Porto rifugio, il mistero del progetto scomparso

Porto rifugio, il mistero del progetto scomparso

Nella politica regionale siciliana la realtà supera decisamente la fantasia.

La scorsa settimana avevamo ascoltato le differenti dichiarazioni di due assessori regionali sui fondi del Patto per il Sud dirottati a Catania e Siracusa.
Avevamo parlato dei giochi di magia tipo mago Silvan: i fondi ci sono, non ci sono, però forse si possono recuperare. L’assessore Turano, che ha la competenza sui fondi, dichiarava che ormai quei soldi erano persi, e che, dietro presentazione dei progetti esecutivi, si sarebbe potuto evitare la perdita di ulteriori fondi. L’assessore Falcone, invece, dichiarava lo stesso giorno che c’era la possibilità di recupero dei fondi stornati.

Nell’intervista in stile “volemose bene” (o, se preferite, “tuttapposto”), Falcone si è però fatto prendere la mano, dichiarando che la Regione ha inviato a Bruxelles la scheda grandi progetti riguardante il finanziamento del grande porto di Gela, dell’importo di 143 milioni di euro. E le opere potrebbero andare in gara il prossimo anno.

Ed è qui che la realtà supera ogni possibile fantasia. Il “mago Falcon” ha clamorosamente “toppato” la notizia, perché dall’Unione Europea, dopo un paio di giorni, è giunta la notizia che il progetto di 143 milioni è un perfetto sconosciuto a Bruxelles: nulla è stato inviato da parte della Regione, quindi nessun finanziamento possiamo attendere.

Falcone era in malafede? Mi auguro di no. Ma in alternativa possiamo dire che non sapeva di cosa stava parlando. Non sapeva che i funzionari regionali hanno “dimenticato” di inviare a Bruxelles la documentazione necessaria per il finanziamento. E questo è altrettanto grave per l’avvocato Falcone di Mirabella Imbaccari, che ricordiamo quando non ha mosso un dito (e neanche la lingua) per il legittimo passaggio di Gela alla Città Metropolitana di Catania.

Il grande porto di Gela, detto anche “porto darsena”, rimane e rimarrà ancora per chi sa quanto nel libro dei sogni, al di là degli annunci mediatici di esponenti politici di tutti gli schieramenti: grazie a Internet, dove nulla si cancella, ho ritrovato un intervento del deputato Pd Arancio che, nell’aprile 2018, un anno e mezzo fa, annunciava che all’assessorato regionale alla infrastrutture (proprio quello del “mago Falcon” era stato illustrato il progetto definitivo del porto darsena, e che entro il 2019 ci sarebbe stata la posa della prima pietra.

Le prime pietre, invece, le darei in testa a chi ci prende in giro, a quei politicanti che da Crocetta (il re delle “prime pietre”) in poi si divertono ad ingannare il popolo bue e poi omettono i controlli sulle pratiche regionali, i cui fascicoli si bloccano e non vengono inviati agli Enti finanziatori.

Altro che mago Silvan, altro che “mago Falcon”: di magia non ne capisco nulla, ma vorrei tanto essere il “mago Cordar” per fare scomparire certa gente dalla politica regionale e rimandarla alle proprie occupazioni personali. Avrebbero certamente migliori risultati e non farebbero ulteriori danni ai siciliani.