Ghelas, caos Ipab e gli incarichi legali ai familiari del sindaco. Che spiegano

Ghelas, caos Ipab e gli incarichi legali ai familiari del sindaco. Che spiegano

Dopo la Ghelas, caos sull’ipab “Aldisio” e veleni sugli incarichi legali a famigliari del sindaco. Chiesto un consiglio comunale ad hoc

Altra settimana convulsa per l’amministrazione e la sua maggioranza in aperta polemica con l’opposizione sul caso Ipab e gli incarichi legali, dopo il fuoco amico interno relativo alla questione Ghelas. Ancora una volta la polemica tocca livelli bassissimi, da una e dall’altra non se le mandano a dire, preannunciando persino appendici giudiziarie. Nel mezzo, piangono i lavoratori licenziati, mentre la città langue.

Ma andiamo con ordine. La miccia che fa scoppiare la polemica è l’intervento del commissario regionale nominato per l’amministrazione straordinaria dell’Ipab “Antonietta Aldisio”. Da un anno, all’interno dell’Ipab operava “La Fenice” che aveva assunto una decina di lavoratori, ora licenziati perché il commissario ha di fatto estromesso la società privata, annullandone gli atti di gestione della casa d’accoglienza.

I lavoratori si sono rivolti al sindaco Greco (nella foto) ed all’assessore Gnoffo, nonché ai sindacati i quali hanno inoltrato richiesta alla prefettura. Ed in questa sede a Caltanissetta la vertenza occupazionale verrà trattata lunedì prossimo. 

Sul piano politico, al sindaco si obietta la riluttanza a nominare il cda. Il primo cittadino cioè avrebbe potuto evitare il commissariamento, nominando il nuovo consiglio d’amministrazione, ma non l’ha mai fatto. In assenza di un cda, nel frattempo era stata trovata l’intesa con “La Fenice” per la gestione dell’istituto, ma in assenza di una selezione competitiva a fronte di altre eventuali candidature pretendenti. 

Ad alzare il polverone è il legame che ci sarebbe tra “La Fenice” e due consiglieri d’opposizione, a loro volta fra i firmatari di una lettera inviata al segretario generale su alcuni incarichi legali, in tutto sei in elenco, affidati alla nipote del sindaco, l’avv. Paola Greco (nella foto) (figlia del fratello del sindaco) nel periodo di mandato di Lucio Greco al vertice cittadino. In un procedimento, i firmatari rilevano altresì una sorta di conflitto d’interessi, perché il comune per difendersi in giudizio nomina l’avv. Paola Greco, prima cugina dell’avvocato della controparte, vale a dire Mario Greco, a sua volta figlio del sindaco. 

Tirato in causa, il primo cittadino ha convocato una conferenza stampa in cui ha fatto parlare praticamente il segretario generale dell’ente comunale, dott.ssa Giovanna Divono ed il dirigente del settore “Affari legali” del comune, avv. Mario Picone. I due hanno spiegato che gli incarichi alla nipote del sindaco sono legittimi in ragione del regolamento in vigore sugli incarichi legali che avvengono per rotazione all’interno di un apposito elenco con relative fasce. La nipote del sindaco è stata inserita nel 2017, quindi ben prima che Greco fosse eletto sindaco, nell’elenco dei contenziosi “civili” in fascia A, la più bassa, con incarichi fino a 1000 euro.

In tutto, in quella fascia, sono iscritti dieci avvocati. Le delibere della giunta prendono atto del contenzioso e che c’è la copertura finanziaria. Ma la nomina avviene con determina dirigenziale adottando il criterio oggettivo e non discrezionale della rotazione. Escluso dai due tecnici inoltre, il presunto conflitto d’interessi tra la nipote del sindaco ed il figlio del sindaco in un procedimento in cui si ritrovano entrambi a rappresentare legalmente le parti, la prima il comune, il secondo la cittadina che ha agito contro l’ente. 

Il giorno prima della conferenza stampa, l’avv. Paola Greco, in un lungo e sentito post su facebook, aveva già chiarito, anticipandoli, alcuni punti esplicitati in conferenza stampa dal segretario Divono e dal dirigente Picone. In più ha precisato che «negli ultimi 12 mesi, da quando l'ente è rappresentato dal sindaco Lucio Greco, mi sono stati assegnati, in forza ai criteri regolamentari, 6 incarichi professionali di cui 2 costituiscono mere prosecuzioni di vecchi incarichi», antecedenti.

Al netto i nuovi incarichi diventano solo «4 in 12 mesi di amministrazione Greco, al cospetto di 9 incarichi assegnatimi con le precedenti amministrazioni in 15 mesi. In proporzione, visto che si parla di numeri, ho ricevuto meno incarichi con la giunta Greco che con altri». La nipote del sindaco polemizza con i media che hanno sviscerato l’argomento, senza averla mai interpellata.

A rincarare la dose, sul punto, è lo stesso sindaco Greco, in un post su facebook l’indomani della conferenza stampa: «Alcuni consiglieri comunali, spalleggiati da compiacenti giornalisti, pur di colpire me, non hanno esitato a mettere nel tritacarne mediatico anche giovani professionisti», mettendo in dubbio «la mia onorabilità e quella della mia intera famiglia senza prima aver accertato la regolarità del procedimento e senza essersi documentati così come il caso meritava.

Ho chiesto un consiglio comunale ad hoc, perché ritengo che sia doveroso fare chiarezza e sgombrare così il campo da tutte le diffamazioni che, proprio in un momento così difficile come questo, potrebbero condizionare l’attività amministrativa. Devo continuare a lavorare serenamente per far ripartire la città!».