Renzi, ingrato pinocchietto

Renzi, ingrato pinocchietto

Non ho mai avuto, se non in minima parte, fiducia delle promesse che il “pinocchietto” Renzi da qualche anno fa a destra e a manca, ad iniziare con l’ormai storico “Stai sereno, Enrico!” con cui rassicurò Enrico Letta sulla stabilità del suo incarico di Presidente del Consiglio.

Per poi, dopo qualche settimana, defenestrarlo e prendere il suo posto a Palazzo Chigi.

Da quella volta le promesse non mantenute sono state tante e di ogni tipo, ma questa volta Renzi ha davvero oltrepassato ogni limite, ha varcato la soglia oltre la quale non ci può essere remissione del peccato, non ci può essere perdono, né indulgenza. Perché il “pinocchietto” toscano, stavolta, ha mentito spudoratamente promettendo un seggio blindato a Rosario Crocetta, per poi lasciarlo fuori dalle liste elettorali: sedotto e abbandonato (o meglio, bidonato).


Ricordiamo la vicenda, che risale allo scorso ottobre, quando i vertici del Pd convinsero Crocetta a non presentare le liste del Megafono e a far confluire i suoi candidati nella lista del candidato Micari. Crocetta, che da uscente già aveva subìto la mancata ricandidatura, accettò solo dopo la promessa renziana di un seggio al Parlamento.

Seggio che oggi Renzi gli ha negato, e non solo a lui ma anche all’ex senatore Lumia, eminenza grigia dell’antimafia politicamente corretta.
No, questo Renzi proprio non lo doveva fare! Crocetta ha guidato per cinque anni la Regione Siciliana, notoriamente difficile, con grande piglio e grande autorità.

Ha fatto un lavoro che più faticoso non si può: per eliminare la mafia e la corruzione si è dovuto alleare con Confindustria (concedendole un assessorato per quasi l’intera legislatura), ha dovuto addirittura cambiare decine e decine di posti di sottogoverno per nominare persone a lui vicine e di chiara onestà e antimafiosità. E poi ancora le province, abolite da Giletti in diretta televisiva e da allora commissariate con persone (ovviamente) di chiara onestà e antimafiosità.


In questi cinque anni Crocetta ha risolto il problema dei rifiuti, che continuano a rimanere per le strade solo per l’inciviltà dei siciliani. Ha risolto il problema dell’acqua, e non si capisce perché i nostri agricoltori si ostinino a coltivare carciofi invece di piante grasse tipo cactus. Ha risanato il bilancio regionale, e quei sei miliardi di buco trovati dall’assessore Armao sono chiaramente una notizia falsa e tendenziosa.

Ma ha pensato anche a Gela, la sua città, firmando da presidente della Regione, nel 2014, quell’accordo con Eni e il ministero dello Sviluppo economico, che ha permesso di chiudere finalmente l’inquinante petrolchimico e viaggiare veloci verso il futuro con i nuovi impianti “green” che, se non ve ne siete ancora accorti, hanno aumentato a dismisura il numero dei gelesi occupati al lavoro. E tante, tante altre cose ha fatto Crocetta in cinque anni di governo alla Regione.


E adesso Renzi, ingrato e ignorante del gran lavoro svolto, lo fa diventare politicamente disoccupato. Regala un seggio sicuro alla figlia di Cardinale, sponsorizzata dal suo grande amico Luca Lotti, e lascia a piedi il campione dell’antimafia e il suo alter ego Lumia? Fa bene Crocetta, che si sente come una moglie tradita, a farsi invitare dalle emittenti nazionali per dirgliene quattro.

Qualcuno maliziosamente gli ha chiesto perché queste cose non le avesse dette prima e le dica solo ora, dopo la mancata candidatura. Ma Crocetta replica sicuro: “Le ho dette anche prima, ma privatamente”. E se lo dice lui, c’è sicuramente da credergli, figuriamoci! E ancora Crocetta affonda il coltello ricordando che Renzi ha voluto favorire i “fedelissimi” (mentre quelli che Crocetta nominava in Sicilia non erano “fedelissimi”, ma solo gente onesta e ovviamente antimafiosa).


E alla fine, la stoccata finale: la promessa che, se dalle urne non verrà fuori una maggioranza e si tornerà al voto, stavolta saranno presenti le liste del Megafono. E per Renzi, “pinocchietto ingrato”, stavolta potrebbe essere la fine di tutto…