Rispettiamo gli animali, ma non trascuriamo le persone

Rispettiamo gli animali, ma non trascuriamo le persone

Giovedì 29 maggio è stata approvata, in senato, una legge che prevede finanche il carcere per chi maltratta gli animali.  Soddisfatta tutta la maggioranza che si è spinta a definirla “una svolta epocale, di civiltà”.

Si tratta effettivamente di una riforma importante a cui la stampa nazionale ha dato il giusto risalto. 

Vera artefice di questo risultato va considerata l’on. Michela Vittoria Brambilla; è stato un suo successo perché è stata lei a firmare il disegno di legge ed è stata sempre lei a saper sensibilizzare tutta la maggioranza, indirizzandola verso il voto favorevole. 

Il fatto che la deputata si sia dimostrata capace di mobilitare una parte consistente dei parlamentari, dimostrandosi così una personalità di un certo rilievo, in qualche misura, a noi gelesi, non può lasciarci indifferenti perché l’On. Brambilla è stata eletta nel nostro collegio (sic); circostanza, questa, che non può essere trascurata e che ci porta a fare delle riflessioni, per quanto amare. 

Nessuno vuole sminuire la sua attività che, come presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, svolge bene; abbiamo però qualcosa da ridire sulla sua attività di rappresentante del nostro territorio, che invece svolge male, o meglio, non svolge affatto. 

Non mi risulta che dal suo impegno politico Gela ne abbia ricavato qualche beneficio. 

Estraniandosi e disinteressandosi completamente dei gravi e pesanti problemi della nostra città, ha di fatto mortificato tutto un territorio che, nel panorama italiano, rappresenta un caso emblematico. 

Non dovrebbe dimenticare (l’illustre personaggio) che, quando si accetta un incarico, bisogna svolgerlo con tutti i diritti ma anche con tutti gli obblighi che ne derivano. 

Accettare la candidatura in un territorio a lei estraneo (come conferma il suo stesso cognome) appare pertanto una “furbastrata”, umiliante per chi ha la pretesa di assurgere ad un ruolo di livello nazionale.

La sua figura idealista pertanto si appanna, in quanto, in maniera cinica ha dimostrato di utilizzare i bisogni e le difficoltà di una comunità per finalità che nulla hanno a che vedere con le emergenze di quel territorio che dovrebbe rappresentare. 

Il suo appare, quindi, un caso limite su cui tutta la classe politica, di destra, di centro e di sinistra, dovrebbe intervenire e far sentire il proprio dissenso, perché non si possono tollerare atteggiamenti in totale contrasto con le più elementari regole democratiche. 

Siamo in presenza di un privilegio intollerabile che suona offensivo per la dignità dei gelesi.

È una vicenda, questa, che avrebbe dovuto sollevare un’ondata di indignazione da parte di tutta la classe politica, quella locale in particolar modo.

Si è assistito, invece, ad un silenzio assordante che rappresenta un segnale negativo e dà l’esatta misura della piega negativa che sta prendendo la politica nella nostra città. 

Non so se questo comportamento sia sintomo di leggerezza o di rassegnazione. 

Di sicuro non ne usciamo bene!!! 

PS. L’on. Brambilla, intervistata dal Corriere della Sera, ha dichiarato di dedicare questa riforma “al cane Angelo, al cane Aron e al micio Grey, morti per mano di delinquenti sciagurati, gli avevamo promesso giustizia e la avranno”.

Nulla da eccepire! 

Ma, a quando un po’ di giustizia per il giovane Peppe, per la disoccupata Concetta, per l’operaio Nené, per l’emigrato Pasquale e per tutta quella povera gente che non può pagarsi nemmeno le medicine per curarsi? 

Non sono anche loro essere viventi????

Salvatore Giudice