Riceviamo e pubblichiamo da Simone Siciliano: «Il modello sfiducia? un’accozzaglia di liste»

Riceviamo e pubblichiamo da Simone Siciliano: «Il modello sfiducia? un’accozzaglia di liste»

L’ex vicesindaco Siciliano non ci sta e rimanda al mittente le critiche. In una nota affidata alla stampa nei giorni scorsi ha bollato come “accozzaglia di simboli” il metodo sfiducia e ha chiesto di essere lasciato in pace.


La presente per rappresentarvi il mio pensiero rispetto alle polemiche di questi giorni, sollevate da alcuni ex consiglieri, in merito a miei presunti collocamenti politici in vista dell’imminente campagna elettorale.
Di seguito il mio comunicato di risposta:

Fatto fuori il Sindaco, alcuni ex consiglieri, cercano oggi un altro obiettivo per giustificare la loro esistenza.
Posso capire, che si abbia bisogno di parlare di me, nominandomi ad ogni uscita giornalistica, e che per alcuni il mio modo di operare, fuori dalle logiche partitiche, e dunque non manovrabile da alcun padrino politico, possa rappresentare un problema;

Posso capire, che per alcuni sia stato un tarlo, la mia capacità di riuscire a relazionarmi con efficacia, con Assessori e Dirigenti Regionali, Sottosegretari e Dirigenti dei Ministeri, Ministri, Ambasciatori e rappresentanti importanti della società civile, cosa che molti di loro con alta probabilità non riusciranno mai a fare;

Posso capire, che alcuni, per avere un po’ di notorietà a fini personali, non avendo null’altro da raccontare alla città, si preoccupino di denigrare il mio operato, senza però essersi mai preoccupati di adoperarsi positivamente per la città;

Posso capire, ma non tollerare più, questo continuo tentativo di diffamare la mia persona, con il semplice obiettivo di seminare astio e livore al solo scopo di dividere la cittadinanza e instillare nell'opinione pubblica l’idea che il male di Gela sia il sottoscritto.

Vorrei ricordare, a tutti coloro che non trovano pace per la loro inconsistenza, che non si vive a lungo di luce riflessa, e che la stessa passa come la luna piena che illumina le zone buie delle notti più profonde della politica gelese.
Stia tranquillo l’ex consigliere Scerra, non ho intenzione di togliergli quella poltrona che la politica gli ha concesso nel gabinetto di un assessore regionale, e che di certo, si sarà guadagnato per meriti maturati in anni di enorme esperienza lavorativa.

Io un lavoro, che non mi rende schiavo del politico di turno, ce l’ho.
Anzi, a dire il vero, ce l’avevo già prima di essere chiamato alla carica di assessore, incarico che ho svolto con mente libera da ogni sorta di condizionamento, in una delle più intense esperienze di servizio svolte per la città.

Quella città che mi ha visto crescere per quello che oggi sono, uno dei tanti professionisti che con spirito di servizio, accettano quotidianamente il rischio di fare impresa in un territoro depredato da anni di malgoverno.
Lo stesso malgoverno che oggi qualcuno vuol riproporre ispirandosi al “Modello Sfiducia”, dove tutti, appassionatamente in un’accozzaglia di simboli, facendo finta di non avere colori politici, hanno contribuito allo sfascio della città.

Credo che la gente non abbia ancora dimenticato, e sappia riconoscere, quelle liste elettorali che nasconderanno soggetti politici, frutto di modificazioni genetiche, costruite in quei laboratori politici che hanno partorito soggetti, divenuti poi artefici principali delle scelte che hanno relegato Gela a ruotino di scorta nello scenario politico regionale e provinciale, pronti a soffocare qualsiasi iniziativa di sviluppo.

Sinceramente mi sarei aspettato che invece di parlare di me, vi sareste impegnati a contribuire, in maniera collaborativa, con il Commissario Straordinario (probabilmente, nostro malgrado, prossima vittima designata delle vostre critiche), per portare a compimento l’importante pianificazione di sviluppo strategico, che metterebbe Gela al centro degli interessi del sistema Paese, che ho fatto approdare in Giunta Regionale e validare grazie alla lungimiranza del Presidente Musumeci, divenendo reale opportunità di sviluppo, come l’accordo di programma recentemente siglato a Roma.

Saper governare significa avere il coraggio di progettare il futuro, per evitare di far gestire a chi viene dopo di noi le esigenze dell’immediato come una continua emergenza.
Confido in tutti coloro, che abbiano a cuore le sorti della nostra città, di non lasciare che il lavoro fatto per portare a Gela opere pubbliche e finanziamenti, venga bruciato, da chi, ha già dimostrato di privilegiare gli interessi personali a discapito del bene comune.

Simone Siciliano