Responsabilità e altre sciocchezze varie

Responsabilità e altre sciocchezze varie

Più si parla di semplificazione della burocrazia e più, puntualmente, enti e agenzie pubbliche, ad ogni livello, riescono a modificare la situazione con provvedimenti che complicano la vita ad utenti e cittadini.


Rimango fermamente convinto che chi svolge una funzione pubblica (quindi pagata dai cittadini) debba comportarsi in modo educato, disponibile, collaborativo, e che ai dipendenti pubblici debba essere applicato con determinazione il principio del “chi sbaglia paga”, cosa che avviene piuttosto raramente nel nostro Paese in cui è molto più facile insabbiare le responsabilità dei singoli addebitandole alle “disfunzioni del sistema”. In questo modo non si trovano mai i responsabili dei danni provocati ai cittadini.

Apprendo con piacere che la maestra “antifascista” (a suo dire) che tre mesi fa, a Torino, ha inveito contro le forse dell’ordine al grido “Dovete morire!” è stata licenziata. La pubblica amministrazione non può pagare gente del genere per insegnare ai bambini i giusti percorsi di crescita, figuriamoci. Potrà svolgere, glielo auguro, altri lavori, ma non certo dare esempio quale insegnante.

Allo stesso modo, la direttrice di una scuola elementare del Friuli che ha negato la foto di gruppo di fine anno agli alunni in nome di una presunta garanzia di “privacy” (nonostante le liberatorie firmate dai genitori), secondo me andrebbe trasferita ad altre mansioni per le quali non possa causare danni. Le foto di gruppo scolastiche sono tra i più bei ricordi dell’infanzia, riguardate dopo decenni sono capaci di far volare le nostre menti a momenti passati, rivedendo i volti dei nostri compagni di un tempo ricordiamo come per incanto situazioni, scherzi, risate, giochi spensierati. Che tutto questo possa essere cancellato e negato ai nostri figli e nipoti per motivi burocratici, scusate ma mi sembra proprio una stronzata. Quindi, trasferimento per i dipendenti pubblici inadeguati, quando lo meritano

Spesso, però, ad essere inadeguati sono i sindacati, presidio di legalità a difesa dei lavoratori. E’ il caso del sindacato Osapp, un sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. Un sindacato importante, mica da poco: con il 15% del totale, è il secondo più forte sindacato delle guardie penitenziarie.

Nel novembre 2015 l’Osapp denunciava che il carcere di Balate rischiava di chiudere, e lanciava un allarme “per l’importanza della presenza dello Stato e per il presidio di legalità”. Chiedendo un incontro urgente all’allora Procuratore Lotti, il sindacato affermava che la chiusura del carcere gelese sarebbe risultata penalizzante, non terrebbe conto delle giuste esigenze del personale e farebbe ritornare indietro di vent’anni”. Più chiaro di così…

Dev’essere successo qualcosa che ci sfugge, in questi due anni e mezzo. Perché qualche giorno fa lo stesso Osapp ritiene che il carcere di Gela (oltre a quelli di Piazza Armerina, Giarre e Favignana) debba essere chiuso “perché accoglie pochi detenuti a fronte di numeri spropositati di agenti penitenziari”. Da qui la proposta di chiudere le carceri più piccole e trasferire il personale nelle carceri sottodimensionate, che più necessitano di rinforzi: Palermo, Trapani e Siracusa.

Ma che bella pensata! Geniale! E a voler pensare male, portatrice di retrostanti interessi. Perché il comunicato dell’Osapp è in sé stesso un controsenso. Il carcere di Balate può ospitare 96 detenuti, e le guardie penitenziarie vanno bilanciate su quella popolazione carceraria. Se le guardie, come affermano, sono troppe, si trasferisca il solo personale in eccedenza. Se i detenuti sono pochi, la Magistratura faccia in modo che la popolazione carceraria (riferita ai soli reati minori) sia adeguata. Tutto qui.

Ma chiedere che il carcere di Gela venga chiuso, dopo 50 anni di attesa per completarlo e soli sette anni di attività (e considerando che risulta essere, per attività e attrezzature, un carcere modello), anche questa, scusate, ma mi sembra proprio una stronzata (sindacale). Naturalmente il pericolo non sfuggirà ai deputati regionali e nazionali del territorio, che sicuramente stanno già intervenendo ad alti livelli per scongiurare il pericolo. Il pericolo della chiusura di un carcere che funziona, a causa di una stronzata sindacale.