Melfa scalpita: «Stavolta anticipo tutti, sicuro di giocarmela in tempo»

Melfa scalpita: «Stavolta anticipo tutti, sicuro di giocarmela in tempo»

Con l'ingresso nel 2019 qualche novità emerge nello scenario politico-elettorale che accompagnerà i gelesi alle urne per rinnovare le cariche del Sindaco e dei 24, non più 30, Consiglieri comunali.

Nel week-end scorso, infatti, abbiamo già conosciuto il primo candidato a sindaco. Con una lettera aperta alla cittadinanza, l'imprenditore Maurizio Melfa (nella foto) ha deciso di concedere il “bis”, ufficializzando l'intenzione di scendere in campo e competere alle prossime elezioni amministrative per la poltrona di primo cittadino di Gela.

Tre anni e mezzo fa, il dott. Melfa sciolse ogni riserva giusto un mese e mezzo prima del voto. Stavolta, invece, ci riprova rompendo, però, gli indugi in largo anticipo e la domanda che gli abbiamo sottoposto è venuta naturale da sola: ma cosa si è messo in testa, Maurizio Melfa? «Poiché non sono un politico - esordisce Melfa -, ma forse rappresento uno dei pochi veri civici nel panorama politico attuale, alle scorse amministrative decisi di scendere in campo quando era troppo tardi. Non avevo un partito alle spalle e creai una lista in tempi molto brevi. Cionondimeno, raggiunsi un consenso poco sotto i 2.000 voti. Oggi – prosegue – lo scenario è totalmente diverso, sono il primo che ha il coraggio di presentarsi alla città. Ho già organizzato la mia azienda affinché possa dedicarmi al 100%, dapprima alla campagna elettorale e, successivamente, alla gestione della nostra amata città. Il livello di visibilità e conoscenza della mia persona in città è cresciuto in maniera esponenziale in questi quattro anni e ciò, ovviamente, ha rappresentato un sacrificio personale importante anche da un punto di vista economico, ma la posta in palio è troppo alta: si parla del futuro della nostra città, si tratta di riscrivere la storia della stessa».

Una città che Melfa ha anche amministrato, seppur lungo un periodo brevissimo, quasi irrisorio: «nel dicembre del 2017 – precisa l'amministratore delegato della Meic Services – ho accettato la nomina assessoriale nella giunta Messinese, perché vedevo una città al collasso, precisando fin da subito che se il mio obiettivo, che era quello di dare un nuovo passo all'amministrazione Messinese, non fosse andato a buon fine, mi sarei dimesso entro sei mesi. Ebbene, dopo tre mesi in cui ho abbandonato l'azienda assumendo un manager al mio posto e tre mesi in cui ho svolto le funzioni di assessore al 100%, quindi a seguito di un'esperienza breve ma molto intensa, molto utile anche per capire il funzionamento della macchina amministrativa, decisi di dimettermi e di andarmene sbattendo la porta, giacché non condividevo in tutto e per tutto il “modus operandi” del sindaco e del suo vice sindaco».


Sui problemi della macchina amministrativa e sui rapporti tra il personale politico e quello amministrativo, specie dirigenziale, la risposta di Melfa è "Burocrazia Zero". Solo uno slogan o ci crede davvero? «Sono un imprenditore - ci risponde seccamente - che ha vissuto in questo territorio per circa 30 anni da un punto di vista professionale e in questo lungo lasso di tempo ho dovuto subire le angherie della burocrazia, mal sopportandone gli effetti nefasti per la nostra economia, per i nostri giovani, per la nostra occupazione. Sono convinto che, per risolvere il problema della delinquenza, bisogna operare a monte nella creazione di posti di lavoro e altresì ho la convinzione che questa città abbia soltanto l'imbarazzo della scelta nel dove operare per la creazione di posti lavoro. Per "Burocrazia Zero" non si intende altro, che l'applicazione di quanto previsto dalla Costituzione che nei suoi primi articoli promuove il diritto al lavoro e le condizioni che ne rendano effettivo tale diritto. Peraltro, le norme (vedasi sportello unico, silenzio assenso, trasparenza e diritto d'accesso, semplificazione amministrativa, ecc., ecc.) vanno già in questa direzione da anni, ma paradossalmente non vengono applicate per effetto di un sistema letteralmente inceppato».

In effetti il pensiero di Melfa non è affatto diverso da quello delle scorse amministrative. Di diverso c'è che ora ha molto più tempo per esplicitarlo, nel suo concepire la propria candidatura come puramente civica, nonché la dicotomia tra pubblico e privato.

«La mia candidatura a sindaco – rimarca l'imprenditore gelese - è civica e rappresenta una candidatura di servizio, oserei direi neutrale. Una figura con un profilo ritengo adeguato, avendo raggiunto in 30 anni risultati nell'ambito delle proprie attività aziendali con onestà e competenza. Coloro i quali dicono che il pubblico è diverso rispetto al privato, a mio avviso, si esprimono in questo modo perché non hanno ben chiaro cosa siano il “problem solving” e tutta una serie di elementi manageriali, tutti applicabili al pubblico come al privato. La differenza tra pubblico e privato, è che un amministratore pubblico ha la possibilità di fare in modo che il proprio lavoro, impegno e contributo sia utile alla collettività. Pertanto, io mi rivolgo trasversalmente a tutte le forze che vogliono realmente aiutare la città, escludendo quella malapolitica con cui non potrei mai avere nulla a che fare».

Chissà se solo per invidia o perché temono la sua candidatura, in città sono state messe in giro false voci riguardanti la sua vita privata, autentici oltre che spiacevoli colpi bassi:

«tantissimi amici - svela - mi hanno riferito che qualcuno strategicamente metteva in giro voci diffamatorie, secondo cui ad esempio io sarei stato denunciato, perché sorpreso in una bisca clandestina. Mi è bastato un post su facebook per rispondere e chiarire. Nell'era di internet e dei social networks, la vita per i diffamatori è difficile, perché la comunicazione è oramai troppo veloce, anche per loro. A questo va aggiunto che, l'invidia, che da sola rappresenta di per sè un elemento distruttivo, si affianca al timore per una candidatura a sindaco che, con tutta evidenza, si contrappone in tutti i modi possibili alla malapolitica che ha distrutto questa città».