Sharon Tabone: «La fine delle mie paure rappresenta il mio percorso di vita»

Sharon Tabone: «La fine delle mie paure rappresenta il mio percorso di vita»

Giovane e con le idee chiare. Sharon Tabone (nella foto) ha deciso di concretizzare la passione per la musica, utilizzando il suo talento per dare un messaggio di speranza a chi attraversa dei momenti difficili nella propria vita.

La partecipazione al contest Jfactor, le ha aperto le porte della discografia, infatti con la Am Production di Angelo Maugeri ha inciso l’album d’esordio “La fine delle mie paure” (disponibile su tutte le piattaforme digitali e acquistabile contattandola) in cui parla di se stessa. Dal 21 giugno, è visibile su Youtube il video della canzone, che fa parte dell’album, “Dicono che” che ha già raggiunto 2667 visualizzazioni. Da poco, ha superato l’esame per entrare al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano per continuare gli studi musicali. Musica che sicuramente sarà la colonna sonora del suo futuro.

– Come è nata la passione per il canto e a che età?
«Nel mio caso, non credo che ci sia un’età. Sin da bambina spiccava questa passione in me, inconsapevolmente all’età di 1 anno prendevo una spazzola per capelli e facevo dei concerti. Gli spettatori erano i miei genitori e le mie sorelle. Credo che la musica abbia trovato me e non il contrario».

– In che genere musicale ti identifichi?
«I due generi musicali in cui mi identifico sono assolutamente il Soul ed il Blues».

– C’è un cantante o una cantante in cui ti rispecchi?
«Rispecchiarmi magari no, ma mi piace molto Stevie Wonder. Potrei elencare tantissime canzoni che mi piacciono, le preferite sono naturalmente Overjoyed, Master Blaster, Fragile (la versione duetto con Sting), Higher Ground e I wish. Quando ascolto Fragile mi perdo».

– Come hai iniziato a farsi conoscere dal pubblico?
«Ho fatto parte di una band, per 10 anni, con Andrea Insulla, Marco Giudice e Simona Malandrino. Abbiamo cantato e suonato in quasi tutti i locali della città come il Tropico Med, La Duna, Eschilo Lab. Inizialmente il nome della band era “Sharon and friends”, ma nel corso del tempo è cambiato varie volte. Quando sono andata via per partecipare a “Jfactor” il gruppo si è sciolto. Inoltre, qualche anno fa, ho aperto il concerto del cantante dei Nomadi a Palermo. L’ anno scorso sono stata la corista della “Joe Castellano Super Band Blues and Soul” insieme sempre a Simona Malandrino. Nella band i cantanti sono afro-americani. Con loro ho girato l’Italia».

– Hai partecipato a Jfactor (contest musicale dedicato alla musica cristiana). Che esperienza è stata?
«Un’esperienza particolare e indimenticabile. Era la prima volta che cantavo per Dio al di fuori del contesto chiesa, desiderio che conservavo sin da piccola. La partecipazione ha sancito l’inizio di un percorso speciale insieme al team Am Production, che si occupa di promuovere in Italia la Christian Music. Il produttore è Angelo Maugeri».

– Il suo album si intitola “La fine delle mie paure”. Mi parli del progetto?
« La fine delle mie paure rappresenta pienamente il mio percorso di vita fino ad adesso. Prima ero una ragazza confusa e senza identità con tante paure pensando al futuro. Quando ho trovato la mia vera identità in Dio, l’unica capace di farmi capire il mio vero scopo nella vita, le mie paure sono crollate e hanno lasciato posto alla fede e alla speranza. Da quel momento la mia vita è cambiata e l’album parla proprio di questo».

– C’è una traccia a cui ti senti particolarmente legata?
«Si, sono due: Non voglio più e La fine delle mie paure».

– Da qualche giorno è uscito il video della canzone Dicono che. Di cosa tratta?
«Dicono che parla di amore. L’ amore che dobbiamo avere gli uni verso gli altri non dando importanza all’etnia oppure al lavoro che si svolge. Se solo imparassimo tutti quanti a dare meno spazio all’odio e più all’amore forse, questa Italia, potrebbe prendere una piega diversa».

– Che progetti hai per il futuro?
«Intanto continuerò a fare musica. Il mio desiderio è quello di portare la Christian Music ovunque. La musica ha un grande potere di influenza sui giovani e spero che le mie canzoni possano farlo per dare speranza e fede per una vita migliore. Da poco sono entrata al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Su 45 candidati solo 10 posti disponibili infatti, non pensavo di riuscire ad entrare. A giugno ho svolto il pre esame, teorico (scale, alterazioni, armonia e solfeggio) e pratico. Ho cantato Crazy di Gnarls Barkley. A settembre inizierò questo percorso».

– Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?
«Di avere costanza, fiducia e coraggio. In tanti criticano me e la mia scelta, ma se si è veramente convinti e sicuri di quello che si fa, nessuno può fermarti!»