Politicamente scorretto/Vizi privati e pubbliche virtù

Politicamente scorretto/Vizi privati e pubbliche virtù

La natura umana porta talvolta a compiere azioni non proprio lineari: lo spirito è (o dovrebbe essere) forte, ma la carne è debole (e spesso il portafogli è vuoto).


“Comandare è meglio che fottere”, recita un antico proverbio meridionale, ed è questo che probabilmente hanno pensato l’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante ed i suoi “compagni di merende”, che hanno organizzato scientificamente l’occupazione di posti di governo e di potere, protetti dalla corazza della presunta “antimafia” e supportati, a quanto sembra, da esponenti deviati di forze dell’ordine.
La Commissione regionale antimafia ha già ascoltato l’antimafioso di professione Lumia, e forse (se riuscirà ad intercettarlo tra un viaggio all’estero e un pranzo a Palazzo dei Normanni)riuscirà ad ascoltare anche l’ex presidente della Regione Crocetta, che di cose da dire dovrebbe averne moltissime.

Sta di fatto che, nella vita pubblica, ciò che appare ai cittadini non è esattamente ciò che è nella realtà, anzi spesso è proprio il contrario. In politica è ormai nella norma: i vari politicanti si divertono a rilasciare dichiarazioni di ogni genere destinate ad essere smentite dopo pochi giorni, ma le facce di bronzo, purtroppo, non vengono scalfite da nulla. Del resto si sa benissimo che il popolo, il più delle volte, dimentica ed è pronto a ridare fiducia a chi già in passato l’ha tradita.

Ma la realtà supera spesso ogni immaginazione. Mi riferisco al presidente dell’associazione antiracket di Acicastello, arrestato perché accusato (e le intercettazioni non lasciano dubbi), lui che a parole combatteva le estorsioni, di avere chiesto e ottenuto “mazzette” dai suoi associati per accelerare le pratiche di ottenimento dei contributi statali. Un genio, ragazzi! Ma anche la dimostrazione che certe carriere sviluppatesi grazie all’antimafia e all’antiracket nascondono spesso altarini inconfessabili. Alla fine, quel che conta, per questa gente, è il potere, e quel che cercano è il denaro.

E’ opinione diffusa che in politica non ci siano amici. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, è vero. Son trascorsi ormai da tempo gli anni in cui si faceva politica insieme, avendo alla base un humus ideologico di partenza che cementava le azioni comuni. Non che fossero tutte rose e fiori: anche in passato c’erano gli scontri per le maggioranze o per accedere alle cariche politiche di prestigio, ma terminati i giorni congressuali si tornava a lavorare insieme per gli obiettivi.

Oggi, purtroppo, è diverso. Gli scontri di potere, anche a livello locale, sono pressoché permanenti, non esiste più l’humus ideologico di base, e le “figurine” della politica si industriano a cambiare casacca senza problemi se c’è in vista un granello di potere e di visibilità in più. Ciò che è una costante sono le dichiarazioni, la visibilità mediatica, anche se poi si opera in modo esattamente contrario.
E’ la politica dei vizi privati e delle pubbliche virtù: tutti virtuosi di facciata, ma quasi sempre recidivi nel coltivare i vecchi vizi, l’ipocrisia, la falsità, il desiderio di potere fine a sé stesso e non indirizzato al bene della comunità.