POLITICAMENTE SCORRETTO/Che contentezza per il Sant’Elìa

POLITICAMENTE SCORRETTO/Che contentezza per il Sant’Elìa

Sono molto contento. Per la verità sono contentissimo.

Perché finalmente, la scorsa settimana, Sua Eccellenza Suscettibilissima Musumeci (nella foto) Presidente di noi tutti siciliani, ha inaugurato, all’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, il nuovo complesso operatorio che – ha dichiarato Musumeci – avrà una ricaduta importante su un territorio depresso come quello della provincia di Caltanissetta, “neutralizzando la mobilità passiva e facendo in modo che nelle strutture sanitarie del nisseno (quali?) i pazienti possano arrivare per ottenere prestazioni di qualità”

Superficie di 2000 metri quadri, otto sale operatorie, quattro piani, centrale di sterilizzazione, locali avveniristici, musica in filodiffusione, pannelli colorati, lettini con speciali copriletto riscaldati, personale medico e sanitario di qualità, anche una “recovery room” per il risveglio dolce dei pazienti: questo nuovo complesso, secondo l’assessore regionale alla Sanità Razza, vedrà diminuire i “viaggi della speranza”.

Alla passerella inaugurale c’erano tutti: i politici citati, i dirigenti dell’Asp, il Prefetto, autorità di ogni genere: certe occasioni sono imperdibili.
Ed ecco che sono contento per la nuova opera. Solo che i nuovi viaggi della speranza, probabilmente, si faranno da Gela a Caltanissetta.

Gela si ritrova con un Pronto soccorso con spazi inadeguati, con un’astanteria da brividi e senza intimità personale, con la carenza di anestesisti, con una sola sala operatoria che funziona a singhiozzo per carenza di personale, con carenze di posti letto in tutti i reparti, senza copriletti riscaldati ( e neanche copriletti a temperatura ambiente) Ma cosa volete che sia? Finalmente potremo andare tutti a Caltanissetta a farci operare, e potremo anche usufruire del “dolce risveglio”: mica è poco!

A Gela si può morire anche in una branda dell’astanteria, come è avvenuto qualche giorno fa, per mancanza di posti letto. Probabilmente i medici hanno fatto tutto ciò che dovevano, probabilmente il giovane Francesco sarebbe ugualmente deceduto, ma morire su una branda in astanteria vuol dire privare i pazienti della seppur minima dignità.

Ed è proprio la dignità quella che vorrei vedere in Musumeci e Razza. La dignità di prendere immediati provvedimenti per rendere decentemente accettabile la situazione dell’Ospedale di Gela. Perché a Gela non siamo cittadini di serie B o C, perché il nostro diritto alla salute non può essere messo sotto i piedi, perché i “viaggi della speranza” a Caltanissetta non li vogliamo fare. Oddio, mi sono lasciato prendere la mano. In verità sono molto contento. Contentissimo, Presidente Musumeci!