Question time in Consiglio Greco e la babele dei rifiuti portualità

Question time in Consiglio Greco e la babele dei rifiuti portualità

Seduta di question-time come ogni primo lunedì del mese.

A condurre i lavori è stato il consigliere Gabriele Pellegrino(nella foto), in sostituzione del presidente Totò Sammito e della vice presidente Paola Giudice, entrambi assenti. A riferire sono stati l’assessore Ivan Liardi, anche per materie non di sua competenza, nonché l’assessore Giuseppe Licata. Impegnato in un summit con i sindaci della Srr4, il primo cittadino non ha delegato nessuno ed ha voluto rispondere in prima persona ad un paio di interrogazioni, vertenti “nervi scoperti”, come la gestione dei rifiuti in house e la darsena commerciale.

La consigliera del M5s, Virginia Farruggia, ha chiesto lumi sulla "raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e la prossima gestione in house della Srr", interrogando l'amministrazione su quesiti specifici: ci sarà ancora la raccolta porta a porta? Quali sono i costi per Gela? Quanti operatori saranno occupati? Il sindaco ha risposto che «il servizio è in mano ad un gestore che continua a darci non pochi problemi, con i disservizi che sono sotto gli occhi di tutti». Lucio Greco ha quindi snocciolato i costi della raccolta differenziata da quando è iniziata, cioè dal 2014, assicurando che «durante il corso del nostro mandato nessun euro è stato speso per i cosiddetti servizi aggiuntivi, mentre abbiamo ereditato una “Babele”, in cui ci siamo ritrovati sul piano giuridico in condizione di debolezza. 

Dopo diverse e ripetute sollecitazioni si è arrivati all'esposto in procura, firmato anche dalla dirigente Grazia Cosentino, affinché si intervenga per evitare che nei mesi estivi la città ripiombi nell'emergenza». Il primo cittadino ha infine confermato che «il servizio di raccolta differenziata in house, rimarrà porta a porta, i costi in quota spettanti a Gela si aggireranno tra gli 8 ed i 9 milioni di euro oltre Iva, mentre gli operatori dovrebbero aumentare poiché gli attuali 103 non sono sufficienti a garantire una copertura adeguata». Pur lamentando la risposta un po' scarna sulle domande specifiche, a fronte di una più ampia premessa operata dal sindaco, soddisfazione minima è stata espressa dalla consigliere grillina.

A seguire, è stata la volta della consigliere del Pd, Alessandra Ascia, che ha interrogato l'amministrazione sulla darsena in riferimento a quanto fatto dall’amministrazione dopo il monotematico dell’agosto 2020. Il sindaco ha replicato che «Gela ha due porti: il "porto rifugio" ed il "porto isola". Il primo in attesa dei lavori di escavazione e pennello, previa caratterizzazione delle sabbie. Sul secondo è stato chiesto che la concessione venga aperta in parte anche ai privati oltre Eni che ha la concessione esclusiva». Greco ha poi relazionato su un progetto privato: «siamo stati chiamati dal ministero alle infrastrutture perché sull'area del golfo di Gela ci sono privati interessati ad un progetto relativo al cosiddetto "shipping della logistica", ma il non fare parte di nessuna autorità portuale – ha precisato - ci penalizza e stiamo cercando di capire a quale autorità portuale aderire anche in funzione della buona riuscita di questa iniziativa alternativa alla darsena».

Su quest'ultima, il sindaco ha osservato che «nell’attivarci immediatamente siamo venuti però a conoscenza, con amara sorpresa, che l'impegno previsionale di finanziamento di 144 milioni non era stato speso e stornato altrove, perché dopo tanti anni il progetto non era esecutivo e cantierabile». Il sindaco ha concluso augurandosi ed auspicando uno sforzo comune: «abbiamo detto in tutti i tavoli che nella geopolitica regionale e nazionale per investimenti significativi sulla portualità, Gela quale città di mare in una posizione strategica, non può essere lasciata fuori». Pur concordando sulla visione unica in merito alla tematica complessiva della portualità, la consigliere dem Ascia si è però detta assolutamente non soddisfatta in assenza di una risposta puntuale ad una interrogazione specifica sullo stato dell'arte dell'iter giunto ad un esame finale e sullo “scippo” dei 144 milioni che dovevano essere recuperati attraverso il Piano operativo complementare (poc). 

Il giorno dopo nuova seduta con 9 punti all’odg tutti inerenti debiti fuori bilancio esitati favorevolmente, anche i 7 senza parere favorevole della commissione bilancio. Ad approvarseli in meno di una mezzoretta è stata la maggioranza, con le minoranze assenti o uscite dall’aula.