqua, che nel 2019 ha visto un'impennata di oltre 9000 adesioni in pochi giorni ed è diventato un movimento. Ad aprire il varco in ambito locale è stato un gruppo, Gela Brainstorming, oramai giunto al decimo anno di vita e che si trova a ridosso dei 10 mila iscritti. 

«L'idea di Gela Brainstorming – ci spiega il suo fondatore, l’avv. Eugenio Catania – nasce al termine della carriera universitaria. Ritornato a Gela in pianta stabile, ho ritrovato una città con tanti problemi. Era opportuno mettere in relazione i cittadini, affrontare le criticità con schiettezza e concretezza, innescare nel circuito cittadino nuove idee per l'evoluzione della città, sul modello di quello che avevo visto durante la mia formazione. Allora, nel 2010, dominavano la politica figure da almeno da 30 anni e la prima cosa che feci con brainstorming fu quella di combattere le idee clientelari o gli interessi particolari che affossavano ed affossano tutt'oggi Gela».

In effetti, il cambiamento della politica locale nella comunicazione politica è stato radicale attraverso i social ed ha prodotto alcuni cambianti importanti nella nostra comunità nel concreto, con un contenitore come Gela Brainstorming che ha fatto la sua parte, tanto da vedere il suo fondatore chiamato a dare una mano nel governo cittadino nella giunta Messinese: «non voglio peccare di immodestia – prosegue Catania – ma in un momento di vuoto “rappresentativo”, abbiamo nel nostro piccolo contribuito a cambiare il rapporto tra la classe dirigente ed il cittadino ed il sistema "Brainstrorming" è diventato un vero protagonista della politica cittadina.

I partiti che facevano da intermediazione tra i cittadini e la politica, oggi sono diventati dei contenitori vuoti senza idee e valori. Gela Brainstorming ha fatto da corpo intermedio, come del resto accade in altre città italiane, dove alcuni gruppi facebook fanno da cerniera tra classe dirigente e cittadinanza. Nella veste di gruppo di pressione, ci fregiamo delle battaglie fatte sulla valorizzazione della ghelas nella gestione delle strisce blu, sullo smontaggio delle camere coke e la questione della sicurezza stradale. Idee non ancora attuate dalle amministrazioni sono quella del cambio della toponomastica, il museo di arte contemporanea e la dedica della biblioteca comunale al nostro concittadino Nunzio Vicino».

Un progetto che nasce da un'intuizione personale, ma che in realtà si basa su un know-how acquisito dall'esperienza sul campo nella gestione delle comunità online ed anche da una formazione personale di livello: «non tutti sanno, ma questo è proprio il motivo – rivela – per cui la mia mail personale e quella ufficiali del gruppo sono @tiempolibresite.com, che nei precedenti 10 anni ero stato insieme ad altri soci protagonista dell'epoca delle “dot com”, con un portale informatico che era stato punto di riferimento della comunità informatica italiana per un decennio.

Eliminando errori e storture che avevo compiuto in quel percorso, ho delegato da subito ed il più possibile al fine creare un luogo di relazione, condivisione e sviluppo di idee e proposte. E se Gela Brainstorming si è ritagliata questo suo spazio, lo ha fatto anche grazie alla sapienza del gruppo di amministrazione di cui voglio ricordare i nomi: Sandro Di Bartolo, Marco Maniglia, Davide Ferrara, Flavio Di Francesco, Giovanni Iudice ed ovviamente anche a quelli che non ricoprono più l'incarico, tra tutti Salvatore Catania, Peppe Tandurella, Croci Cordalonga e Luca Alessi».

La comunicazione politica è stata sempre “sensibile” alle piazze, ora anche quelle “virtuali” e magari ancora di più nell’immediato futuro: «ma non per questo la politica, quella con la “P” maiuscola, deve avere paura di Gela Brainstorming. Gli ignavi e i lobbisti devono averne paura, perché il bene della città viene prima degli interessi personali e dell'incapacità di prendersi le responsabilità. Penso a Gela Brainstorming come una cabina di regia, non apartitica ma trasversale. Un luogo neutrale in cui si confrontano i rappresentanti delle anime "politiche" cittadine, libere da personalismi, ma a disposizione della collettività, in cui si possano condividere – conclude Catania – le linee generali di uno sviluppo cittadino che deve essere pianificato e non può essere delegato dagli interventi e dai condizionamenti esterni».