Esempio patologico di attaccamento alla poltrona

Esempio patologico di attaccamento alla poltrona

Le vicende politico-amministrative, nella nostra città, non finiscono mai di stupire.

E contemporaneamente di destare sconcerto per lo scadimento, sempre più marcato, del prestigio, cui la più rappresentativa istituzione locale (quella di sindaco) è stata esposta qualche giorno fa, con un’estemporanea e pessima sceneggiata, posta in essere da Domenico Messinese (nella foto) il quale – sebbene, nella seduta consiliare del 7 settembre, fosse stato sfiduciato, il lunedì successivo, di buon mattino, si è presentato in Municipio e, tra lo stupore di dirigenti, funzionari e dipendenti del Comune, è tornato in quello che, per tre anni, era stato il suo ufficio, si è accomodato sulla poltrona, posta al di là della scrivania, in attesa di presiedere una riunione con i dirigenti della Tekra, la società napoletana che ha in gestione il servizio (ma sarebbe più appropriato definirlo disservizio!) di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e sul cui legale rappresentante, sullo stesso ex sindaco, ex vicesindaco, e un dirigente comunale, pende un rinvio a giudizio chiesto ed ottenuto dalla Procura della Repubblica.


Qualcuno gli ha fatto, correttamente, notare che a seguito dell’approvazione della mozione lui non era più il capo dell’amministrazione comunale e che, quindi, non poteva compiere alcuna attività inerente a tale funzione. Messinese – non sappiamo se di sua iniziativa, oppure su input di qualche… furbacchione a lui vicino – non ha fatto una piega, sostenendo di non avere, a tal proposito, ricevuto comunicazioni ufficiali.

E di ritenersi, pertanto, ancora nella pienezza delle sue funzioni. Almeno fino all’insediamento del commissario straordinario, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
Che lui non fosse più il sindaco di Gela era ampiamente noto a tutti, sia per la tempestiva diffusione della notizia dell’esito della votazione, da parte degli organi d’informazione radio-televisiva e dei quotidiani online presenti nella realtà gelese, sia per l’altrettanto immediata pubblicazione del verbale della seduta sul sito del Comune.
Aldilà di ogni considerazione tecnico-giuridica, la vicenda rischia di produrre ulteriori danni alla immagine già offuscata della nostra città, e consegna ai posteri la storia di un sindaco vittima di sé stesso, del proprio orgoglio, ed affetto da smodato attaccamento alla poltrona!