Vicenda Montante, ora trema anche Crocetta

Vicenda Montante, ora trema anche Crocetta

La vicenda legata all’arresto di Antonello Montante, (primo da sinistra) ex numero uno di Sicindustria, attuale presidente della Camera di Commercio nissena e della società Retimpresa che fa capo a Confindustria nazionale, sta facendo tremare altri personaggi di spicco della politica siciliana.

Una girandola di nomi, tra cui quello dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, (nella foto, secondo da sinistra) tirato in ballo assieme ad altri nel vortice dell’inchiesta della Dda di Caltanissetta, che ora lo sta indagando per gravi reati, tra cui corruzione e finanziamento illecito. Non solo, nel mirino degli investigatori sono finiti ex assessori della giunta Crocetta e alti funzionari regionali. Coinvolti anche alcuni imprenditori gelesi, tra cui spiccano i nomi di Turco e Amarù, quest’ultimo presidente di Confindustria nissena. Secondo la Procura di Caltanissetta, i due avrebbero concorso al finanziamento della campagna elettorale di Crocetta con una elargizione di 200 mila euro ciascuno, in cambio di appalti.
Qualcuno ipotizza addirittura “aiuti” a vario titolo per circa un milione di euro raccolti per sostenere la corsa per Palazzo d’Orleans dell’ex governatore. Il quale ammetterebbe di aver ricevuto piccoli contributi, “tutti regolarmente tracciabili”.

Crocetta respinge ogni addebito e dice che tutto quello che gli sta succedendo è frutto di lotte interne a Confindustria Sicilia.
Secondo l’agenzia Ansa, sarebbero una trentina, complessivamente, gli indagati.
La bomba è scoppiata lunedì scorso, con l’esecuzione, da parte della Sezione criminalità organizzata della squadra Mobile di Caltanissetta, di sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del Montante e di altri cinque personaggi dell’apparato dello Stato, un imprenditore ed un ex sostituto commissario di Polizia, divenuto security manager di Confindustria nazionale.
Gravissime le accuse. A tutti viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione (corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo ad un sistema informatico).

Ventiquattr’ore dopo la conferenza stampa in Procura, a Caltanissetta, per illustrare l’operazione “Double Face” che ha portato agli arrestati domiciliari di Montante ed altri cinque, la notizia dell’indagine nei confronti di Crocetta e dell’attuale presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, di Mariella Lo Bello e Linda Vancheri, ex assessori regionali della giunta Crocetta, dell’ex Commissario dell’Irsap Totò Navarra e degli imprenditori gelesi Carmelo Turco e Rosario Amarù.
Ancora ventiquattr’ore dopo e vengono fuori quelle che potrebbero derubricarsi come illazioni, ovvero l’esistenza di videoregistrazioni dal contenuto scabroso riguardante la vita privata di Crocetta. Nelle 2.567 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del Gip nisseno, non ci sarebber traccia dei fantomatici video hard sull’ex sindaco di Gela.

Tra gli accusatori, l’ex assessore regionale Marco Venturi e l’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero. Nel corposo carteggio, anche le dichiarazioni dell’ex magistrato Marino, che fu tra i primi assessori (Settore Energia e Ambiente) della giunta Crocetta.
Ed è proprio Marino, che intanto era andato in rotta di collisione con il governatore, a fare espressamente i nomi di Crocetta e di Peppe Lumia, ex deputato ed ex componente dell’Antimafia nazionale, coppia sodale molto vicina a Montante, a sua volta interessato a mettere le mani sul progetto “Agroverde”, mega-impianto fotovoltaico da realizzarsi a Gela. E in questa trance dell’inchiesta si fa riferimento ad altri personaggi gelesi, tra cui l’imprenditore Mondello, che avrebbe dovuto costruire l’impianto fotovoltaico denominato “Ciliegino”

In tutta questa vicenda sorprende il silenzio tombale di Lumia (nella foto, secondo da destra) e la difesa ad oltranza dei vertici di Confindustria, con l’attuale presidente Boccia che minimizza, e il suo predecessore Squinzi che ha mantenuto Montante al suo posto, nonostante fosse già stato “toccato” duramente dalle inchieste della magistratura.
Tempestive le reazioni del mondo politico. I primi ad intervenire, Il Movimento 5 Stelle, il deputato regionale di “Cento Passi” Claudio Fava, che hanno chiesto la destituzione di Montante da tutte le cariche pubbliche, e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che dice – è un classico – «Ve lo avevo detto!»